Letto per voi: i dubbi del giardiniere
Paolo Pejrone, I dubbi del giardiniere. A cura di Alberto Fusari, Einaudi, 2021, 176 pp., 17 euro
L’introduzione del libro – da leggere attentamente – costituisce una sorta di manifesto non solo delle buone pratiche del giardiniere lento e accorto, ma anche e soprattutto un invito a come affrontare i cambiamenti in atto nel nostro ambiente e a riconsiderare il modo di fare giardini.
Così ci avverte l’autore ‘Questi scritti vorrebbero essere nient’altro che un “concentrato” di dubbi, un generatore di interrogativi’. Dubbi per superare i dogmi perchè è lo stesso giardino che ci insegna a mettere tutto in discussione.
Quindi spazio alle buone pratiche contro le trovate strabilianti, le artificiosità del giardino-installazione, i proclami a piantare tanti alberi e le scenografie costruite a tavolino e non affidandosi alle conoscenze e alle esperienze sul campo.
Pejrone delinea il giardino del domani come una sfida a fare i conti con terre povere, poca acqua e pochissima manutenzione e soprattutto lavorando con lentezza.
Per affrontare il cambiamento climatico occorre piantare assecondandolo per trovare specie e tecniche che assicurino la sopravvivenza pur in un contesto così artificioso.
Il libro è organizzato intrno a tre “arcipelagh”‘: ‘Sconquassi’, cioè le tante anomalie che ci troviamo a dover affrontare, come le fioriture precoci o posticipate, le debolezze dei grandi alberi in città, i miti da sfatare (come quello della pericolosità degli invadenti ailanti, la scarsità di acqua…; ‘Buone pratiche e cattive retoriche’, la bella ghiaia di una volta, i muretti a secco, la morte inevitabile degli alberi, il giardino selvatico…; ‘Vecchi e nuovi cari amici’, capitolo nel quale ci racconta le sue preferenze e le sue sperimentazioni con piante consuete e meno consuete, come i cisti, le gaure (troppo spesso usate come riempitivo), la clematide a fioritura invernale, gli epimedi, la vite vergine…..
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