Franco Panzini: Boschi di città un itinerario storico tra i boschi urbani. Intervento al XXXII Corso di aggiornamento del giardino storico di Padova
Molto interessante l’intervento, assai articolato e approfondito, che il Prof. Franco Panzini, architetto e storico del paesaggio, ha svolto all’interno del Corso di aggiornamento sul giardino storico organizzato dal Gruppo Giardino storico dell’Università di Padova lo scorso 17 febbraio.
Il relatore ha analizzato, con un ricchissimo apparato iconografico, l’evoluzione del fenomeno dei boschi urbani a partire dall’inglobamento delle grandi riserve di caccia successivamente trasformate in grandi parchi urbani fino ai casi più recenti.
La trasformazione delle riserve di caccia reali rappresenta la prima tipologia di questo processo di inurbamento dei boschi. Tanti gli esempi, dai grandi parchi periferici di Parigi che a metà ‘800 nascono dalla grandi tenute di caccia: Bois de Boulogne (846 ettari, inaugurato nel 1853, dove sorgono le prime piste ciccalbili ‘Chalet des cycle’) e Bois de Vincennes, al Real Bosco di Capodimonte a Napoli, fino al Tiergarten di Berlino 210 ettari, aperto alla popolazione nel 1740 e divenuto parco pubblico dal 1881.
Questa prima tipologia accoglie attività legate alla vita urbana che non presentano ancora attinenza con il godimento della natura.
La seconda tipologia riguarda, in città di fondazione più recente, la protezione di brani di copertura boscata originaria spesso collocati su alture intorno alla realtà urbana. Un caso emblematico quello del Mont Réal a Montreal (280 ettari con oltre 32.000 alberi e parco pubblico dal 1876) successivamente trasformato nell’omonimo parco su disegno originario del grande Olmsted. Il più spettacolare esempio è poi costituito dalla Foresta da Tijuca a Rio de Janeiro; il disegno dei percorsi di visita e le nuove piantagioni (4000 ettari con piantagione di 130.000 alberi nella prima fase di riforestazione) sono opera del paesaggista Augusto Glaziou.
La terza tipologia riguarda esempi di brani forestali nuovi nelle città. Gli esempi più importanti a New York Central park (su disegno del progetto vincitore del concorso del 1858 di Olmsted-Vaux), ad Amsterdam Amsterdamse Bos (935 ettari su progetto di Cornelis van Eesteren e Jacoba Mulder, realizzato tra il 1934 e il 1970), un lavoro immenso che comportò un grandioso lavoro di drenaggio delle acque del polder per rendere il terreno adatto alle piantagioni. A Milano il Bosco in città nacque proprio su ispirazione del grande progetto olandese.
La quarta tipologia dei giorni nostri consiste nella creazione di nuovi boschi tra abbandono e rinaturalizzazione. Due gli esempi illustrati da Panzini: il Gasometro di Roma che ha visto la rinaturalizzazione spontanea lungo la riva del Tevere in un contesto altamente mineralizzazto e il Natur-Park alla periferia meridionale di Berlino che è sorto su un ex scalo ferroviario e aperto al pubblico come parco lineare di circa 18 ettari con una interessante percorrenza realizzata proprio per rispettare il processo di rinaturalizzazione spontanea.
Il parco è stato individuato dalla Fondazione Benetton per il Premio Scarpa del 2022.
Tags: boschi urbani, gruppo giardino storico, parchi urbani
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Fabio
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Molto interessante
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