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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Come costruire un piccolo giardino giapponese

A fine marzo ho partecipato a Sanremo a un interessante workshop dedicato alla composizione e realizzazione di un piccolo giardino secco (karesansui) all’interno del bel parco di Villa Ormond. Organizzatori del corso sul campo il Dipartimento di Agronomia dell’Università di Torino (Francesco Merlo) e il Comune di Sanremo. Un gruppetto di una ventina di professionisti (paesaggisti, giardinieri, agronomi) ha lavorato per tre giorni sotto la guida del maestro Kazuo Makioka, tra i massimi esperti dell’arte del giardino giapponese e del suo assistente Sachimine Masui. La cornice come dicevo il parco di Villa Ormond che ospita già un giardino giapponese realizzato nel 1991 da Claudia Aprosio del settore parchi e giardini  come frutto del gemellaggio tra Sanremo e la città giapponese di Atami (due cittadine accomunate dal festival della canzone, dalla posizione geografica e dalla tradizione di floricoltura). Il giardino di stile da passeggio, con cascata d’acqua e una collezione di specie botaniche originarie del Giappone, è stato recentemente recuperato dal suo stato di degrado con un progetto di riqualificazione condotto da Francesco Merlo e oggi si presenta in tutto il suo splendore con la cortina di bambù intrecciati ad una spettacolare Photinia (davvero bella se lasciata crescere in libertà e non costretta nelle forme delle orrende siepine che dilagano ormai dappertutto) che domina dall’alto la cascata che si tuffa nel laghetto incorniciato da  un ginepro potato a forma di cuscinetti che rievocano il carapace di una tartaruga, da pini d’aleppo, azalee e camelie.

 Il tassello mancante al disegno originario era proprio il giardino secco che si è deciso di donare alla città di Sanremo e che riempie lo spazio lasciato libero dalle vecchie voliere. A seguito della sciagura che ha inferto una così grande ferita al Giappone si è deciso di ampliare il progetto originario e di ospitare nel giardino un’isola della gru (tsurushima), animale che simboleggia l’ eternità.
Il maestro aveva preparato un piccolo schizzo del giardino che poi è stato parzialmente modificato in corso d’opera; in effetti il giardino si compone molto sul campo ed è stato interessante studiare le piccole e sapienti mosse del maestro che via via aggiustava il tiro dirigento con poche parole e gesti sicuri i lavori della squadra: ora scegliendo una diversa collocazione per una pietra, ora lo spostamento della bacinella d’acqua…

  

Divisi in tre squadre abbiamo iniziato il lavoro: una squadra si occupava di posizionare le grosse pietre per comporre la composizione sui bordi del laghetto e i lastroni per la pavimentazione del piccolo percorso dall’ingresso del giardino, una squadra lavorava la terra per formare la piccola collinetta dell’isola della gru e un’altra, di cui ho fatto parte, si dedicava alla composizione della macchia arbustiva composta da rosmarini, mirti, bossi, tuja e polygala.

Lavorando di vanga, zappa e rastrello a poco a poco il giardino ha preso forma: il maestro di volta in volta segnava con uno spray la collocazione di una pietra o faceva piccoli commenti prontamente tradotti per noi dal suo assistente, la terra era molto dura e argillosa grazie alle forti piogge dei giorni precedenti ed è stata una faticaccia… Nel correggere la posizione di una pietra il maestro la guardava da ogni angolatura e poi la soppesava e la gettava a terra: solo una posizione di stabilità era quella giusta, ma difficile catturare il segreto della disposizione così felice, armonica e giusta che le pietre e i massi assumevano sotto la sua direzione. Daltra parte secondo le indicazioni scritte nel Sakuteiki – il vecchio manoscritto risalente all’undicesimo secolo che detta le regole del giardino – “Non si devono mai sistemare le rocce a caso. Se si viola anche solo un tabù, il proprietario del giardino soffrirà inevitabilmente gravi conseguenze e breve sarà la prosperità della sua casa”. Ho capito che nella disposizione delle pietre è necessario evitare di mettere vicine due pietre grosse, che occorre ottenere un effetto di irregolare naturalezza. Gli arbusti destinati a formare una macchia mista (karikomi) sono stati disposti in modo da formare delle onde nelle quali rosmarini, mirti e bossi si mescolavano tra loro e in mezzo è stato costruito un piccolo corso d’acqua composto di pietre e sassi: alcune pietre sono state disposte per dare un effetto di controcorrente, fattore che procura energia. L’ isola della gru ha preso a poco a poco forma con il pino d’aleppo collocato in cima e intorno una cortina di pietre; poi è stata stesa la ghiaia scura di cava a comporre la spiaggia intorno al laghetto con i bordi leggermente rialzati e mescolati a un poco di cemento lungo le rive per delimitare più nettamente l’area dell’acqua che è stata riempita successivamente di ghiaia bianca, un macinato di Carrara di un calibro abbastanza grosso. L’area della spiaggia è stata successivamente delimitata da una cortina di pietre. Interessante la costruzione della recinzione di bambù che è stata disposta sul davanti e su un lato del giardino: tra due pali distanziati fra loro di circa due metri sono stati collocati a circa 20 cm dall’alto due file orizzontali di canne di bambù inchiodati ai pali, mentre piccoli bambù verticali sono stati piantati a intervalli regolari e ravvicinati dietro i due bambù e davanti e sfasati sono stati piantati altri bambù. Alla fine si è creata una recinzione molto fitta e tutte le intersezioni dei pali legati attraverso nodi molto particolari e difficili da copiare con rafia nera. La piccola isola è stata rivestita di prato a rotoli e cosi il piccolo bordo arrotondato d’ingresso che però è stato composto da una scacchiera di prato e terra, soluzione solo provvisoria per l’inaugurazione, ma che è risultata molto bella come effetto.

Ed ecco il risultato finale!

 

Commenti (2)

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    Sonia

    |

    Che bellissimo pezzo e che magnifiche immagini! Fanno subito venir voglia di realizzare un giardino giapponese a casa propria.

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    Elio chiappi

    |

    Sto realizzando da solo un piccolo giardinetto giapponese, vorrei mi mandaste delle fotografie e consigliarmi sul da farsi. Due domande in primis. Posso far crescere muschio, e il terreno come deve essere preparato prima dei lavori.

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Giardini in viaggio Laura Pirovano