Queste anime viventi. Un bellissimo programma su Radio 3
Nell’ambito della trasmissione radiofonica ‘Uomini e profeti’ si sono svolte 5 puntate di ‘Queste anime viventi’ condotto da Silvia Ronchey, sul rapporto tra gli uomini, gli animali, la terra e la nostra psiche in questi tempi di pandemia e di riscoperta del mondo animale. Sono tutte riascoltabili sul podcast di Radio 3.
Vorrei raccontarvi brevemente l’ultima puntata di sabato 29 novembre (https://www.raiplayradio.it/audio/2020/11/quotQueste-anime-viventi-Animali-anima-e-mondoquot-con-Silvia-Ronchey—-Quinto-ed-ultimo-incontro–a6218e0f-239d-4962-941c-94520ddf4a9f.html) che ha visto la partecipazione di Emanuele Coccia e Umberto Pasti.
Per il filosofo Emanuele Coccia il ritorno degli animali nelle nostre città durante il lockdown ci fa capire che le nostre città potrebbero essere abitate dagli animali e dalla altre specie.
E per questo non servono spazi enormi, ne è un esempio il Bosco verticale di Milano, che simbolicamente vuole rompere la frattura tra mondo minerale e la foresta.
Noi uomin siamo in realtà ‘uno zoo ambulante’ , siamo biodiversità e per questo dobbiamo rispettare la biodiversità fuori di noi.
La teoria dell’evoluzione è un esempio di metamorfosi e ogni specie è una metamorfosi di altre specie con il nostro DNA che si presenta come uno strano patchwork.
D’altra pare la vita è sempre metamorfosi; alla nascita noi prendiamo il sangue e il respiro dei nostri genitori e la vita in noi è più antica del nostro corpo. E’ un pò come se noi fossimo antichi e giovani allo stesso tempo.
Tutto ciò che è vivente ha la medesima complessità morale dell’uomo e c’è equivalenza morale tra tutte le specie. Per questo occorre ripensare allargandolo al concetto di cittadinanza.
Libri di E. Coccia:
– Métamorphoses, Bibliothèque Rivages, 2020
– La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Il Mulino 2018
– La vita sensibile, Il Mulino, 2011
Per Umberto Pasti, filosofo politico e ‘attivista’ della natura, bisognerebbe uscire dal ‘noi’ così fragile, limitato e malato. Da sempre animali e piante fanno parte della nostra cultura e la divisione tra i diversi regni è da considerarsi fallace. Nell’antichità queste divisioni erano più fluide.
L’infelicità dell’uomo di oggi è dovuta al fatto che animali e piante sono diventati meri simboli e non sono più dei veri punti di riferimento.
Bisognerebbe imparare a ‘disumanizzarsi’ e a sospendere il ‘noioso noi stessi’ cercando di entrare in comunione con tutto ciò che è altro da noi, che solo può consolarci.
Libri di U. Pasti:
– Un giardino atlantico. Rohuna, Nord Marocco, 2019
– Perduto in paradiso, Bompiani, 2018
– Animali e no, Bompiani, 2016
– Giardini e no. Manuale di sopravvivenza botanica, Bompiani, 2010
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