Ritorno a Venaria reale
Avevo visitato i giardini di Venaria alcuni anni fa appena dopo la loro realizzazione. Ero curiosa di rivederli e soprattutto di verificare lo stato dei famosi Potager Royal di cui spesso Mimma Pallavicini aveva criticato lo stato di manutenzione. La cosa a mio avviso scandalosa è che il visitatore ha una piantina dei giardini dove sono indicate in diversi punti le aiuole dei famosi Potager che in realtà non ci sono quasi più: al loro posto i segni dei quadrati che ospitavano le aiuole, brandelli di tessuto non tessuto, pezzi di tubi di irrigazione. Il deserto dei tartari, tranne una piccola area dove sono rimaste alcune aiuole apparentemente ancora curate.
Mi domando che senso abbia far circolare ancora (e penso ai visitatori stranieri, che vergogna!) una planimetria che evidenzia delle zone che sarebbe meglio dimenticare. Perchè non ristampare almeno la piantina e indicare le zone come in corso di ristrutturazione.
Per il resto sono potenti gli assi visuali dei giardini, il complesso architettonico è stupendo. Restano alcune perplessità per alcune scelte di “restauro” come il laghetto dei cigni con i cosiddetti resti del Tempio di Diana, oppure le luci colorate dei getti d’acqua della fontana del cervo (davvero pacchiane) e infine per lo stato della manutenzione generale. Ad esempio perchè ostinarsi a piantare nei parterre le piante del vetro in una arlecchinata di colori quando non si è in grado di gestire la manutenzione corrente?
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