Note a margine del convegno I maestri del paesaggio, Bergamo, 4-5 settembre 2011
Il convegno organizzato da Arketipos è stata l’occasione per conoscere i progetti di alcuni tra i più qualificati paesaggisti che operano sulla scena internazionale.
Senza pretendere di fornire un resoconto dettagliato dei loro interventi vorrei soffermarmi con alcune brevi segnalazioni a commentare alcuni degli interventi che mi hanno maggiormente suggestionato corredandoli da alcune immagini che ho scattato durante il convegno (quindi immagini non tanto belle, ma spero comunque tali da fornire suggestioni).
Tra i paesaggisti che affrontano la scala maggiore del paesaggio ho trovato molto affascinante l’approccio di Lodewijk Baljon, di stanza ad Amsterdam, che ha presentato tra gli altri un ambizioso progetto la cui sfida è un paesaggio che nasce prima della città e integra tutti gli aspetti progettuali in un ambiente sostenibile. L’intervento è collocato in un polder di circa 200 ettari e la sfida appunto quella di ideare per prima cosa un paesaggio che solo successivamente, dopo circa 5 anni dalla realizzazione dell’intervento paesaggistico, accoglierà un complesso residenziale dove ogni casa resterà invisibile dalle altre vicine e strettamente collegata alla natura circostante.
Sulla scala urbana opera il paesaggista Peter Fink, fondatore dello studio FoRM e con un interessante background formativo che spazia dall’ingegneria, alla filosofia e alle arti visive.
Molti dei suoi lavori all’insegna del Green urbanism sono progetti partecipati con un forte coinvolgimento delle collettività.
Tra i progetti presentati dal prestigioso studio olandese West8, che conta uno staff di oltre 70 professionisti di differenti discipline, ho trovato molto affascinante l’intervento “10.000 bridges” ideato per la International Horticultural Expo 2011 di Xian, in Cina.
Tra i paesaggisti che operano invece piuttosto sulla scala del giardino segnalo la garden designer inglese Charlotte Rowe, che ha un curriculum molto particolare: dopo aver studiato storia dell’arte in Italia (tra i suoi riferimenti fondamentali i quadri di Piero della Francesca per le sue prospettive e per la plasticità e semplicità delle linee), design e orticultura, ha lavorato per 15 anni come marketing manager e nel 2001 ha completato i suoi studi in garden design e ha aperto uno studio a Londra. Nei suoi giardini, spesso di contesto urbano, l’acqua e la luce sono due componenti fondamentali e davvero superba la sua capacità di integrare casa e giardino.
Infine una breve menzione ai progetti del garden designer inglese Andy Sturgeon, pluripremiato al Chelsea Flower Show di Londra. Spesso nei suoi giardini gioca con le tonalità del verde da lui giudicato il colore che meglio ci fa sentire in pace con il mondo.
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