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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Letto per voi: Il giardino gaudente, autobiografia di un giardino

Giorgio Rolando Perino, Il giardino gaudente. Autobiografia di un giardino, Editris200o, 142 pp, 2020, 12 euro

Ho molto amato il giardino gaudente (di cui ha parlato nel mio ultimo libro e in un post https://www.giardininviaggio.it/il-giardino-gaudente-di-giorgio-rolando-perino-a-mombercelli/).

Del libro, appena pubblicato, mi è piaciuto molto, come peraltro anche nel giardino, l’equilibrio tra desiderio di naturalezza (il boschetto dei noccioli e il piacere, così ben descritto, di calpestare le foglie come ci capita nei sottoboschi) e la ricerca continua di un dialogo con i grandi temi dell’arte e della storia dei giardini. I riferimenti ‘colti’ non sono mai voluti ma sempre autentici come il richiamo alla porta di Micene per descrivere il passaggio triangolare formato dai rami nel viale dei noccioli. Sempre in questo punto del giardino la costruzione del doppio filare di noccioli è stata pensata rievocando gli spazi coperti di verzura.

Ne emerge un autentico amore per la natura, i cicli delle stagioni, le tante piccole suggestioni colte osservando il giardino nelle diverse pre del giorno e nel contempo il desiderio di disegnare momenti o luoghi di artificio che, però, non sono mai fuori contesto, ma che possomo dialogare con il paesaggio.

Ho trovato piacevole nel libro l’altalenarsi tra i ricordi poetici dell’infanzia e i richiami più colti ed elaborati alla storia del giardino e alla propria competenza di architetto capace di dare ordine allo spazio. “Nel momento in cui si progetta un giardino con razionalità” ci racconta l’autore “si crea una certa distribuzione degli spazi, si immagina quale suggestione potranno creare, si decide quali specie di piante mettere, si pensa che dopo la galleria vegetale ombrosa ci debba essere la luce e un piccolo specchio d’acqua che ricorda, per un verso, certi giardini borghesi e per l’altro il gorgoglio dell’acqua di certe pozze naturali. Ma il nostro inconscio va a ritroso e ricorda le passeggiate furtive nel bosco-giardino, con lo slargo di luce e l’acqua, rammenta poi il sentiero che prosegue oltre, proprio come avviene qui.”

Quando Giorgio Perino ci racconta della sua difficoltà a stare tranquillo a leggere negli spazi per questo pensati nel suo giardino, mi riconosco in pieno e credo che molti lettori giardinieri si possano identificare. “Mi sembrava il posto ideale per leggere, ma non è stato così e dopo alcuni tentativi ho rinunciato: appena aprivo un libro mi accorgevo di quanti lavori ci fossero ancora da fare lì intorno; chiudevo il libro e mi mettevo all’opera”.

La sapienza dell’architetto emerge nel capitolo dedicato alla prospettiva che ci racconta, ad esempio, come è stato progettato il viale dei noccioli che farlo apparire più lungo del reale oppure come è stato realizzata la frana dei bossi, collocati disassati lungo un pendio.

E’ sempre rischioso parlare dei propri giardini, si finisce spesso per raccontare cose che per il lettore risultano poco interessanti anche per la sua difficoltà ad immaginare quello che l’autore conosce così bene e che ha quotidinamente sotto i propri occhi.
Questo è un rischio che l’autore ha saputo evitare completamente riuscendo ad ideare una narrazione che ha il potere di restituirci i tanti aspetti del processo creativo, le tante fonti di ispirazioni e a farci capire quanto sia difficile ma anche affascinante e originale questo percorso, che, in un certo senso, non ha mai fine.

In appendice al libro una serie di bellissimi schizzi progettuali delle diverse parti del giardino.

 

 

 

 

 

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Giardini in viaggio Laura Pirovano