Sul ritorno del bosco: appunti dal seminario della Fondazione Benetton
Nota bene a questo link del sito della Fondazione sono disponibili le videoregistrazioni degli interventi
http://www.fbsr.it/paesaggio/giornate-di-studio/sul-ritorno-del-bosco/videoregistrazioni-della-giornate-di-studio-sul-paesaggio-2016/
Anche quest’anno non mi sono persa il seminario della Fondazione Benetton intitolato ad un tema molto intrigante e suggestivo “Sul ritorno del bosco”, svoltosi a Treviso nei giorni 18 e 19 febbraio.
Ogni volta questo evento, di grande livello e con presenza di prestigiosi relatori italiani e stranieri, offre tanti spunti di riflessione, di suggestione e, come dicevo anche due anni fa, nutre lo spirito e di questi tempi ne abbiamo davvero bisogno. (Per sintesi del seminario 2014 vedi post https://www.giardininviaggio.it/curare-la-terra-giornate-internaionali-di-studio-fondazione-benetton-treviso)
Senza pretesa di offrire un quadro completo delle due giornate qui di seguito alcunu brevi spunti e qualche immagine catturata dallo schermo e quindi bruttina!
La prima giornata è stata dedicata al tema “Bosco e paesaggio“. Molto interessante l’intervento di Federico Lopez Silvestre (Docente di estetica e storia dell’arte) “Un’idea contemporanea di bosco”: dal Romanticismo in poi assistiamo ad un processo di idealizzazione delle foreste e nel XXI secolo anche a causa della crisi – come testimoniano molti libri e film – il “ritorno” alla foresta è diventata una moda. Tessa Matteini (storica dei giardini e paesaggista) ha illustrato, con una relazione molto approfondita e chiara, l’evoluzione del selvativo e dell’immagine del bosco nella cultura del giardino: dalle origini (la selva e i parchi di caccia dell’VIII secolo AC), alla selva di Polifilo e allo smarrimento fisico e metafisico nella selva scura dantesca, al rapporto tra selvatico e domestico (antitesi e complementarietà) nel giardino del ‘400 e ‘500, ai giardini narrativi della seconda metà del ‘500 (Bomarzo: bosco come selva concettuale), ai boschi emblematici ed espressivi del giardino paesaggistico, al rapporto tra boschi e archeologie del ‘700. Oggi il bosco rimane uno dei componenti primari dal punto di vista ecologico, figurativo e semantico, per la composizione botanica, la sua spazialità, la diversità biologica e le qualità narrative e poetiche (Diversità, narrazione e scoperta).
Molto poetico e concreto nello stesso tempo l’intervento di Aurelio Manzi (naturalista e botanico) che ha parlato del bosco nelle società pastorali e agricole: la deforestazione dovrebbe essere mirata come si faceva una volta salvando i fruttiferi dei boschi, nutrimento sia per l’uomo che per gli animali, quando c’erano i bei paesaggi agrari dei seminati arborati, con sorbi e querce, quasi un felice addomesticamento del bosco. Ad esempio il frutto del faggio serviva per l’illuminazione e l’olio estratto non faceva fumo! E così veniva illuminata la Reggia di Caserta. Con i frutti del lentisco e dell’alloro si faceva il sapone, il corniolo era una preziosa fonte vitaminica. C’era tutta una saggia economia alimentare del bosco che è andata perduta. Infine Manzi cita il caso di Pescocotanzo negli Abruzzi, una testimonianza di economia e tessuto di contadini e coltivatori che conservano antichi regolamenti civici con una gestione sia privata che comune dei prati: un esempio da esportare.
La prima giornata si è poi conclusa con la proiezione del film “Alberi ” di Michelangelo Frammartino (Italia 2013, durata 28′), girato ad Armento in Basilicata, che riporta in vita un antico rito arboreo, quello del romito, l’uomo albero. Film delizioso e insolito (un breve frammento su https://www.youtube.com/watch?v=uNoyrmU9MqY)
La seconda giornata è stata dedicata al tema “Boschi e disegno del paesaggio” e ha visto la partecipazione di tre grandi, nell’ordine:
- Marc Treib, storico dell’architettura dell’università di Berkeley. Nel corso della storia i paesaggisti hanno attinto elementi sia dai paesaggi naturali che dall’agricoltura; la questione essenziale riguarda l’ordine: gli alberi possono essere messi a dimora secondo una forma geometrica oppure seguendo una disposizione che sfugge alla regolarità e alla matematica.
Un caso molto interessante quello di Woodland cemetery di Gunnar Asplund e Sigurt Leverenz (Stoccolma 1915-40), che ho visitato qualche anno fa e che ho trovato straordinario
- Georges Descombes, architetto paesaggista, Ginevra. Alberi come marcatori, cornici, ripari, intensità, presenza, interiorità (vedere il video “An architect in the landscape”
https://vimeo.com/16727096)
Ecco alcune immagini evocative e riferite ad alcuni suoi progetti- Peter Walker, architetto paesaggista, Berkeley. Nel corso degli ultimi 35 anni lo studio ha sviluppato tra le altre cose due importanti metafore del paesaggio: l’orizzontalità, metafora della terra, astrazione del modo in cui noi percepiamo il paesaggio primario e il boschetto o foresta.
Ecco alcuni dei progetti presentati
- Peter Walker, architetto paesaggista, Berkeley. Nel corso degli ultimi 35 anni lo studio ha sviluppato tra le altre cose due importanti metafore del paesaggio: l’orizzontalità, metafora della terra, astrazione del modo in cui noi percepiamo il paesaggio primario e il boschetto o foresta.
Tags: bosco, Fondazione Benetton