Laura Caratti (a cura di), Il giardino pigro. Esperienze, idee e suggerimenti per faticare meno e godersi di più il giardino, Blu Edizioni, 2019, 218 pp., 22 euro
Un libro a più voci, frutto dell’esperienza sul campo di un gruppo di giardinieri appassionati (M. Acquaria, L. Rubens Antonello, C. Baldazzi, A. Benvenuti.
In fondo si tratta di abbandonare quella sorta di ostinazione che ci spinge a coltivare a tutti i costi piante che si ammalano o che non sono adatte al nostro ambiente (“Posti insospettabili e accanimenti inutili” di E. Volpato; “Le mie rose da far niente” di R. Versari o anche “Convivere felicemente con le rose” di L. Rubens Antonello), oppure quella mania di combattere le piante vagabonde (“Disseminanti sipatiche” di L. Caratti).
In ogni capitolo gli autori giardinieri, oltre a raccontare la nascita e l’evoluzione dei propri giardini (7 giardini distribuiti in diverse regioni italiane), forniscono consigli molto utili per affrontare i molteplici problemi che si incontrano nella vita quotidiana del giardiniere “consapevole”.
Si passa così dalle tecniche di compostaggio, all’uso dei concimi, alla scelta degli attrezzi “salvatempo”, a quella dei vasi, alle soluzioni per affrontare la sfida dell’ombra secca, fino al “Decalogo dei lavori astuti” (A. Vindrola).
Un libro prezioso da leggere attentamente e da tenere accanto per trovare soluzioni semplici a problemi complessi.
Gli organizzatori delle due giornate: Filippo Pizzoni e Margherita Lombardi
Molto interessanti le due giornate di studio organizzate da Orticola di Lombardia sul tema della natura in città. Leggi il Programma
Giornate di studio Orticola di Lombardia 2019
Molti i temi trattati con un interessante taglio interdisciplinare, dalla selvicoltura urbana, ai giardini storici, alla gestione degli alberi in città fino alla fauna selvatica e domestica con tanti esempi.
Sul piano della partecipazione dei cittadini al verde pubblico utile sapere, come ha ricordato Elena Grandi, come a Milano siano cresciuti i giardini condivisi; Manuel Bellarosa, giardiniere condotto nell’ambito del progetto organizzato dal Centro di forestazione urbana, ha giustamente sottolineato la valenza politica della partecipazione sociale nell’ambito del verde urbano (la rete libere rape metropolitane è il network dei giardini partecipati rape.noblogs.org).
Sempre a Milano prezioso l’ultimo progetto appena iniziato di Italia Nostra che ha accolto la sfida di risistemare la grande area verde di Porto di Mare che si sta trasformando in una preziosa oasi urbana.
Giardini condivisi a Milano
Una discussione sui giardini storici nei centri urbani è stata introdotta dall’architetto paesaggista Filippo Pizzoni.
Emanuela Rosa-Clot ha illustrato i dettagli del Bonus Verde, per il quale la rivista da lei diretta – Gardenia – si è molto battuta. Le detrazioni fiscali del 36% riguardano lavori di progettazione, manutenzione straordinaria, fornitura di piante, riqualificazione di prati e rifacimento impianto di irrigazione fino ad un ammontano di 5.000 euro Iva inclusa con rimborsi in 10 anni; la procedura di richiesta è semplice e il pagamento delle spese di giardinaggio si può effettuare in ogni modo tranne in contanti. Il Bonus Verde si applica anche ai condomini con un minimo di 10 appartamenti (in questo caso l’importo deducibile è fino a 50.000 euro l’anno da dividere tra i condomini). È ancora poca cosa ma è un primo passo importante ed è molto utile che venga utilizzato.
Preziosi gli interventi sulla gestione degli alberi in città.
Paolo Semenzato ha affrontato il tema della selvicoltura urbana che implica un approccio differente agli alberi della città secondo appunto principi forestali. Si tratta di alcuni metodoti: quello ecologico che porta l’attenzione all’intero ecosistema, a quello assestamentale che comporta la pianificazione del territorio forestale provvedendo al ricambio degli alberi. Il termine bosco o foresta urbana è usato anche per definire i boschi spontanei. Quanto al ricambio bisogna tenere presente che la cattura del carbonio da parte degli alberi avviene solo durante la crescita e cessa con la sua maturità; occorre perciò accrescere le superfici con nuovi boschi.
A proposito di boschi spontanei molto interessante la testimonianza di Leonie Fischer dell’università di Berlino che ha raccontato l’esperienza del Sudgelande Park, un’area naturale a sud di Berlino, adibita a scalo ferroviario fino a fine ‘800 e poi entrata in stato di abbandono. Il punto di partenza per la rivitalizzazione dell’area, a fine anni ’80, è stata la costruzione di un nuovo tipo di parco, che sapesse includere la vegetazione spontanea. L’approccio ha visto l’unione di storia culturale, di conservazione della natura ed esigenze di fruizione secondo tre principi: creare accessi alle persone, effettuare interventi artistici e favorire lo sviluppo di una nuova “wilderness” (giungla urbana).
Francesco Ferrini, Preside della Scuola di Agraria di Firenze, ha sottolineato come sia importante un nuovo approccio di tipo proattivo, sistematico e multifunzionale (non bisogna pensare al singolo albero ma all’intero sistema di foresta urbana); ha citato molti dati interessanti sul metabolismo urbano (concetto già coniato da Marx), sulla funzione degli alberi nel ciclo idrico urbano, sul consumo e produzione di ossigeno. Importante la scelta degli alberi (piccoli o grandi? qualità o quantità? da sfatare il mito delle piante autoctone), e oggi sono a dispozione molte più specie di una volta (utili le schede approntate nell’ambito del progetto Qualiviva, che si possono consultare su www.vivaistiitaliani.it)
Stefano Lorenzi, Società italiana di arboricoltura ha illustrato il piano di Bologna per l’adattamento ai cambiamenti climatici, ha passato in rassegna i fattori critici per gli alberi in città (spazio vitale/ interferenze spaziali / inquinamento ambientale / danneggiamenti all’apparato radicale), e sottolineato l’importanza del rinnovo delle alberature con precise analisi costi-benefici e con la necessità che l’abbattimento sia contestuale alla sostituzione e che sia avviata una corretta comunicazione ai cittadini. Il problema è l’offerta vivaistica che si può risolvere attraverso contratti plutiennali tra amministrazioni e vivaisti.
Gli ultimi interventi sono stati dedicati alla fauna selvatica e domestica in ambito urbano.
Molto piacevole l’intervento del giornalista botanico Gaetano Zoccali che ha presentato immagini del suo piccolo giardino urbano, autentica oasi di biodiversità, raccontando le presense di uccelli, insetti utili e altri animali.
Sempre sul tema degli animali in città un viaggio fotografico nella biodiversità urbana del biologo Francesco Tomasinelli e una panoramica degli uccelli metropolitani a cura di Federica Luoni dlla Lipu e ancora tanti consigli utili della biologa Valentina Giordano su come attirare gli uccelli nei nostri giardini.
New Delhi, Giardini in viaggio | foto di Lisa Gilardino
Concorsi
Il Labirinto della Masone ha indetto la seconda edizione del concorso internazionale di design, che prevede la progettazione e la realizzazione di un oggetto in bambù. Chi desidera partecipare ha tempo per iscriversi fino al 30 aprile 2019 e può scaricare il regolamento completo e la scheda di partecipazione, disponibili anche in inglese e in spagnolo, nell’ apposita sezione del sito del Labirinto della Masone.
I vincitori del Premio saranno annunciati sul sito web, entro il 12 ottobre 2019.
Il primo classificato di ogni sezione avrà diritto ad un premio in denaro e le opere verranno esposte in una mostra dedicata al concorso, che si terrà presso il Labirinto, data e luogo da stabilire, che sarà annunciato sul sito web.
Concorso Orti creativi – Festival degli orti della città di Camaiore (LU).
Il 13 e 14 aprile 2019 si terrà nel centro storico di Camaiore la decima edizione della manifestazione “È la via dell’orto”. Nell’ambito dell’evento, l’Amministrazione bandisce il secondo concorso “Orti creativi”, festival degli orti della città di Camaiore aperto a tutti quanti vorranno cimentarsi nella composizione di un orto creativo a tema libero da realizzarsi il giorno precedente dell’apertura ufficiale della manifestazione. Il premio per il vincitore sarà una cospicua somma in denaro, ovvero un assegno da mille euro consegnato nel corso di una cerimonia di premiazione il giorno 14 aprile 2019. Entro le ore 23.59 del 10 marzo 2019, gli interessati (persone singole o team) dovranno far pervenire il proprio progetto come stabilito dal bando, esclusivamente alla PEC comune.camaiore@cert.legalmail.it Comunicato Stampa
Corsi e convegni
16 febbraio alle 18 al Vivaio Coccetti di Lisanza si inaugura il corso di Garden Therapy ‘Natura è un altro nome per salute’ con il bioarchitetto Gigi Bellaria.
Febbraio 2019 al vivaio di Maurizio Feletig ad Arignano, Corso teorico-pratico di Potatura di rose antiche. Programma
20 febbraio – dalle 9 alle 13 – botanica, ricerca etnografica e giardinaggio si incontrano in carcere, un’anteprima del world anthropology day. Cascina Bollate. Questo è il titolo del laboratorio teorico-pratico tenuto da Caroline Moccia (l’antropologa in vivaio) e Susanna Magistretti, insieme ai giardinieri di Cascina Bollate, detenuti e non. Per questo appuntamento l’iscrizione (e l’autorizzazione) è obbligatoria entro sabato 16 febbraio, inviando una mail con nome, cognome, recapito telefonico e numero di documento d’identità a info@cascinabollate.org. L’appuntamento è alle ore 9 sul piazzale antistante l’ingresso del carcere in via Cristina Belgioioso 120, Milano.
20 febbraio, nell’ambito di My plant & garden alla Fiera di Milano, Paysage organizza “City brand and tourism”. Programma
20 febbraio, sempre nell’ambito di My plant & garden alla Fiera di Milano, Il Verde editoriale organizza il convegno “Gli alberi e le certificazioni”. Programma
22 febbraio, sempre nell’ambito di My plant & garden alla Fiera di Milano, il Verde editoriale organizza “Il prato svelato”. Programma
21-22 febbraioalla Fondazione Benetton di Treviso l’ edizione 2019 delle giornate internazionali del paesaggio dedicataa a “Giardini storici, verità e finzioni”.
Per info e iscrizioni online www.fbsr.it/agenda/giardini-storici-verita-finzione
Programma di primavera di incontri e visite a giardini e vivai dell’Associazione milanese Giardino & Paesaggio. Programma
Fino a maggio 2019 “XXIX CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO “GIULIANA BALDAN ZENONI-POLITEO” – 2019 su aspetti letterari, storici, filosofici, architettonici, economici, botanici e ambientali. Dire la storia, comporre col cambiamento. Il paesaggio e il giardino come racconto’dedicato a Emanuela Briani. Programma
Fiere e vivai
Agrumi Villa Necchi | foto di Luciano Monti
16-17 febbraio torna a Villa Necchi di Milano la manifestazione dedicata agli agrumi.
Dal 16 febbraio mostra degli ulivi e agrumi al Centro Verde, Caravaggio (BG).
Per info mandrillapp.com
2-3 marzo a Villa Necchi torna “Soffio di primavera”.
Per info www.fondoambiente.it
2-3 marzo e 9-10 marzo Hellebora 2019 al vivaio La Montà di Susanna Tavallini, Roasio (VC): mostre mercato di ellebori. Orario continuato dalle 10 al tramonto.
23 marzo al 25 aprile 2019, quarta edizione di “Giardinity primavera – I Bulbi di Evelina Pisani” a Villa Pisani Bolognesi Scalabrin Vescovana (Padova). Il grandissimo prato del parco romantico della Villa si trasforma in un quadro impressionista con la fioritura di 100mila tulipani bellissimi e coloratissimi, con 25 mila nuove tonalità e specie rispetto alla scorsa edizione, che si andranno a mescolare all’erba e ai fiori spontanei di primavera. Comunicato Stampa
30-31 marzo a Villa Giulia di Pallanza (Verbania), Mostra della Camelia.
12-15 maggio, torna all’Auditorium di Roma il festival del verde e del paesaggio. Il tema 2019 sarà reathe-Respiro, e gli alberi e le piante per il loro ruolo fondamentale nella vita dell’uomo sono il tema principale attorno al quale ruota tutto il festival: attraverso i suoi concorsi, giardini temporanei, piante, design, architettura, conferenze e workshop si intende esplorare la relazione tra Uomo, Natura e Città, il trinomio lungo il quale si declinerà il futuro della vita umana. Anteprima del Festival
Libri
Renato Bruni, Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte, Codice, 2018
F. Neonato, F. Tomasinelli e B. Colaninno, “Oro verde. Quanto vale la natura in città”, Verde Editoriale 2019. Il libro sarà presentato il 20 febbraio alle 15.35 all’interno della manifestazione My plant and garden, Rho Fiera, Pad 20 sala convegni
20 febbraio alle 11 si inaugura all’Università Bicocca il ciclo “Le passeggiate antropologiche dell’università”.
Per info www.anthrodaymilano.formazione.unimib.it
26 febbraio ore 18.30, Un secondo appuntamento per presentare l’idea-progetto da sottoporre al Comune di Milano per valorizzare la via Novara come:– arteria che collega la città con il nord ovest e percorso per raggiungere dal centro un territorio dove sono presenti tre grandi Parchi urbani: Parco di Trenno, Parco della Cave e Boscoincittà. Mare culturale urbano via Gobetti 15 MI.
Per info centroforestazioneurbana.voxmail.it
per la prima volta Orticola di Lombardia entra a far parte del circuito di MuseoCity presentando una “passeggiata tra i fiori in sei musei di Milano”. Si tratta di un percorso che coinvolge 6 opere esposte in altrettanti musei cittadini.Seguire il percorso è facilissimo, basta la cartolina, ritirata direttamente in uno dei 6 musei o all’InfoPoint del Comune di Milano in Galleria Vittorio Emanuele, uno smartphone con cui inquadrare il QRcode e i segreti, le curiosità e le caratteristiche botaniche nascoste in quell’opera vi verranno svelate. Comunicato Stampa
Mostre
Fino al 10 marzo in mostra al Royal Botanical garden di Kew, Londra, le foto premiate del concorso ‘International garden photographer of the year’ su giardini, piante e fiori.
Per vedere le foto premiate www.castellodipralormo.com
Dal 9 marzo al 14 luglio a Palazzo Strozzi a Firenze una mostra dedicata a Verrocchio, il maestro di Leonardo
Il primo numero del 2019 di Gardens illustrated riporta, come ogni anno, il parere di alcuni paesaggisti e garden designer sulle nuove tendenze. Vi propongo una breve sintesi con il parere di alcuni professionisti.
Lodewijk BALJON
L’estetica naturalistica delle perenni e delle erbe ornamentali, che sta entrando negli spazi pubblici, è una tendenza che continua, sia per il suo interesse lungo le stagioni sia per i suoi meriti ecologici. Altro trend quello del woody planting che si svilupperà anche nei centri urbani. Alberi a ceppaia particolamente adatti.
Luciano GIUBBILEI
Sottolinea l’importanza dell’uso di Instagram, sia per avere ispirazioni, sia come strumento di comunicazione dei progetti
Debbie ROBERTS and Ian SMITH, coppia di garden designer attivi in Europa e negli USA
I clienti stano cominciando ad imparare la semplicità del design, ad apprezzare textures e i sottili giochi di luce e a volere naturalezza nei loro giardini
Anne-Marie POWELL, garden designer, scrittrice e conduttrice di servizi alla televisione
Nota una maggiore consapevolezza nella clientela rispetto ai giardini di impronta naturalistica, richiedendo prati selvatici, laghetti e piante che attirino gli insetti utili impollinatori.
Emily ERLAM, landscape designer
Sottlinea il crescente interesse per l’indoor planting, per pulire gli ambienti dalle tossine e rilasciare umidità per migliorare le nostre abitazioni. Inoltre i clienti sono più interessati al planting rispetto all’hard landscaping. La paesaggista sta seguendo molti progetti in cui sviluppa sistemi di recupero e riciclo dell’acqua
Tim RICHARDSON, scrittore e garden critic
A suo parere la tendenza è verso una maggiore complessità negli schemi di planting, attraverso la ripetizione di gruppi di piante e una maggiore enfasi su arbusti, comprese le rose, e piccoli alberi come Cornus e Malus. La passione per le erbe ornamentali sta diminuendo.
Chris MOSS, garden designer
Piuttosto che combattere contro le conseguenze nei giardini dei cambiamenti climatici, è opportuno progettare assecondando la natura, con molta capacità di osservazione e pazienza. Un no deciso al giardino pronto effetto. Anche i clienti sono più sensibili alla scelta ponderata delle piante, meno piante ad effetto e più esemplari piccoli e semplici.
Sono reduce da una viaggio in Nuova Zelanda, una meta da me sognata negli anni e che si è rivelata a luci e ombre.
Comincerò dalle ombre
i voli sono di una lunghezza veramente impegnativa (quasi 25 ore tra i vari scali), la scelta di fare un viaggio on the road con molti lunghi tragitti in macchina è risultata non felice per la monotonia di molti dei paesaggi, che, soprattutto nell’isola del nord, sono molto simili ai nostri, a quelli inglesi in particolare. Mi aspettavo paesaggi molto più incontaminati, remoti e drammatici e con orizzonti come ho conosciuto in Patagonia; in realtà, essendo un paese con una grande presenza di agricoltura e pastorizia (moltissime mucche e pecore, più numerose al sud), spesso i paesaggi risultano molto antropizzati con i campi da pascolo che sono interrotti e circoscritti da numerosi filari di alberi, spesso conifere. Inoltre quasi tutte le mete risultano molto organizzate da un punto di vista turistico, il che da un lato offre vantaggi, ma dall’altro, diminuisce la poesia della scoperta dei luoghi.
Un’ultima nota critica: gli abitati (villaggi e città) sono piuttosto brutti; i paesi, molto all’americana, sono una sfilata anonima di attività commerciali seguire da residenze. Le città per lo più non hanno un impianto urbanistico e risultano un insieme un pò casuale e disordinato di nuove costruzioni, spesso anonime, e vecchie architetture coloniali, carine per lo più di legno. Come eccezioni Wellington, vivace e in una bella posizione e Christchurch, che unica tra le città, ha un ordinato impianto urbanistico ma che oggi è in grande ristrutturazione a causa del terremoto del 2011.
Molte luci però
soprattutto alcuni luoghi mitici dell’isola del Sud, come la selvaggia west coast con i fiordi, la east coast, molti parchi nazionali e le zone geotermiche dell’isola del nord.
In sintesi credo che la Nuova Zelanda vada visitata non saltabeccando da un luogo all’altro ma sostando con escursioni e trekking in alcuni luoghi più interessanti (più avanti raconterò con immagini i luoghi a mio parere più belli). Alla vegetazione, ricchissima e molto interessante, dedicherò un articolo più avanti.
Alcune foto di città e villaggi
Auckland Wynard Quartier: il quartiere del porto che è stato oggetto di una sistemazione paesaggistica di un noto studio australiano e risulta piacevole e vivace.
Rotorua, il centro dei villaggi (turistici Maori) e delle zone geoterniche è iperturistica. Bella la vecchia Bath house, che era sede dei bagni termali e oggi del museo, e che è circondata dai Government gardens, molto english.
Wellington, la capitale, è una città in una bella posizione affacciata sulla baia e circondata da colline. Da qui si prende il traghetto per attraversare il canale di Cook e raggiungere Pikton sull’isola del Sud.
Wellington: la zona del porto, molto vivace e frequentato con molti che girano in canoa.
Dunedin, l’Edimburgo neozelandese, ha una stazione molto caratteristica con interni molto belli. Il resto del centro è piuttosto triste.
Dunedin: a differenza dal centro sono piacevoli i quartieri universitari e residenziali verso il bellissimo orto botanico. Qui predominano le vecchie costruzioni coloniali in legno.
Christchurch è in pieno fermento di ricostruzione a seguito del terremoto del 2011 che ha devastato tutto il vecchio centro. Interessanti alcune delle nuove architetture come i tanti murales molto belli e le iniziative dei cittadini che consistono in interventi provvisori (con allestimenti, piccoli giardini e costruzioni temporanee) chiamati ‘Gap fillers’ per riempire i grandi vuoti urbani.
Christchurch
Christchurch: alcuni dei tanti murales.
Christchurch: New regent street, una caratteristica via del centro con vecchie case coloniali nei toni pastello.
Christchurch, interno della Transitional Cathedral in cartone opera di un architetto giapponese.
Un tipico villaggio, nell’isola del sud verso Matueka: ma sono tutti molto similli
Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda
Una piccola carrellata di paesaggi ripresi lungo i vari percorsi.
Bay of islands, nel nord dell’isola del nord. Abbiamo fatto una escursione in barca con avvistamento di alcuni delfini, bei luoghi ma non molto originali
Bay of islands: interessante la fittissima vegetazione boschiva intorno alla baia: molti metrosideros e tanti notofagus.
Isola del nord: nel percorso verso Rotorua comincia il paesaggio dominato dalle felci arboree.
Isola del sud Spiaggia di Nelson in direzione Matueka da Pikton.
Isola del sud: Cape Foulwind sulla west coast, scogliere, grandi onde e in primo piano sfilata di grandi Phormium.
Franz Josef, paesa dal quale si compiono escursioni al ghiacciaio omonimo che non abbiamo potuto compiere a cuasa del cattivo tempo e della scarsa visibilità. Intorno paesaggi con foreste di felci tra cui dominano le arboree.
Isola del sud: lungo il percorso per Queenstown.
Isola del sud: un percorso molto bello quello da Milford Sound (regione dei fiordi) fino a Tehanau.
Isola del sud: un percorso molto bello quello da Milford Sound (regione dei fiordi) fino a Tehanau.
Isola del Sud Lake Tehanau.
Isola del Sud: nel percorso da Tehanau a Dunedin un esempio dei campi da pascolo con filari di conifere.
Isola del Sud Lake Pukaki e sullo sfondo Mount Cook.
Isola del Sud. Molto suggestivi e mutevoli i paesaggi verso Hanmer Springs.
Isola del Sud. Molto suggestivi e mutevoli i paesaggi verso Hanmer Springs.
Isola del sud: sempre in direzione Hanmer springs.
Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda
Qui il paesaggio è lunare, suggestivo, pieno di nuvole di fumo e di vapori d’acqua.
Alcune delle stupende piscine termali
Anche la vegetazione è spettrale e spettacolare
Tongariro National Park
Una bella passeggiata: distese steppose a perdita d’occhio e vista sui vulcani.
Kauri forest
Isola del nord: Kauri forest
La foresta pluviale di Kauri forest
Molti e davvero unici alcuni dei luoghi visitati nell‘isola del Sud. Difficile scegliere, forse al primo posto la regione dei fiordi, la più selvaggia della west coast e in particolare l’escursione in barca nel fiordo di Milford sound: cascate d’acqua da tutte le parti che scendono da montagne lussureggianti di foreste in particolare di Nothofagus e alla base piene di felci. Poi la penisola di Kaikoura sulla East coast dove si può fare all’andata una bella passeggiata in alto con viste sulle scogliere e al ritorno in basso sulla spiaggia e sugli scogli avvistando foche e cormorani.
Abel Tasman Nat. Park sulla Tasman Bay si può attraversare con una escursione in barca seguita da una piacevole passeggiata dalla Medlands Beach fino a Bark Bay.
Indimenticabile anche la penisola di Otago dove di nuovo ci sono foche e i pinguini dagli occhi gialli (purtroppo diminuiti e tenuti in osservazione perchè ammalati e difficili da avvistare).
Molto bello anche il Lake Tekapo con piacevoli escursioni su una penisola.
Isola del sud West coast. Milford sound
Kaikoura Peninsula, East coast Isola del Sud
Abel Tasman NP
Otago Peninsula Harington Point
Lake Tekapo, passeggiata sulla penisola
Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda
Molto interessanti e assai ben tenuti i giardini botanici che ho visitato nelle principali città sia al nord che al sud. Sono molto grandi e per lo più hanno, oltre a percorsi paesaggistici, numerose collezioni di piante (soprattutto le native, le camelie, i rododendri, le rose e altro ancora). Spesso sono a disposizione dei visitatori interessanti pannelli didattici.
Auckland Botanical Garden
Auckland botanical garden, a circa 20 km dalla città, attualmente in parziale ristrutturazione, ma comunque molto interessante anche per l’impianto di parco paesaggistico all’inglese; ci sono alberi maestosi e molte siepi di pittosforo tenuifolia e di un arbusto che avevo conosciuto in Irlanda tipico delle zone costiere, Griselinia littoralis e lucida.
Wellington Botanical Garden
Wellington Botanical Garden, si raggiunge facilmente dal centro con una funicolare. Dall’alto si gode di una bella vista sulla città e sulla baia. Molto interessante la collezione di felci e quella in cui vengono illustrati con pannelli didattici i principali alberi della Nuova Zelanda.
Il giardino delle rose che vengono curate senza pesticidi.
Uno dei pannelli esplicativi sulla Tree house che spiega le caratteristiche dei principali alberi nella zona sottostante.
Dunedin botanical garden
Dunedin botanical garden, il più interessante a mio parere sia dal punto di vista dell’impianto paesaggistico, sia per la cura straordinaria e per la ricchezza delle collezioni: conifere, piante australiane ed asiatiche, camelie, native della Nuova Zelanda; tra le zone molto bello il rock garden e il laghetto. Molto ricca e assai ben documentato l’area dedicata alle rose antiche con preziosi pannelli didattici dedicati alle diverse tipologie.
Uno dei pannelli didattici nel giardino delle rose antiche.
Christchurch Botanical Garden
Christchurch Botanical Garden, in centro città all’interno di un grandissimo parco. Oggi appare non in ottime condizioni credo a causa dei grandi impegni dovuti alla ricostruzione della città dopo il terremoto. In ogni caso molto articolato con il giardino neozelandese, il giardino delle rose, quello delle eriche, con serre molto belle. Ben fatto e accogliente il nuovo edificio che ospita il centro di informazione, la biblioteca e un piccolo ristorante. Delizioso il giardino delle erbe che conclude il percorso.
Il giardino delle eriche.
Interessante la pergola di piccoli alberi di pero nel giardino del curatore che contiene l’Herb Garden.
Redwood Treewalk
Per finire interessante il Redwood Treewalk nell’isola del nord: un percorso molto bello in una foresta di sequoie californiane con una ricca vegetazione di felci arboree
Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda
Umbrella Fern (Sticherus cunninghamii) nel Tongariro
La vegetazione della Nuova Zelanda è ricchissima e variegata. È in primo luogo il regno delle felci arboree sia al nord che al sud: due generi Dicksonia (squarrosa e fibrosa) e Cyathea (medullaris, dealbata, smithii e cunninghamii)che sono una componente molto importante nelle foreste in quanto giocano un ruolo di piante pioniere soprattutto nei suoli umidi esposti a sud e occupano gli spazi vuoti dopo la caduta degli alberi. Le foreste sono composte da conifere (della famiglia delle Podocarpaceae, come Podocarpus tatara, Dacrycarpus dacrydioides, Dacrydium cupressinum) dai cedri nativi e dai notofagus (Nothofagus fusca, menziesii, solandri e truncata). Poche e assai ben conservate le foreste di kauri (Agathis australis).
Grande la presenza dei Phormium tenaxspesso associati ad un’altra pianta nativa Crocosmia-crocosmifolia. Tra gli arbusti moltissimi pitosfori (presenti anche in forma arborea), Hebe (salicifolia, stricta, canterburiensis), Griselinia littoralis. Molte siepi di Muehlenbeckia australis e astonii.
Tra gli alberi molto diffuso il metrosidero (Metrosideros excelsa dal fiore rosso e robusta dal fiore giallo) e il Cabbage tree (Cordyline australis).
Nelle zone geotermiche grande la presenza di Manuka (Leptopermum scoparium) dal qual si ottiene un ottimo miele e di Kanuka ( Kunzea ericoides) arbusti o piccoli alberi.
Tra le graminacee si segnalano molti Carex, Libertia, Astelia, Dianella nigra, Chionochloa cospicua.
Oltre a quelle arboree tantissime felci sia tappezzanti, che disposte su pareti in verticale che rampicanti. Molto diffusi e quasi naturalizzati gli agapanti.
Le piante delle foreste
Agathis Australis Kauri Tree
Dacrycarpus Dacrydioides Kahikatea
Dacrydium Cupressinum
Nothofagus Solandri
Podocarpus Totara
Felci arboree
Cyathea Dealbata Ponga
Cyathea Medullaris
Dicksonia Fibrosa Wheki
Dicksonia Fibrosa Wheki
Altre felci
Blechnum Fluviale
Microsorum Pustulatum
Pareti di felci lungo la strada. Isola del nord.
Pteridium Esculentum Sori Fern
Pyrrosia Eleagnifolia Leather Leaf Fern: una felce rampicante
Altri alberi, arbusti ed erbacee della Nuova Zelanda