Giornate di studio Orticola 2020
Il tema delle due giornate di Orticola – sempre organizzate da Filippo Pizzoni e Margherita Lombardi – è stato ‘Nuove ricerche e nuovi scenari’, una interessante rassegna sugli ultimi studi, sulle nuove tecniche e sulle esperienze innovative. Io ho partecipato solo alla prima giornata ma vi racconterò brevemente anche la seconda attraverso il resoconto assai puntuale che mi ha fatto l’amica paesaggista Silvia Ghirelli.
Direi che le giornate di quest’anno sono state particolarmente interessanti e hanno offerto un quadro molto variegato dalla botanica, alla progettazione, agli strumenti online….
Prima giornata venerdì 14 febbraio
Oliva di Collobiano, grande paesaggista e scrittrice (io ricordo in particolare il suo bellissimo libro ‘Manuale semplice per la costruzione del giardino con disegni meravigliosi) ha raccontato tante cose e si è soffermata in particolare sulla formazione del paesaggista: a suo parere la scuola vera è l’Accademia di belle arti a cui è indispensabile aggiungere studi di botanica, ma poi è necessario visitare tanti giardini e acquistare famigliarità con la geografia dei luoghi. Ricordando la proposta del maestro Abbado di piantare alberi in piazza del Duomo, Oliva sostiene che sarebbe stato bello vedere un bosco di fronte ad un monumento gotico, come nei paesi del nord Europa.
Giacomo Castana, giovane garden designer e documentarista, ha mostrato una breve sintesi del suo documentario ‘Botanica per tutti’, una sorta di viaggio etnobotanico in giro per l’Italia per conoscere tanti personaggi legati in un modo o l’altro alla terra. Sulla pagina facebook https://www.facebook.com/botanicapertutti/ si trova il link per prenotare una copia dell’intero documentario.
Federica Colucci di Enea ha presentato il progetto Anthosart Green tool, una preziosa risorsa disponibile online che consente di fare ricerche, con diverse chiavi, sul patrimonio botanico delle specie della flora italiana. Uno strumento davvero prezioso che rinvia alle schede botaniche di Actaplantorum e che consente non solo di poter scegliere la pianta giusta a seconda delle nostre esigenze, ma anche di navigare per link di carattere artistico-culturale. Il database è consultabile al sito https://anthosart.florintesa.it/il-tool
Sempre in tema di risorse online, Margherita Lombardi ha illustrato il sito da lei progettato e curato in collaborazione con Carlo Maria Maggia Italian botanical Heritage (http://www.italianbotanicalheritage.com/it/index.php), che si propone l’ambizioso obiettivo di produrre un censimento del patrimonio botanico italiano. Quindi non solo parchi e giardini, ma anche alberi monumentali, oasi naturalistiche e altro ancora. Ad oggi il database conta circa 2500 schede ma viene continuamente aggiornato.
Carlo Magdalena di Kew gardens ha illustrato, purtroppo parlando un anglo-spagnolo alla velocità di un missile, l’attività dei prestigiosi Kew gardens (132 ettari, con uno staff di 750 persone, 50.000 specie di piante, un erbario straordinario e una banca dati di semi) e le sue straordinarie imprese botaniche volte alla salvaguardia di specie a rischio di estinzione. Per saperne di più vi consiglio il libro dell’autore ‘Il messia delle piante. Alla ricerca delle specie più rare del mondo’ edito da Aboca.
Mauro Crescini del vivaio Valfredda ha illustrato ‘nuove’ piante erbacee utilizzabili da nord a sud. Tra le tante specie e varietà da lui citate, mi sono annotata Pygmanthemum nuticum, una perenne dalle foglie argentate e dalla vaporosa fioritura bianca; la graminacea Andropogon gerardii, diritta, alta fino a 2 metri che dà un tocco di verticalità e naturalezza. Per il giardino mediterraneo Mauro ha consigliato Ballota hirsuta, particolarmente voluminosa e piena tale da conferire struttura al giardino; Achillea chrysocoma, dalla bella fioritura bianca; Verbena rigida, che fiorisce 5/6 mesi l’anno e Phlomis ‘Le Sud’ che riempie lo spazio.
Paolo Gullino, di Piante innovative, ha presentato alcuni degli ortaggi insoliti coltivati nel piccolo bellissimo vivaio illustrando per ciascuno le proprietà culinarie e curative.
Tra le tante ha segnalato il bellissimo spinacio rampicante (Basella rubra) che io ormai pianto ogni anno nel mio giardino, che ho foglie molto belle e buone e fiorellini stupendi; il cetriolo serpente, con un bellissimo fiore e buono sia crudo – richiama il sapore di cetriolo, che cotto, con sapore di zucca; il Chayote, o zucca centenaria, che si può mangiare crudo per tutto l’inverno ed è ricco di proprietà (ottimo per la pressione e la circolazione)
Seconda giornata 15 febbraio: dal resoconto di Silvia Ghirelli
Renato Bruni, ha parlato della ricerca sulle piante, che cominciamo finalmente a capire grazie alle nuove tecniche scientifiche. Per assurdo le piante, che esistono da molto più tempo di noi, sono gli organismi che fino ad ora conosciamo meno! Fino ad oggi – come nella parabola sui 6 ciechi e l’elefante (6 saggi ciechi cercano di capire che animale sia l’elefante e toccandolo ognuno ne dà una interpretazione parziale) – si è avuta una visione solo parziale, appunto, del mondo delle piante. Oggi finalmente si comincia ad avere una visione olistica della pianta e di tutto il microsistema che la circonda e che collabora con lei. Ma occorre utilizzare la XIV casa dei tarocchi, cioè la Temperanza, per avere un atteggiamento di cautela nei confronti di quanto si dice, anche di spettacolare, sulle piante, negli ultimi tempi!
Enrico Calvo di Ersaf, ha parlato delle foreste in Lombardia, che sono in aumento. Il problema è che in Italia si importa quasi l’80% del legno mentre bisognerebbe sfruttare, pur nel rispetto della sostenibilità, il patrimonio dei nostri alberi, anche perchè il nostro legname è certificato. La Commissione europea stima che il 25% del legname importato in Europa sia di provenienza illegale. Occorre sfruttare in maniera consapevole le nostre foreste! Tre i consigli: 1) creare asili nei boschi; 2)insegnare il valore del legno, che sarà sempre più richiesto e utilizzato; 3) quasi una provocazione: costruire a Milano un grattacielo di legno!
Alberta Campitelli, vicepresidente di APGI, pur citando con favore la riforma Franceschini (che ha riguardato tra gli altri Boboli, Caserta, Villa d’este, Capodimonte…), ritiene che la politica nazionale trascuri colpevolmente il grande patrimonio dei nostri parchi e giardini. Un esempio: sono stati istituiti corsi per giardinieri di 100 ore (l’equivalente di un corso per pizzaiolo) e la mancanza di giardinieri professionisti è uno dei tanti problemi che incontrano i giardini storici italiani nelle loro esigenze di manutenzione.
Marcellina Bertolinelli e Lidia Pinti, Politecnico di Milano, hanno illustrato il sistema BIM di gestione progettuale dei giardini: un sistema 3D evoluto che rappresenta lo strumento del futuro.
James Basson e Clément Chupin hanno parlato della loro filosofia di progettazione di giardini utilizzando piante che non necessitano di apporti idrici. Il problema, secondo loro, non è quello della mancanza di acqua, ma la scarsa conoscenza delle piante che possono vivere senz’acqua.
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