Maria Lai: il tempo dell’incalcolabile
Anni fa alla Biennale di Venezia ero rimasta incantata dai lavori di Maria Lai, tanti piccoli libri in stoffa tutti ricamati a mano con una leggerezza e poesia stupefacenti.
A Milano la Galleria M77 – fino al 26 febbraio – espone, in collaborazione con l’Archivio Maria Lai, un progetto tutto dedicato ai lavori dell’artista. Una mostra di fili, si potrebbe dire, il tema prediletto di Lai.
Il primo filo è quello che lega l’artista al racconto ‘Cuore mio’ di Salvatore Cambosu diffuso in sala dalla voce della nipote. ‘La storia racconta il sacrificio di una madre per salvare il suo bambino al punto di farsi pietra rendendo poroso il confine tra geologico e umano’ (Da un testo di Riccardo Venturi)
Il filo materiale è quello che compone le sue opere: i pannelli di tela con gli struggenti ricami di animali (colombe, cerbiatti, uccelli…) o il grande libro tutto cucito a mano dall’artista (‘Il libro di Maria Pietra’, 1991) e ancora le pietre che in realtà sono ceramiche smaltate e che sono intitolate ‘Telai’ perchè sulla loro superficie si colgono i fili del telaio.
Al piano superiore una serie di foto di Piero Berengo Gardin sulle quali è intervenuta Maria Lai e che raccontano attraverso le immagini l’opera ‘Legarsi alla montagna’, azione avvenuta nel 1981 nel paese natale di Maria Lai, Ulassai.
Ecco alcune immagini
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