Il 29 ottobre venti a 180 Km orari hanno causato enormi danni al patrimonio boschivo alpino. Un uragano che ha investito con la sua forza dirompente anche anche lo storico parco delle Terme di Levico, danneggiando gravemente centocinquanta alberi monumentali. Faggi, cedri dell’ Himalaya, abeti del Caucaso, querce, aceri di monte, abeti pluricentenari, tigli, larici, pini neri e un Pinus sabiniana, una rara specie di pino nordamericana che nel parco aveva raggiunto dimensioni monumentali sono stati sradicati o spezzati come fuscelli. Tutta l’area est, (circa 40000 mq) è stata totalmente rasa al suolo, con una stima dei danni che supera i cinque milioni di euro. Serviranno però decenni per ricucire il paesaggio di quello che è il più importante parco storico della provincia di Trento.
Con notevole sforzo i giardinieri del parco coadiuvati da una squadra di boscaioli specializzati in esboschi, hanno iniziato lo sgombero dei tronchi e a distanza di un mese la prima fase dei lavori è ora quasi conclusa.
Il 24 novembre è stato così possibile aprire regolarmente il mercatino di Natale che tutti gli anni illumina con le sue luci il parco delle Terme.
Ora inizia la difficile fase di ricostruzione in base a un progetto che è in corso di elaborazione che dovrà considerare il reimpianto di alberature, di arbusti, la riparazione di pavimentazioni, arredi e impianti tecnologici.
Grazie alla solidarietà della comunità locale è partita una raccolta di fondi con un conto corrente dedicato “Adotta un albero” per acquistare i nuovi alberi e ricucire le ferite.
Si può aderire versando l’importo di € 10,00 sul conto corrente “Adotta un albero”, Cassa rurale di Levico Terme IT08H0817834940000018157920 Cassa Rurale Alta Valsugana
Molto bella la grande antologica dedicata a Carlo Carrà in mostra a Milano a Palazzo reale fino al 3 febbraio 2019. Io ho apprezzato soprattutto i dipinti nei quali Carrà, liberatosi dagli influssi dei diversi stili che lui ha attraversato, giugnge al suo stile personale, solido, di grande equilibrio ed originalità. Soprattutto i paesaggi e le nature morte.
I vincitori del premio Città per il verde 2018, organizzato dal Verde editoriale sono: i comuni di Collebeato (Bs), Filottrano (An), Treviglio (Bg), Bari e Verona
Orticolario ha indetto il concorso ‘Spazi creativi’ 2019. Fino al 31 gennaio sono aperte le iscrizioni per la domanda di ammissione. Bando
Corsi e convegni
dal 28 novembre all’1 dicembre a Mantova Primo forum mondiale sulle foreste urbane. Comunicato stampa
28 novembre alle 17, Viaggio intorno ai bulbi con Edoardo Sabtoro, Palazzo Madama, Torino
30 novembre alle 17 alla Fondazione Beneton di Treviso i risultati dell’workshop su Il paesaggio di una villa veneta (villa Farsetti) e il suo futuro
1 dicembre, alle 17, l’associazione Piante guerriere organizza laconferenza di Laura Pirovano ‘Patagonia: paesaggi, flora e fauna’, Biblioteca di Luino (VA). Locandina
1-2 dicembre Christmas days alla Floricoltura Coccetti di Lisanza. Locandina
5 dicembre, Fertilizzazione Sostenibile per la Sicurezza Alimentare, Società Geografica ItalianaVia della Navicella 12 – Roma. Programma
15 dicembre ore 15.30, convegno Il Futuro Del Paradiso Di Chiavenna.Una riflessione aperta su paesaggio, botanica, cultura e funzioni di un museo di valle. Chiavenna, Sondrio. Programma
dal 23 gennaio al 10 aprile 2019 corso in 5 tappe ‘Cucina e salute’ con Michele Maino e Rita Megna al Mercato verde di Milano. Programma
fino al 6 gennaio al Museo del paesaggio di Verbania mostra multimediale dedicata ai progetti della decima edizione della Biennale del paesaggio di Barcellona
Raccolta fondi per Dolomiti bellunesi
Per dare una mano per il ripopolamento delle foreste devastate dal vento e dall’acqua si può fare un bonifico intestato alla Parrochia di San Bartolomeo, Tiser. Il riferimento è Don Fabiano mail donfabiano@virgilio.it
IBAN IT95X0200860980000006334509
Finalmente un libro completo, serio e approfondito sulle ortensie. Una guida che riesce a unire rigore botanico e indicazioni pratiche che solo una brava giardiniera, oltre che collezionista, può fornire al lettore. Le foto di Dario Fusaro, oltre ad essere molto bell’, sono davvero uno strumento indispensabile per l’identificazione delle oltre 600 specie descritte nel volume.
Guardando l’indice – nell’aletta del libro – si osserva la serietà della classificazione in 7 sottosezioni e nelle relative specie, alcune delle quali pochissimo conosciute come H. longipes, robusta, strigosa (della sotto sezione Asperae) o H. xanthoneura (Heteromallae) o ancora H. scandens (Pelanthae) solo per citarne alcune.
Nella parte iniziale, oltre ad un utile chiarimento sulle specie e la loro classificazione, l’autrice fornisce utili consigli sulla coltivazione e indicazioni sulle principali malattie. In appendice un capitolo è dedicato alle più belle del reame, cioè alle piante che sono state premiate da diverse prestigiose associazioni.
Per ogni specie, varietà o ibrido l’autrice fornisce una presentazione molto precisa e dettagliata che consente una identificazione anche grazie alle tante immaginik di corredo che illustrano la pianta nel suo insieme, i fiori, le foglie e i rami.
L’impressione è di un parco molto bello e, cosa importante, già molto frequentato e vivo.
Una rete di sentieri lo collega molto bene al quartiere e lo connette alla prima porzione, il giardino della Fondazione Catella, che curerà la manutenzione del parco con uno staff di 7 giardinieri promuovendo diversi eventi culturali e didattici. Un parco aperto, senza alcune recinzione (sono previste telecamere e visite notturne di due guardie): speriamo che i vandali non lo rovinino subito!!!
Tante aree funzionali ben disegnate nel segno del cerchio con una collezione di laberi, tutti ben etichettati: Betula utilis ‘Doorenbos’, Carpinus betulus, Cedrus atlantica ‘Glauca’, Fraxinus excelsior ‘Jaspidea’, Liriodendron tulipifera ‘Fastigiata’, Malus ‘Evereste’, Populus nigra ‘Italica’, Salix babylonica, Taxodium distichum. Un labirinto di lonicere.
Distese di erbacee e graminacee firmate da Piet Oudolf.
Sicuramente un parco delicato, che richiederà una manutenzione molto attenta. Bisognerà vederlo crescere.
Ecco una piccola galleria di immagini
parco Biblioteca degli alberi a Milano: la vista del bosco verticale
parco Biblioteca degli alberi a Milano: il labirinto di lonicere
parco Biblioteca degli alberi a Milano: la zona con le belle betulle della varietà ‘Dorenbos’ dalle candide cortecce: una zona di sosta tranquilla e piacevole
parco Biblioteca degli alberi a Milano: una delle aree funzionali dedicate al fitness
parco Biblioteca degli alberi a Milano: una lunga seduta
parco Biblioteca degli alberi a Milano: l’area giochi per i bambini
parco Biblioteca degli alberi a Milano: l’area giochi per i bambini
parco Biblioteca degli alberi a Milano: carpini e bossi in forma
parco Biblioteca degli alberi a Milano: particolare dei sentieri
parco Biblioteca degli alberi a Milano: percorsi
parco Biblioteca degli alberi a Milano: le aiuole di Piet Oudolf
le aiuole di Piet Oudolf
Parco Biblioteca degli alberi: lo specchio d’acqua
Parco Biblioteca degli alberi: lo specchio d’acqua
Parco Biblioteca degli alberi
Parco Biblioteca degli alberi: il giardino della F. Catella
Una vista del Parco Soranzo Cappello, restauro di G. Rallo
Molto interessante la conferenza organizzata dall’Associazione VerDiSegni ‘Tra restauro e manutenzione: la forma del giardino’ che si è tenuta il 21 novembre alla scuola Arte&Messaggio di Milano.
G. Rallo sottolinea l’importanza, oggi, di sperimentare nuovi tipi di lavorazione per ottimizzare la manutenzione nei giardini storici. Il restauro, a suo parere, deve avere lo scopo di rimettere in evidenza elementi del giardino che sono stati nascosti nel corso degli anni dalla vegetazione riconnettendoli con un sistema di relazioni anche nuove. La condizione essenziale è la capacità del paesaggista di comprendere a fondo il giardino, di conoscerne la personalità. Il giardino storico contiene in sè le differenti forme che il giardino ha assunto nel tempo e il restauro appunto ha il compito di rimettere insieme parti che non hanno più relazione tra loro.
Il giardino poi deve collegarsi con il concetto attuale di natura. Rallo mostra alcuni esempi di restauri di giardini storici in Veneto. A Villa Braida a Treviso il restauro è stato essenzialmente un lavoro sulle piante secondo criteri di manutenzione misurata. A Villa Pisani, di cui Rallo da circa vent’anni cura il restuaro del giardino, è stata sperimentata una gestione differenziata dei prati. Interventi di minima a Villa Revedin Bonasco dell’università di Padova è stato avviato un intervento di minima.
Un esempio straordinario di restauro è quello di Pascal Cribier nel parc du Chateau de Mery-sur Oyse (https://www.aujardin.info/fiches/jardin_mery_1.php): una reinvenzione del giardino tutta giocata su acqua e piante secondo principi ecologici e ambientali.
F. Pizzoni sottolinea come sia importante distinguere gli ambiti degli interventi: giardino storico in città/campagna, giardino privato/pubblico…
Ogni intervento costituisce una precisa interpretazione e occorre sottolineare come la manutenzione sia una materia fondamentale del progetto. Infatti un giardino non esiste se non c’è qualcuno che lo cura!
Conoscere i processi naturali del divenire di un giardino aiuta a facilitare la manutenzione:
Pizzoni porta poi l’esempio dei giardini pubblici Perego per i quali la manutenzione è curata, attraverso una convenzione con il comune di Milano, da Orticola di Lombardia. Questo caso dimostra come ormai, e non solo in Italia, (vedi esempio di High Line e battery Park a New York) sia fondamentale la collaborazione fra pubblico e privato, attraverso il ruolo delle associazioni dei cittadini. Nei giardini Perego l’intento è quello, attraverso interventi di manutenzione ordinaria, di fare sperimentazioni, come il giardino del muschio creato da Mariani del vivaio Central Park.
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
Mi piace sempre andare a novembre a Venezia. Anche quest’anno ho fatto una scappata per vedere alcune mostre e soprattutto per andare a zonzo nelle zone che più mi piacciono, come la Giudecca, Castello, il Ghetto…
Bellissima la mostra – all’isola di San Giorgio di cui ho scoperto il bel parco della Fondazione Cini – dedicata ai vetri della vetreria Cappellin firmati da Carlo Scarpa: pezzi notevoli in tutte le straordinarie tecniche artigianali della vetreria.
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
La vetreria Cappellin e il giovane Scarpa all’Isola di San Giorgio
Nel parco della Fondazione Cini le Vatican chapels di cui ho apprezzato soprattutto quella del giapponese Fujimori ed alcune altre
Vatican Chapels: Terunobu Fujimori
Vatican Chapels: Terunobu Fujimori
Vatican Chapels: Terunobu Fujimori: l’interno della cappella
Vatican Chapels: Asplund Pavillon di Francesco Magnani e Traudy Pelzel
Vatican Chapels: Smiljan Radic
Installazione -pae-white-qwalala-glass-2017-
Dall’isola di San Giorgio
2 figure di Luciano Minguzzi nel giardino della Fondazione Peggy Guggenheim
Pavimentazione nel giardino della Fondazione Peggy Guggenheim