Letti per voi: Verde brillante
Stefano Mancuso, Alessandra Viola, Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale. Giunti, 2013, 138 pp. 14 euro
Una lettura davvero appassionante che ci regala un altro sguardo sul mondo delle piante, confermando alcune sensazioni e facendoci scoprire quanto sorprendente sia il mondo naturale. Stefano Mancuso, è professore associato presso la facoltà di Agraria dell’università di Firenze, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) è membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behaviour; Alessandra Viola è una giornalista scientifica freelance. Il risultato di questo libro a 4 mani è un testo molto agile, di piacevole lettura, ma nel contempo rigoroso e ricco di esempi di ricerche sul campo.
A dispetto degli antichi e consolidati pregiudizi, il mondo vegetale è dotato di straordinarie capacità sia sensitive che intellettive e una incredibile attitudine al problem solving.
A differenza dal mondo umano ed animale i vegetali non possiedono organi singoli ma sono organismi modulari, divisibili e dotati di differenziati e sparsi centri di comando e sono sessili, cioè non si spostano (o quasi!). Inoltre, fatto molto rilevante, sono dotati di una “intelligenza di sciame” che permette loro di agire non come singoli ma come una rete, al pari delle colonie di formiche, degli stormi di uccelli o un banco di pesci. Il primo a suggerire, sulla base di dati certi e quantificati, che i vegetali fossero organismi molto più sofisticati di quanto si pensasse fu Charles Darwin che in particolare nella sua opera “The power of movements of plants” afferma tra le altre cose che “la punta della radice ha il potere di dirigere il movimento delle regioni adiacenti e agisce come il cervello di un animale inferiore…”.
Dopo un capitolo in cui percorre la storia dei pregiudizi nei confronti delle capacità del mondo vegetale, Mancuso illustra i sensi delle piante, le loro strategie di comunicazione e cerca di dimostrare e definire l’intelligenza vegetale.
I sensi delle piante
Nonostante le piante non siano dotate di alcun organo deputato ad esercitare uno dei nostri 5 sensi, li possiedono tutti e ne presentano anche altri, come ad esempio la capacità di calcolare la gravità, i campi magnetici, l’umidità e quella di analizzare diversi gradienti chimici.
La vista
Le piante sono in grado di intercettare la luce, di utilizzarla e di riconoscerne sia la qualità che la quantità; ne è un esempio lampante il fenomeno chiamato “fuga dall’ombra” che porta le piante a modificare la propria posizione in direzione della luce muovendo le foglie per riceverla in modo ottimale. Questa capacità deriva dalla esistenza di numerosi ricettori della luce che sono collocati per lo più sulle foglie. E in autunno la parte aerea di alcune piante “chiude gli occhi” perdendo le foglie, che costituiscono la parte più delicata nel periodo del gelo.
L’olfatto
Tutti gli odori prodotti dalle piante sono dei veri e propri messaggi che vengono comunicati al mondo esterno; ad esempio le angiosperme producono odori specifici per trasmetterli ai loro insetti impollinatori.
Il gusto
Le radici delle piante sono in grado di percepire i minuscoli gradienti chimici del terreno assaggiando in continuazione il suolo alla ricerca di nutrienti appetitosi come nitrati, fosfato e potassio. E non dimentichiamo poi il caso delle piante carnivore…
Il tatto
Un po’ dappertutto nelle piante si trovano piccoli organi chiamati “canali meccano-sensibili” che sono speciali recettori che si attivano quando la pianta tocca qualcosa. Un esempio ben noto è Mimosa pudica che appena sfiorata ritrae le foglie in una sorta di strategia difensiva non ancora del tutto spiegata. Anche le radici, attraverso i loro apici, sono in grado di percepire gli ostacoli, come i sassi nel terreno, e di cambiare il loro percorso girandogli intorno.
L’udito
Le piante utilizzano la terra come vettore per trasmettere i suoni e percepiscono i suoni grazie alla presenza dei canali meccano-sensibili che servono loro anche per il tatto. Un esempio molto interessante è l’esperimento condotto da un viticoltore di Montalcino che, in collaborazione con il LINV, ha provato per oltre 5 anni a coltivare le viti a suon di musica: le viti così allevate sono cresciute meglio, sono arrivate a maturazione prima e prodotto uva più ricca di sapore, colore e polifenoli. La musica ha poi tenuto lontani gli insetti, disorientandoli! Da qui è nata una nuova branca dell’agricoltura biologica, chiamata appunto fonobiologica.
La comunicazione nelle piante
Per trasportare informazioni da una parte all’altra del proprio organismo, le piante si servono di segnali elettrici, idraulici e chimici. Esse possiedono un sistema idraulico per trasportare materiale da un punto all’altro dell’organismo: xilematico dal basso verso l’alto (acqua e sali dalle radici alla chioma) e floematico nel percorso inverso (zuccheri prodotti dalla fotosintesi dalle foglie ai frutti e alle radici).
C’è poi la comunicazione tra piante che avviene attraverso il contatto, delle radici in primo luogo ma anche delle chiome. Ad esempio alcuni alberi – delle famiglie della Fagaceae, Pinaceae e delle Mirtaceae – non gradiscono intrecci di chiome e pattuiscono una spartizione del territorio per non disturbarsi a vicenda.
Sono poi in grado di riconoscere i loro parenti per perseguire l’obiettivo della difesa del proprio patrimonio genetico: questo avviene soprattutto attraverso segnali chimici emessi dalle radici e probabilmente anche dalle foglie.
Un altro aspetto della comunicazione riguarda quella con altri organismi come nel caso delle micorrizie, un tipo di simbiosi nel sottosuolo tra funghi e radici dove lo scambio mutualistico è tra fosforo e zuccheri.
Ma la simbiosi si può produrre anche con i batteri azotofissatori come per le leguminose che ricavano appunto dai batteri forme azotate utilizzabili e in cambio forniscono zuccheri.
Infine c’è la comunicazione fra piante e animali, dove le piante possano distinguere gli insetti predatori da quelli amici; nel primo caso la pianta per difendersi produce sostanze che rendono la foglia aggredita poco appetitosa, nel secondo caso la pianta attira, sempre con una miscela di sostanze chimiche, l’insetto che può uccidere il predatore. Un caso emblematico è quello del mais che nelle antiche varietà era in grado di attirare, tramite la produzione della cariofillina, dei nematodi capaci di combattere la Diabrotica virgifera, un insetto molto dannoso che attacca le radici.
La comunicazione con gli insetti è alla base della impollinazione dove il nettare è il centro di un vero e proprio mercato dove si scambiano prodotti contro servizi e alla base delle strategie di trasporto dei semi quando vengono scelti gli animali come vettori. L’intelligenza vegetale
Se il 99.7% della biomassa sulla terra è composta da vegetali, secondo l’autore significa che il mondo vegetale è dotato di elevate capacità di soluzione di problemi che gli hanno consentito di conquistare maggiore spazio a discapito delle altre specie.
Se intelligenza è capacità di problem solving, le piante sono intelligenti perché devono registrare un gran numero di parametri ambientali (luce, umidità, gradienti chimici, presenza di altre piante o animali, campi elettromagnetici, gravità…) per prendere decisioni che riguardano la ricerca degli alimenti, la competizione, la difesa, i rapporti con le altre piante e gli animali.
Molto interessanti e solo agli albori i potenziali sviluppi applicativi che derivano dalla conoscenza delle doti del mondo vegetale: abbiamo visto la fonobiologia come branca dell’agricoltura biologica, la lotta biologica e la fitorimediazione dove le piante assumono l’importante ruolo di bonifica dei terreni inquinati.
Video consultabili sulla rete
http://www.youtube.com/watch?v=7nZx0JcU2z0 Intervista a Stefano Mancuso
http://www.youtube.com/watch?v=KR-uHupCc30 Piero Angela, Superquark
http://www.youtube.com/watch?v=Wg6fFpT6rKE Voyager Mistero delle piante I
http://www.youtube.com/watch?v=Xyo0hcAumco Voyager Mistero delle piante II
http://www.youtube.com/watch?v=7e8U0gK9ApQ Voyager Mistero delle piante III
Tags: Intelligenza delle piante