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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Design trends 2019. Una sintesi da Gardens Illustrated, january 2019

Il primo numero del 2019 di Gardens illustrated riporta, come ogni anno, il parere di alcuni paesaggisti e garden designer sulle nuove tendenze. Vi propongo una breve sintesi con il parere di alcuni professionisti.

  • Lodewijk BALJON
    L’estetica naturalistica delle perenni e delle erbe ornamentali, che sta entrando negli spazi pubblici, è una tendenza che continua, sia per il suo interesse lungo le stagioni sia per i suoi meriti ecologici. Altro trend quello del woody planting che si svilupperà anche nei centri urbani. Alberi a ceppaia particolamente adatti.
  • Luciano GIUBBILEI
    Sottolinea l’importanza dell’uso di Instagram, sia per avere ispirazioni, sia come strumento di comunicazione dei progetti
  • Debbie ROBERTS and Ian SMITH, coppia di garden designer attivi in Europa e negli USA
    I clienti stano cominciando ad imparare la semplicità del design, ad apprezzare textures e i sottili giochi di luce e a volere naturalezza nei loro giardini
  • Anne-Marie POWELL, garden designer, scrittrice e conduttrice di servizi alla televisione
    Nota una maggiore consapevolezza nella clientela rispetto ai giardini di impronta naturalistica, richiedendo prati selvatici, laghetti e piante che attirino gli insetti utili impollinatori.
  • Emily ERLAM, landscape designer
    Sottlinea il crescente interesse per l’indoor planting, per pulire gli ambienti dalle tossine e rilasciare umidità per migliorare le nostre abitazioni. Inoltre i clienti sono più interessati al planting rispetto all’hard landscaping. La paesaggista sta seguendo molti progetti in cui sviluppa sistemi di recupero e riciclo dell’acqua
  • Tim RICHARDSON, scrittore e garden critic
    A suo parere la tendenza è verso una maggiore complessità negli schemi di planting, attraverso la ripetizione di gruppi di piante e una maggiore enfasi su arbusti, comprese le rose, e piccoli alberi come Cornus e Malus. La passione per le erbe ornamentali sta diminuendo.
  • Chris MOSS, garden designer
    Piuttosto che combattere contro le conseguenze nei giardini dei cambiamenti climatici, è opportuno progettare assecondando la natura, con molta capacità di osservazione e pazienza. Un no deciso al giardino pronto effetto. Anche i clienti sono più sensibili alla scelta ponderata delle piante, meno piante ad effetto e più esemplari piccoli e semplici.

Dal mondo delle riviste | Febbraio 2019

Antibes, fioritura di Aloe | Foto di Donatella Lupo

ACER 1/19

  • Premio La città per il verde 2018
  • Strategie innovative per curare la carie del legno e i marciumi radicali
  • Il vivaio di acquatiche Arboreafarm
  • Performative nature alla Biennale del paesaggio 2018 di Barcellona

Arcipelago Milano

Alberi | foto di Claudio Longo

Gardenia | febbraio 2019

  • Un gioiello barocco in Normandia, Brécy, di M. Martella
  • Aucuba
  • Le mimose
  • Un giardino landese in 13 stanze
  • Il giardino del Grand Hotel Minerva a Firenze del gruppo Mati
  • Natur-Park Sudgelande a Berlino

Inserto Orti e Giardini

  • Gli orti dell’Università di Pollenza
  • Orti sul tetto
  • Un orto fiorito
  • L’esperienza degli orti di Brezzo di Bedero, testo Laura Pirovano
  • Un orto di cooperativa promosso da Andrea Mati
  • Le erbe aromatiche

Mela cotogna | febbraio 2019

Coda di Gallo di Claudio Longo | gennaio 2019

Gardens illustrated | gennaio 2019

  • Le migliori piante segnalate dagli esperti
  • Un giardino firmato da Tom Stuart-Smith nel centro della Spagna
  • Un giardino in California di un paesaggista americano
  • Profilo delle Mahonia
  • Un giardino modernista a San Francisco
  • Shades of green
  • Un giardino in Marocco

Nuova zelanda. 1. Breve resosonto del viaggio e flash sulle città

Auckland Wynard Quartier

Auckland Wynard Quartier

Sono reduce da una viaggio in Nuova Zelanda, una meta da me sognata negli anni e che si è rivelata a luci e ombre.

Comincerò dalle ombre

i voli sono di una lunghezza veramente impegnativa (quasi 25 ore tra i vari scali), la scelta di fare un viaggio on the road con molti lunghi tragitti in macchina è risultata non felice per la monotonia di molti dei paesaggi, che, soprattutto nell’isola del nord, sono molto simili ai nostri, a quelli inglesi in particolare. Mi aspettavo paesaggi molto più incontaminati, remoti e drammatici e con orizzonti come ho conosciuto in Patagonia; in realtà, essendo un paese con una grande presenza di agricoltura e pastorizia (moltissime mucche e pecore, più numerose al sud), spesso i paesaggi risultano molto antropizzati con i campi da pascolo che sono interrotti e circoscritti da numerosi filari di alberi, spesso conifere. Inoltre quasi tutte le mete risultano molto organizzate da un punto di vista turistico, il che da un lato offre vantaggi, ma dall’altro, diminuisce la poesia della scoperta dei luoghi.

Un’ultima nota critica: gli abitati (villaggi e città) sono piuttosto brutti; i paesi, molto all’americana, sono una sfilata anonima di attività commerciali seguire da residenze. Le città per lo più non hanno un impianto urbanistico e risultano un insieme un pò casuale e disordinato di nuove costruzioni, spesso anonime, e vecchie architetture coloniali, carine per lo più di legno. Come eccezioni Wellington, vivace e in una bella posizione e Christchurch, che unica tra le città, ha un ordinato impianto urbanistico ma che oggi è in grande ristrutturazione a causa del terremoto del 2011.

Molte luci però

soprattutto alcuni luoghi mitici dell’isola del Sud, come la selvaggia west coast con i fiordi, la east coast, molti parchi nazionali e le zone geotermiche dell’isola del nord.

In sintesi credo che la Nuova Zelanda vada visitata non saltabeccando da un luogo all’altro ma sostando con escursioni e trekking in alcuni luoghi più interessanti (più avanti raconterò con immagini i luoghi a mio parere più belli). Alla vegetazione, ricchissima e molto interessante, dedicherò un articolo più avanti.

Alcune foto di città e villaggi

Auckland Wynard Quartier

Auckland Wynard Quartier: il quartiere del porto che è stato oggetto di una sistemazione paesaggistica di un noto studio australiano e risulta piacevole e vivace.

Rotorua, villaggi turistici Maori e delle zone geoterniche

Rotorua, il centro dei villaggi (turistici Maori) e delle zone geoterniche è iperturistica. Bella la vecchia Bath house, che era sede dei bagni termali e oggi del museo, e che è circondata dai Government gardens, molto english.

Wellington

Wellington, la capitale, è una città in una bella posizione affacciata sulla baia e circondata da colline. Da qui si prende il traghetto per attraversare il canale di Cook e raggiungere Pikton sull’isola del Sud.

Wellington

Wellington: la zona del porto, molto vivace e frequentato con molti che girano in canoa.

Dunedin

Dunedin, l’Edimburgo neozelandese, ha una stazione molto caratteristica con interni molto belli. Il resto del centro è piuttosto triste.

Dunedin

Dunedin: a differenza dal centro sono piacevoli i quartieri universitari e residenziali verso il bellissimo orto botanico. Qui predominano le vecchie costruzioni coloniali in legno.

Christchurch

Christchurch è in pieno fermento di ricostruzione a seguito del terremoto del 2011 che ha devastato tutto il vecchio centro. Interessanti alcune delle nuove architetture come i tanti murales molto belli e le iniziative dei cittadini che consistono in interventi provvisori (con allestimenti, piccoli giardini e costruzioni temporanee) chiamati ‘Gap fillers’ per riempire i grandi vuoti urbani.

Christchurch

Christchurch

Christchurch

Christchurch

Christchurch: alcuni dei tanti murales.

Christchurch

Christchurch: New regent street, una caratteristica via del centro con vecchie case coloniali nei toni pastello.

Christchurch Transitional Cathedral

Christchurch, interno della Transitional Cathedral in cartone opera di un architetto giapponese.

Matueka

Un tipico villaggio, nell’isola del sud verso Matueka: ma sono tutti molto similli

Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda

Nuova Zelanda 2. Paesaggi on the road

Tongariro National Park, Isola del Nord.

Una piccola carrellata di paesaggi ripresi lungo i vari percorsi.

Bay of islands, nel nord dell’isola del nord. Abbiamo fatto una escursione in barca con avvistamento di alcuni delfini, bei luoghi ma non molto originali

Bay of islands: interessante la fittissima vegetazione boschiva intorno alla baia: molti metrosideros e tanti notofagus.

Isola del nord: nel percorso verso Rotorua comincia il paesaggio dominato dalle felci arboree.

Isola del sud Spiaggia di Nelson in direzione Matueka da Pikton.

Isola del sud: Cape Foulwind sulla west coast, scogliere, grandi onde e in primo piano sfilata di grandi Phormium.

Franz Josef, paesa dal quale si compiono escursioni al ghiacciaio omonimo che non abbiamo potuto compiere a cuasa del cattivo tempo e della scarsa visibilità. Intorno paesaggi con foreste di felci tra cui dominano le arboree.

Isola del sud: lungo il percorso per Queenstown.

Isola del sud: un percorso molto bello quello da Milford Sound (regione dei fiordi) fino a Tehanau.

Isola del sud: un percorso molto bello quello da Milford Sound (regione dei fiordi) fino a Tehanau.

Isola del Sud Lake Tehanau.

Isola del Sud: nel percorso da Tehanau a Dunedin un esempio dei campi da pascolo con filari di conifere.

Isola del Sud Lake Pukaki e sullo sfondo Mount Cook.

Isola del Sud. Molto suggestivi e mutevoli i paesaggi verso Hanmer Springs.

Isola del Sud. Molto suggestivi e mutevoli i paesaggi verso Hanmer Springs.

Isola del sud: sempre in direzione Hanmer springs.

Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda

Nuova Zelanda. 3 Luoghi top

Rotorua parco termale Kuirau Park.

Wai-O-Tapu zona geotermica

Qui il paesaggio è lunare, suggestivo, pieno di nuvole di fumo e di vapori d’acqua.

Alcune delle stupende piscine termali

Anche la vegetazione è spettrale e spettacolare

Tongariro National Park

Una bella passeggiata: distese steppose a perdita d’occhio e vista sui vulcani.

Kauri forest

Isola del nord: Kauri forest

La foresta pluviale di Kauri forest

Molti e davvero unici alcuni dei luoghi visitati nell‘isola del Sud. Difficile scegliere, forse al primo posto la regione dei fiordi, la più selvaggia della west coast e in particolare l’escursione in barca nel fiordo di Milford sound: cascate d’acqua da tutte le parti che scendono da montagne lussureggianti di foreste in particolare di Nothofagus e alla base piene di felci. Poi la penisola di Kaikoura sulla East coast dove si può fare all’andata una bella passeggiata in alto con viste sulle scogliere e al ritorno in basso sulla spiaggia e sugli scogli avvistando foche e cormorani.

Abel Tasman Nat. Park sulla Tasman Bay si può attraversare con una escursione in barca seguita da una piacevole passeggiata dalla Medlands Beach fino a Bark Bay.

Indimenticabile anche la penisola di Otago dove di nuovo ci sono foche e i pinguini dagli occhi gialli (purtroppo diminuiti e tenuti in osservazione perchè ammalati e difficili da avvistare).

Molto bello anche il Lake Tekapo con piacevoli escursioni su una penisola.

Isola del sud West coast. Milford sound

Kaikoura Peninsula, East coast Isola del Sud

Abel Tasman NP

Otago Peninsula Harington Point

Lake Tekapo, passeggiata sulla penisola

Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda

Nuova Zelanda. 4 Botanical gardens

Molto interessanti e assai ben tenuti i giardini botanici che ho visitato nelle principali città sia al nord che al sud. Sono molto grandi e per lo più hanno, oltre a percorsi paesaggistici, numerose collezioni di piante (soprattutto le native, le camelie, i rododendri, le rose e altro ancora). Spesso sono a disposizione dei visitatori interessanti pannelli didattici.

Auckland Botanical Garden

Auckland botanical garden, a circa 20 km dalla città, attualmente in parziale ristrutturazione, ma comunque molto interessante anche per l’impianto di parco paesaggistico all’inglese; ci sono alberi maestosi e molte siepi di pittosforo tenuifolia e di un arbusto che avevo conosciuto in Irlanda tipico delle zone costiere, Griselinia littoralis e lucida.

Wellington Botanical Garden

Wellington Botanical Garden, si raggiunge facilmente dal centro con una funicolare. Dall’alto si gode di una bella vista sulla città e sulla baia. Molto interessante la collezione di felci e quella in cui vengono illustrati con pannelli didattici i principali alberi della Nuova Zelanda.

Il giardino delle rose che vengono curate senza pesticidi.

Uno dei pannelli esplicativi sulla Tree house che spiega le caratteristiche dei principali alberi nella zona sottostante.

Dunedin botanical garden

Dunedin botanical garden, il più interessante a mio parere sia dal punto di vista dell’impianto paesaggistico, sia per la cura straordinaria e per la ricchezza delle collezioni: conifere, piante australiane ed asiatiche, camelie, native della Nuova Zelanda; tra le zone molto bello il rock garden e il laghetto. Molto ricca e assai ben documentato l’area dedicata alle rose antiche con preziosi pannelli didattici dedicati alle diverse tipologie.

Uno dei pannelli didattici nel giardino delle rose antiche.

Christchurch Botanical Garden

Christchurch Botanical Garden, in centro città all’interno di un grandissimo parco. Oggi appare non in ottime condizioni credo a causa dei grandi impegni dovuti alla ricostruzione della città dopo il terremoto. In ogni caso molto articolato con il giardino neozelandese, il giardino delle rose, quello delle eriche, con serre molto belle. Ben fatto e accogliente il nuovo edificio che ospita il centro di informazione, la biblioteca e un piccolo ristorante. Delizioso il giardino delle erbe che conclude il percorso.

Il giardino delle eriche.

Interessante la pergola di piccoli alberi di pero nel giardino del curatore che contiene l’Herb Garden.

Redwood Treewalk

Per finire interessante il Redwood Treewalk nell’isola del nord: un percorso molto bello in una foresta di sequoie californiane con una ricca vegetazione di felci arboree

Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda

Nuova Zelanda. 5 La vegetazione

Umbrella Fern (Sticherus cunninghamii) nel Tongariro

La vegetazione della Nuova Zelanda è ricchissima e variegata. È in primo luogo il regno delle felci arboree sia al nord che al sud: due generi Dicksonia (squarrosa e fibrosa) e Cyathea (medullaris, dealbata, smithii e cunninghamii) che sono una componente molto importante nelle foreste in quanto giocano un ruolo di piante pioniere soprattutto nei suoli umidi esposti a sud e occupano gli spazi vuoti dopo la caduta degli alberi. Le foreste sono composte da conifere (della famiglia delle Podocarpaceae, come Podocarpus tatara, Dacrycarpus dacrydioides, Dacrydium cupressinum) dai cedri nativi e dai notofagus (Nothofagus fusca, menziesii, solandri e truncata). Poche e assai ben conservate le foreste di kauri (Agathis australis).

Grande la presenza dei Phormium tenax spesso associati ad un’altra pianta nativa Crocosmia-crocosmifolia. Tra gli arbusti moltissimi pitosfori (presenti anche in forma arborea), Hebe (salicifolia, stricta, canterburiensis), Griselinia littoralis. Molte siepi di Muehlenbeckia australis e astonii.
Tra gli alberi molto diffuso il metrosidero (Metrosideros excelsa dal fiore rosso e robusta dal fiore giallo) e il Cabbage tree (Cordyline australis).

Nelle zone geotermiche grande la presenza di Manuka (Leptopermum scoparium) dal qual si ottiene un ottimo miele e di Kanuka ( Kunzea ericoides) arbusti o piccoli alberi.

Tra le graminacee si segnalano molti Carex, Libertia, Astelia, Dianella nigra, Chionochloa cospicua.
Oltre a quelle arboree tantissime felci sia tappezzanti, che disposte su pareti in verticale che rampicanti. Molto diffusi e quasi naturalizzati gli agapanti.

Le piante delle foreste

Agathis Australis Kauri Tree

Dacrycarpus Dacrydioides Kahikatea

Dacrydium Cupressinum

Nothofagus Solandri

Podocarpus Totara

Felci arboree

Cyathea Dealbata Ponga

Cyathea Medullaris

Dicksonia Fibrosa Wheki

Dicksonia Fibrosa Wheki

Altre felci

Blechnum Fluviale

Microsorum Pustulatum

Pareti di felci lungo la strada. Isola del nord.

Pteridium Esculentum Sori Fern

Pyrrosia Eleagnifolia Leather Leaf Fern: una felce rampicante

Altri alberi, arbusti ed erbacee della Nuova Zelanda

Cordyline Australis Cabbage Tree

Nikau Palm Rhopalostylis Sapida: l’unica palma neozelandese

Metrosideros Excelsa

Lagunaria patersonii; albero dalla stupenda fioritura rosea

Schefflera Digitata

Dodonea Viscosa Akeake

Griselinia Littoralis

Hebe Salicifolia

Lectospermum Scoparium Manuka

Muehlenbeckia Astonii

Crocosmia e felci

Olearia Capillaris

Phormium Tenax

Pittosporum Tenuifolia Humpty Dumpty

Brachyglottis Compacta

Pachystegia Insignis, delle zone costiere

Dianella Nigra

Libertia Ixioides

Distesa di carex nella strada verso Dunedin, Isola del sud

Tanti Agapanti sia nell’Isola del nord che del sud e non solo nei giardini

Gli altri articoli dedicati al viaggio in Nuova Zelanda

A gennaio sarò in Nuova zelanda

Blechnum novae zelandiae

Il blog si ferma a gennaio perchè sarò impegnata a viaggiare per le due isole della Nuova Zelanda. Ci ritroviamo a febbraio con tanti racconti e immagini.

Seguitemi su facebook https://www.facebook.com/laura.pirovano.52

e su Instagram https://www.instagram.com/giardiniinviaggio9/?hl=it

Intanto vi propongo la lettura del bell’articolo di Noel Kingsbury apparso sul suo blog dedicato alla flora della N.Z. ‘The New Zealand’s look. The colony’srevenge’

https://noels-garden.blogspot.com/2018/03/the-new-zealand-look-colonys-revenge.html

News in tema di seminari, convegni, libri, mostre e altro ancora. Dicembre 2018

Animali

  • Secondo l’ultimo convegno Verso un Piano nazionale di monitoraggio del lupo, organizzato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) negli ultimi 40 anni la popolazione del lupo in Italia è cresciuta fino ad occupare il 25% del nostro territorio, tanto da essere presente in tutto l’Appennino e raggiungendo sia le Alpi occidentali che quelle centro-orientali.

Concorsi e premi

primula-palinuri

  • Elette le piante simbolo delle venti regioni italiane, iniziativa promossa dal gruppo della Società Botanica Italiana coordinato da Lorenzo Peruzzi professore di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e Direttore dell’Orto e Museo Botanico. A votare sono stati oltre 500 appassionati ed esperti botanici da tutta Italia che hanno eletto le piante vincitrici a partire da una rosa di candidature, con un meccanismo per certi versi simile a quello delle primarie. va dalla alla Primula di Palinuro per la Campania che cresce endemica a picco sul mar Tirreno, allo Zafferano etrusco per la Toscana, al Pino locato per la Basilicata che si trova solo nel Parco Nazionale del Pollino, o ancora alla Sassifraga dell’Argentera per il Piemonte, la più votata in assoluto, una bellissima pianta erbacea a fiori rosa, tipica delle Alpi occidentali. Per elenco piante premiate
  • Dal 21 novembre 2018 al 31 gennaio 2019 sono aperte le iscrizioni per partecipare al concorso e realizzare i loro progetti in occasione dell’undicesima edizione di Orticolario (Villa Erba, Lago di Como, 4-5-6 ottobre 2019). Per info e scaricare banco e moduli di iscrizione https://orticolario.it/concorso-internazionale-spazi-creativi/
  • Myplant & Garden e Fondazione Minoprio indicono la IV edizione del concorso creativo, che quest’anno si chiama ‘Il giardino di corte’. L’area oggetto del concorso, coordinato dall’arch. Umberto Andolfato (AIAPP), è sita all’interno di CasArché, una comunità per nuclei mamme-bambini della Fondazione Arché Onlus, realtà nata su iniziativa di padre Giuseppe Bettoni che si prende cura di mamme e bambini con disagio sociale e fragilità personale con l’obiettivo proteggerli e di accompagnarli nella costruzione di progetti di autonomia sociale, abitativa a lavorativa. Scadenze: Iscrizione: entro le h. 24.00 del 4 gennaio 2019; Invio elaborati: entro il 31 gennaio 2019; Comunicazione del progetto selezionato: entro il 8 febbraio 2019; Invio impegno di accettazione per la realizzazione dell’allestimento: entro il 15 febbraio 2019; Inaugurazione e premiazione dei progettisti: giorno di apertura Myplant&Garden (20 febbraio 2019); Realizzazione dell’allestimento: ottobre 2019
Corsi e convegni

Fiere e vivai

  • 20-22 febbraio 2019, MyPlant & Garden alla fiera di Milano Rho
  • 9-10 marzo 2019, Primavera in giardino a Milis (OR) Villa Pernis
  • 5-7 aprile 2019, VerdeMura a Lucca  mura urbane
  • Dal 17 al 19 maggio 2019 torna Orticola a Milano ai Giardini Indro Montanelli
Giardinaggio
  • La Xylella colpisce la macchia mediterranea:  tra le piante trovate infette, 13 ginestre, 11 poligala mirtifolia, tre mandorli, due calicotome, un rosmarino, una lavanda, un cisto, e un eleagno. L’area interessata, situata nei dintorni di Porto Santo Stefano, è particolarmente isolata dal resto del territorio toscano per la presenza della laguna di Orbetello che la separa dalla terraferma. Non è nota l’origine dell’infestazione, ma tra le ipotesi accreditate l’introduzione nella zona di piante infette o il trasporto di insetti vettori della malattia, provenienti da località poste al di fuori del territorio italiano. Si procederà immediatamente, annuncia il Mipaaft, all’applicazione delle misure fitosanitarie di eradicazione. Verrà inoltre istituita un’area delimitata comprendente la zona infetta interessata, dove ricadono le piante colpite, e una zona cuscinetto circostante di 5 km dove verrà svolta un’attenta sorveglianza. Fonte Ansa
  • Giardini e parchi
  • L’associazione Amici del Paradiso di Chiavenna, in sintonia con la Comunità Montana e il Comune di Chiavenna, opera per rilanciare il Parco Museo del Paradiso, area paesaggistica di grande fascino, unica nel suo genere, che comprende il giardino botanico con resti archeologici di epoca romana e non solo; l’antica fortificazione del Castellaccio; un museo di reperti antichi e di cultura locale. Il Parco del Paradiso fu fondato negli anni Cinquanta, dalla felice intuizione di unire un’emergenza per lo sperone della Rocca, l’Orto Botanico e il Museo della cultura materiale della Valchiavenna. La denominazione Paradiso è legata alla presenza di piantumazioni di limoni, ulivi e altre piante mediterranee, nata grazie al microclima creato dalla capacità della pietra ollare di trattenere il calore. Ideatrice del progetto fu l’Avis di Chiavenna, coordinata dal professor Serafino Corbetta, che fondò a una cooperativa per la valorizzazione del sito ed ebbe in donazione la Rocca che sovrasta il Castello, poi la proprietà si ampliò con ulteriori donazioni. Ora si cerca di rilanciare il progetto originario, per un Museo del Paradiso di Chiavenna, che include un universo ambientale, paesaggistico, botanico, storico, culturale, per fare un punto di riferimento per i cittadini di Chiavenna e momento informativo e formativo essenziale per tutti i visitatori.
Libri
  • river-aire-by-pool-superpositions

    Yearbook Landscape Architecture Europe 2018, Blauwdruk Publishers, 29,50 euro, V edizione con 48 progetti contemporanei selezionati da una giuria internazionale. Per info https://www.uitgeverijblauwdruk.nl/newbooks/#cc-m-product-15184620024

  • Marco Togni, Instant giapponese, Gribaudo-Feltrinelli, da un conoscitore del Giappone un nuovo libro sulla cultura nipponica
  • FIORI E PIANTE. Botanica, cura e segreti, in collaborazione tra Orto botanico di Brera e città studi e Corriere della Sera, 2018: 20  agili monografie
Milano
  • Fino al’8 gennaio 2019, Piccola mostra di disegni e fotografie di Claudio Longo sul tema delle foglie. Orto di Brera, auletta didattica.Ore: 9.30-16.30.Giorni di apertura:Dicembre: gio 20, ven 21, sab 22. Inoltre: ven 28, sab 29.Gennaio: mer 2, gio 3, ven 4, sab 5. Inoltre: lun 7, mar 8.
Mostre
  • Fino al 6 gennaio 2019, Mostra sui progetti della Biennale internazionale del paesaggio di Barcellona al museo del paesaggio di Pallanza. Per info http://www.museodelpaesaggio.it/
  • Fino al 6 gennaio 2019, Courbet e la natura, Palazzo dei diamanti a Ferrara. Per info http://www.palazzodiamanti.it/1616/courbet-e-la-natura
  • Fino al 23 gennaio 2019 ilmondoinfine: vivere tra le rovine, Roma – Galleria Nazionale, progetto espositivo articolato in vari eventi: oltre alla mostra una serie di incontri seminariali, cinematografici e performativi. Programma

    Walking visions

  • Fino al 31 gennaio 2019,  Mostra fotografica ‘walking visions’ sui contadini del Madagascar, sede Mais onlus, piazza Manfredo fanti 30 a Roma. Comunicato stampa.
Viaggi
  • 27/3/2019 – 31/3/2019 – Matera e dintorni (5gg – 4 notti), FAI. Per info scrivere a milano@delegazionefai.fondoambiente.it. Matera città della cultura 2019 e le località che fanno della Basilicata uno scrigno di biodiversità naturale e culturale, un connubio tra storia e natura, arte e fede, architetture e folklore. Il tema delle visite sarà: gli Imperatori della Regione. Da Federico II di Svevia a Carlo Levi, tra arte e riforme
  • 16-22 aprile 2019, Salonicco, le Meteore e isola di Thassos, a cura di Italia nostra. Programma

Due libri sotto la lente. Dicembre 2018

Pablo Georgieff
Poetica della zappa. L’arte collettiva di coltivare giardini. Prefazione di Gilles Clément
Derive e Approdi, 2018, 166 pp., 15 euro

Intanto un grazie alla casa editrice Derive e approdi che ci regala bellissime piccole perle.
Questo è un libro poetico e pratico. Il giardino è inteso da Georgieff – artista, geografo, giardiniere e architetto del paesaggio e fondatore del collettivo Coloco – come un ‘laboratorio per nuove relazioni con la vita, che non ha ancora finito di stupirci’. Infati ‘imparando dall’esperienza si opera insieme’.
Questi alcuni dei titoli dei capitoli: Eros, desiderio e angoscia ai confini della metropoli; Asfalto mon amour; la sprogettazione; Elogio dell’indecisione; la pazienza; la prosperità; il paesaggio bene comune; il giardino è una scuola.
Nel capitolo ‘La palette vegetale’ l’autore dice una cosa che mi trova pienamente d’accordo ‘Diffidate di un libro di paesaggio che non parli di piante’. Le piante più comuni offrono l’opportunità di reimparare a conoscere e a dare un nome al mondo vivente. Georgieff invita a mettere al bando la parola ‘verde’ per essere costretti ad arricchire il nostro vocabolario.

Stefano Mancuso
L’incredibile viaggio delle piante
Editori Laterza, 2018, 142 pp., 18 euro

Il nuovo libro di Mancuso, con bellissimi acquerelli di Grisha Fischer, è un racconto dei viaggi delle piante, perchè le piante ‘non sono affatto immobili. Si muovono molto, ma con tempi più lunghi’.
Mancuso ci racconta l’espansione inarrestabile delle piante, la loro incredibile capacità di crescere in luoghi inaccessibili e inospitali, la loro resistenza ai disastri ambientali come quello di Cernobyl, la possibilità di portare vita su isole sterili.
Un libro che racconta storie di pionieri, fuggitivi, combattenti, eremiti e signori del tempo

Giardini in viaggio Laura Pirovano