Tour flash del Montefeltro
Durante le vacanze di Natale sono stata alcuni giorni nel Montefeltro e ho fatto un giro tra la sempre stupefacente Urbino e una serie di piccoli paesi arroccati sui pendii che segnano un paesaggio molto bello, più selvaggio e incontaminato dei paesaggi toscani e amio parere anche forse più intriganti perchè assolutamente meno turistici e quindi più da scoprire con calma e silenzio. L’idea di questo piccolo tour era anche quella di visitare alcuni dei luoghi dove Tonino Guerra, grande poeta, artista, pieno di ironia e amore per le sue terre (il suo paese natale è in Romagna ma ha regalato anche a questi luoghi che ricordano la Romagna i suoi tesori) ha creato negli anni alcune installazioni tra Pennabili, Perticara, Bascio, Pietracuta, Sant’Agata Feltria, fino a Sant’Arcangelo di Romagna e Cervia.
Purtroppo i luoghi di Guerra giacciono ora in stato di semi-abbandono per confermare ancora una volta come gli italiani siano un popolo senza memoria e incapace di conservare quello che i suoi artisti più generosi hanno donato al nostro paese. Ma vale la pena di visitarli, nonostante tutta l’incuria…
Ecco alcune immagini:

A Fano ho fotografto di sera un filare di Sorbus domestica con le loro brillanti bacche gialle: un vero spettacolo

Il tappeto delle onde quiete nel giardino pietrificato. Idea di Tonino Guerra e opera realizzata da Giò Urbinati

Una delle piastrelle dedicate ai mesi sempre nell’orto dei frutti dimenticati: ogni mese ha una frase poetica di deliziosa e toccante poesia
Tags: Montefeltro, Tonino Guerra
marina mondello
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che atmosfera magica!!!
è vero che ricorda l’entroterra della riviera romagnola.
mi ha risvegliato il ricordo di un posto magico sulle colline alle spalle di riccione, dove mi hanno portato in un settembre di tanti anni fa.
ricordo che salivamo e salivamo, al tramonto, avvolti da una nebbiolina inaspettata e intorno c’erano solo greggi di pecore che accompagnavano il nostro passaggio con i loro belati, più o meno lontani.
mi sono ritrovata in un castello trasformato in ristorante, avvolto in una nebbiolina fantastica, con stanze che ti davano l’impressione di cenare in pieno medioevo. ricordo ancora una bellissima marmitta con una marmellata di fichi fatta in casa che ad un certo punto si è materializzata sulla tavola, non so per accompagnare cosa, ma è stato veramente il tocco di grazia finale.
non sono più andata a ritrovare quei luoghi. la persona che mi ci aveva portato non mi ha mai voluto svelare dove fosse esattamente.
mi è rimasta un’immagine indelebile di un improbabile riccione, sicuramente poco conosciuta, che tu ora, con le tue foto hai rispolverato. grazie.
baci. marina
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