La 23° Esposizione internazionale della Triennale di Milano, curata dall’astrofisica Ersilia Vaudo, è intitolata ‘Unknown, unknowns: an introductin to mysteries’ e ci conduce con installazioni, opere artistiche progetti di architettura per un futuro interplanetario (con olre 400 tra artisti, scienziati, designer e architetti coinvolti) alla scoperta dei ‘mondi sconosciuti dal fondo degli oceani all’origine della nostra coscienza’.
Una mostra davvero coinvolgente che consiglio di visitare con una visita guidata (aperta fino all’11 dicembre). Il percorso è disegnato con tante strutture che accolgono le opere e che sono realizzate con stampanti 3D utilizzando materiali di scarto del’industria agroalimentare ed è intervallato da 4 Listening chambers dove si possono ascoltare il neuroscienziato Antonio Damasio, il fisico teorico Carlo Revelli, il filosofodella biologia Telmo Pievani e la fisica teorica Lisa Randall.
L’inizio della mostra con la riproduzione di una quadro seicentesco di Adam Elscheimer ‘Fuga in Egitto’ nel quale per la prima volta è rappresentata la Via Lattea
Tomàs Libertìnt, ‘Made by bees’: progetto per testare la collaborazione uomo-natura inserendo in un alveare una sorta di impalcatura a forma di vaso
André des Gachons, ‘Observations météreologiques’ 1915-1951: l’artista ha dipinto oltre 6000 acquerelli ritraendo il cielo tre volte al giorno presso l’Ufficio centrale metereologico francese
Walter Tschinkel, architetture di nidi sotterranei di formiche in fusione di alluminio
Alicia Kwade, ‘Autoritratto’: fiale di vetro contenenti gli elementi chimici del corpo umano
Carta nautica delle isole Marshall, inizi XX secolo
Anish Kapoor, ‘Clear/magenta’ 2019, due superfici metalliche concave specchianti colorate in dialogo con lo spazio circostante
Uno dei progetti di architettura per lo spazio
Jan Hozan, ‘Super Kamiokande’, il tempio della ricerca giapponese sull’antimateria