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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Porte aperte al vivaio Coccetti

Anemoni giapponesi e amaranto, Vivaio Coccetti Lisanza

A inizio ottobre il vivaio Coccetti di Lisanza ha aperto le porte del vivaio a Central park, La Montà, Nifantani e alla Libreria della natura. Una bella occasione per scoprire piante interessanti soprattutto per le foglie insolite .

ALSTROEMERIA ROCK’N ROLL COCCETTI MOSTRA PIANTE LISANZA

ASTELIA-CHATHAMICA-SILVER-SHADOW-CENTRAL-PARK-MOSTRA-PIANTE-LISANZA: una meravigliosa pianta neozelandese

BETULA-NIGRA-SHILO-SPLASH-NIFANTANI-MOSTRA-PIANTE-LISANZA

BRASSAIOPSIS-HISPIDA-CENTRAL-PARK-MOSTRA-PIANTE-LISANZA

BRASSAIOPSIS-MITIS-CENTRAL-PARK-MOSTRA-PIANTE-LISANZA

LAGAERSTROEMIA-MYSTIC-MAGENTA-NIFANTANI-MOSTRA-PIANTE-LISANZA-

PHORMIUM-LONGLEY-CENTRAL-PARK-MOSTRA-PIANTE-LISANZA-

 

Autunno

Paesaggi del Delta del Po. Foto di Flavia de Petri

L’autunno è la mia stagione preferita per quello straordinario passaggio che vede scolorire le tonalità forti dell’estate e il mutare delle tonalità delle foglie. La luce si fa meno brillante con colori più ambrati, ma a me piacciono anche le giornate brumose.

I primi colori dell’autunno. Foto di Flavia de Petri

La balza delle graminacee nel mio giardino a Laveno

Le intrepide cosmee sulfuree in dialogo con gli astri nel mio giardino a Laveno

Muhlenbergia capillaris ha una delle tonalità più incredibili nel periodo autunnale. Giardino di Laveno

Cominciano le fioriture delle camelie invernali. La prima a fiorire è quella bianca. Giardino di Laveno

Le foglie dell’acero dialogano con quelle della vite americana. Giardino di Laveno

Il meraviglioso angolo delle graminacee nel giardino di Maria Grazia Campagnani

Giardino di Maria Grazie Campagnani: in primo piano Ceratostigma willmottiana

Giardino di Maria Grazia Campagnani a fine giornata

Giardino di Maria Grazia Campagnani: bel contrasto fra foglie argento e i colori accesi dei sedum

La pianta del mondo. Conferenza di Stefano Mancuso e Daniel Lumera

Domenica 25 ottobre ho assistito allo streaming dal teatro di Reggio Emilia della conferenza ‘La pianta del mondo’ con Stefano Mancuso e Daniel Lumera, docente e ricercatore.
Nonostante abbia seguito nel corso degli ultimi anni a molte conferenze di Mancuso, devo dire che ogni volta imparo qualcosa di nuovo.

Vi propongo qui di seguito una sintesi di quanto ci ha raccontato Stefano Mancuso.

Strategie a confronto
Quello delle piante – che in termini di biomassa rappresentano l’85% del totale confrontato con lo 0,3% del mondo animale – è un modello completamente diverso dal nostro. Gli uomini e gli animali hanno scelto il movimento per predare e difendersi dai predatori mentre le piante hanno scelto di stare ferme utilizzando l’energia solare.

Cosa possiamo imparare dalle piante?
In primo luogo come utilizzare l’energia; in secondo luogo come evitare il consumo delle risorse. Le piante non consumano più risorse di quelle fornite dall’ambiente e in mancanza di risorse la loro strategia è quella di miniaturizzarsi. Noi umani facciamo esattamente l’opposto: consumiamo sempre più risorse e prendiamo le risorse dalle generazioni future. E questo è un comportamento non solo contrario a qualunque principio etico ma anche ad ogni visione evoluzionistica e biologica.

Distruzione dei terreni fertili
Milioni di terreni fertili vengono persi per sempre ogni anno a causa dei consumi di noi occidentali. Un esempio è quello dei gamberetti cocktail: una multinazionale inglese spinge con il ricatto economico gli agricoltori di Laos, Thailandia e Indonesia ad abbandonare la coltivazione di riso a favore dell’allevamento dei gamberetti con il risultato che l’acqua marina rende per sempre sterili terreni prima fertili.
D’altra parte il riscaldamento globale provoca nel Sud Sahel – con un aumento di mezzo grado della temperatura – lo spostamento dei limiti di coltivazione di 100 km.

Il nostro stile di vita è ormai incompatibile con questo pianeta.

Soluzioni per combattere il riscaldamento globale
Due soluzioni pratiche, semplici ed economiche:
1. Piantare alberi. Secondo uno studio pubblicato di recente su Science se piantassimo 1000 miliardi ai alberi potremmo tornare alla quantità di anidride carbonica del periodo preindustriale.
Le città devono diventare completamente verdi superando il modello tradizionale architettonico basato sulle piazze e i monumenti. Le difficoltà sono, più che tecniche, culturali.
2. Combattere lo spreco alimentare che a livello mondiale è di circa l’80% e quasi la metà avviene in casa. L’agricoltura industriale, tutta basata sulla chimica, è responsabile del 40% di produzione di anidride carbonica. Tutto il cibo prodotto è frutto di questo modello produttivo che considera le piante un mezzo di produzione e il terreno un semplice supporto con la conseguenza di una progressiva sterilizzazione dei suoli e del crescente inquinamento. Si è abbandonata – con l’avvento della chimica negli anni ’60 – la capacità di far fruttare i terreni senza ridurne la fertilità.

Libri di Stefano Mancuso

  • La pianta del mondo. Laterza, 2020
  • La nazione delle piante. Laterza, 2019
  • L’incredibile viaggio delle piante, Laterza 2018
  • Plant revolution, Giunti 2017
  • Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale. Giunti, 2015
  • Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale. Giunti 2014

 

 

Notizie ultima ora

  • Ciclo di lezioni online arte contemporanea Fondazione Corriere della sera, relatore Vincenzo Trione. Per ascoltarli cercare su facebook corriere della sera. Programma https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/lezioni-di-arte-contemporanea/
  • Sabato 24 ottobre apre al pubblico la mostra Cappadocia. Il paesaggio nel grembo della roccia, a cura di Patrizia Boschiero e Luigi Latini, dedicata al luogo designato dalla XXXI edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino: Güllüdere e Kızılçukur: la Valle delle Rose e la Valle Rossa in Cappadocia, due valli contigue scavate nella roccia vulcanica, memoria di un’antica civiltà dell’abitare. Durata fino al 10 gennaio 2021
  • Dal 23 ottobre al 21 novembre ciclo di seminari di Legambiente sul verde come alleato nella cura delle comunità urbane. Alle 17.30 Per info vedi Vitamina Natura programma seminari-1
  • 20 e 24 ottobre ore 10 Italia nostra organizza Quattro passi nella natura della Campagnetta. Per info locandina-passeggiata_ottobre-2020
  • Alveari urbani partecipa a due eventi
    GIOVEDì 15 Ottobre, ore 21.30: Cinema Beltrade Milano, presentazione speciale in apertura del pluripremiato film ‘HONEYLAND’
    INFO: https://www.facebook.com/events/2627562924161338/
    SABATO 17 Ottobre, ore 15.00:Sala Multifunzionale Viadana (MN), Convegno: ‘Le Api, conoscerle per difenderle’, in collaborazione con Slow food.
  • 26 e 27 novembre il Verde editoriale organizza due webinar tecnici per la cerimonia di consegna del premio 2020 Città per il verde. verde editoriale Programma_webinar_Premio_2020

In ricordo di un grande personaggio del mondo dei giardini: Michaeljon Ashworth

Il 15 settembre è mancato Michaeljon Ashworth, un carissimo amico e un grande ‘garden guru’ come scherzosamente amava definirsi. I funerali si svolgeranno a Manchester in forma intima il prossimo 9 ottobre.
Personalità poliedrica, MJ, di grande cultura, storico dei giardini e finissimo botanico. Umanamente una persona molto sensibile e con un umorismo straordinario, capace di essere allegro e vitale ma sempre con un fondo di tristezza, credo. Adorava l’Italia, dove aveva vissuto e lavorato per alcuni anni. Per questo parlava perfettamente l’italiano conoscendone tutte le sfumature, ma era così piacevole ascoltarlo parlare il suo meraviglioso inglese colto.

Con Silvia Ghirelli, la sua più grande amica, abbiamo pensato di raccontarlo brevemente dedicando questo breve scritto a tutti coloro che lo hanno conosciuto e per farlo conoscere a chi non lo ha incontrato.

Comincio io e poi passerò la parola a Silvia.

Ho conosciuto Michalejon nel 2002 durante il mio primo viaggio alla scoperta dei giardini inglesi in uno dei tanti tour organizzati dalla Manchester Language School diretta da Bill e Judith Godfrey, dei quali MJ era la guida scientifica.
Bill così lo ricorda “Everything about MJ was big: his knowledge, his life experience, his generosity, his sense of humour, his friendship and of course the man himself.  In the words of our brother in law  ‘ He will leave a big space in the corner of the room”.

Una guida davvero eccezionale che ti insegnava a ‘leggere’ i giardini e che ti raccontava quasi ogni pianta che vi si incontrava (e le sapeva identificare tutte). Quante volte negli anni gli inviavo fotografie di una pianta di cui non conoscevo il nome e lui mi rispondeva prontamente non solo indicandomi il nome di genere/specie/varietà ma anche descrivendone puntualmente ogni caratteristica.
Da quel primo viaggio alla scoperta di alcuni straordinari historical gardens siamo diventati amici, l’ho incontrato in tanti altri viaggi e lui è venuto varie volte a trovarmi nella nostra casa a Laveno.

Mj nel nostro giardino mentre fa piccole talee

Prima della visita giornaliera ai giardini previsti nel programma teneva sempre un breve speech per darci alcuni sintetici ma profondi strumenti di lettura.
Riguardando i miei appunti ritrovo questa distinzione delle tipologie di giardini che MJ ci proponeva.
‘Walk gardens’, come Biddulph Grange, ‘you must move in order to appreciate it; you must follow a particular root in order to understand the concept of the garden’.
‘View gardens’, gardens for the eyes, as a carpet, to view from the house
‘Room gardens’, dei quali il più iconico resta Sissinghurst
‘Every garden could be a combination ot the three models’

Ecco uno dei tanti schemi che disegnava per spiegarci come si può analizzare un giardino


MJ ci diceva che non bisognerebbe mai guardare delle foto di un giardino prima di visitarlo perché la visita di un giardino è una esperienza da vivere direttamente. Come è vero in un periodo di proliferazione quasi insopportabile di immagini!

Con MJ ho potuto visitare lo straordinario giardino di Charles Jencks in Scozia, che così veniva raccontato con le sue parole ‘Visiting this garden is an extraordinary experience. It’s a landscape of twists, folds and waves of energy. It speaks in terms of complexity, science, chaos theory as well as the traditional gardens of China (a special interest of Jenck’s late wife, Maggie). All the senses are stimulated to the highest level of thought and contemplation’.

Michaeljon nel giardino di Jencks a sinistra Bill Godfrey e a destra Clare Littlewood

Michalejon e Silvia Ghirelli erano legati da una amicizia profonda, quasi un rapporto fraterno. Mi racconta Silvia che ogni inizio e fine di giornata erano accompagnati da un messaggio di Mj, di saluti, piccoli pensieri e giochi di parole.

Silvia e MJ ad una lezione di acquerello durante un viaggio

Ma ora lascio la parola a Silvia che ci racconta ciò che lui ha rappresentato per lei, sia come amico che come maestro.

‘MJ era una persona autentica, estremamente sincera, colta e ricca di ironia.

La prima cosa che ho appreso da MJ è stata la capacità di guardare i giardini (e con lui pensate che ne ho visitati oltre 100!). Prima, ogni volta che visitavo un nuovo giardino, scattavo tante fotografie in modo un pò compulsivo, poi, a poco a poco, da lui ho imparato a guardare con i miei occhi senza filtri e non solo attraverso l’obiettivo. In questo modo i particolari dei giardini mi sono restati impressi molto di più di prima, è stato come rievocarli con gli occhi della mente.

MJ aveva una straordinaria conoscenza delle piante, tra di noi era come un gioco a chi riconosceva prima una varietà (ma vinceva sempre lui!). Ecco, un altro insegnamento che ho ricevuto da lui è stato proprio lo stimolo a continuare lo studio del mondo vegetale con curiosità e passione.

Mi colpiva la sua felicità ‘come un bambino in un negozio di giocattoli’. Infatti le tante volte che soggiornava da me era sempre intento a sfogliare e a studiare i libri della mia biblioteca di giardini e paesaggi (che oggi conta più di 5000 volumi): così scoprivo, grazie al suo fiuto, delle ‘chicche’ che non avevo notato prima tra i miei tanti libri.

Dell’Italia Michaljon amava tutto, dalla cultura, al paesaggio, alla cucina, ma soprattutto amava profondamente i giardini italiani, dei quali conosceva storie e notizie curiose del tutto sconosciuti ai più.

Un sogno che non ha potuto realizzare era proprio quello di scrivere il suo ‘Decameron dei giardini’ – così amava chiamarlo – un racconto dei 10 giardini da lui preferiti e studiati: da villa Cimbrone a Ravello, alla Gamberaia di Settignano, a villa Lante, alla Foce in val d’Orcia.

Ci mancherai tanto MJ!

 

Un piacevole giro in Lucchesia

La vista dalla finestra della casa di Flavia a Bagni di Lucca

Tre giorni fantastici alla scoperta di piccoli borghi, angoli stupendi di natura selvaggia e giro in bicicletta sulle mura di Lucca: a partire da Bagni di Lucca dove vive la mia cara amica Flavia De Petri che ci ha guidato alla scoperta di tanti luoghi dei dintorni.

Bagni di Lucca: sullo sfondo Villa Ada

Una bella scoperta a Bagni di Lucca, identificata da Eva Boasso come Hydrangea otaksa Monstruosa, per il volume davvero incredibile del fiore

Buggiano castello è un piccolo borgo medievale dove si tiene ogni due anni una bellissima manifestazione chiamata ‘La campagna dentro le mura’ con apertura alle visite di tanti piccoli giardini di agrumi e orti segreti (Per info https://www.comune.buggiano.pt.it/it-it/appuntamenti/la-campagna-dentro-le-mura-apertura-dei-giardini-privati-a-buggiano-castello-47379-1-f10fb686a437f1e754ab98f8b7167eb9)

Vista di Buggiano

Una stradina di Buggiano castello

Un’altra bella scoperta di Flavia una mini libreria a Lucignana chiamata ‘Sopra la penna’

Lucignana Libreria sopra la penna

Lucignana

Un luogo incantato che abbiamo visitato alle pendici del Monte Pisano sul versante lucchese è ‘Le parole d’oro’ o ‘Parco del Nottolini’ nel comune di Capannori, un luogo del cuore del FAI. Si trova dopo l’acquedotto Nottolini che qui è interrato per consentire la depurazione delle acque e dove venivano convogliate le acque raccolte dal Monte dalla sorgente Vespasiata. Il luogo si riconosce per un ponticello che riporta una scritta in lettere di ottone che gli abitanti dell’epoca scambiavano per oro. ‘Carlo Ludovico Borbone duce uomo nobilissimo e augusto provvide nell’anno VI del suo ducato a raccogliere le acque da molteplici sorgenti e a portarle più largamente verso gli acquedotti cittadini con movimento eterno’
(Trad. Giuliano e Medea Lazzarini)
Il percorso, incantevole si dipana lungo un corso d’acqua interrato (in questo periodo a causa della siccità secco) tutto circondato da boschi selvaggi e lussureggianti.

Uno scorcio del percoso lungo il canale d’acqua

Le parole d’oro particolare dei canali

Le antiche costruzioni che servivano per il filtraggio delle acque

 

 

Landscape festival Webinar

Quest’anno, al posto del tradizionale convegno di Bergamo, Maestri di paesaggio ha organizzato una serie di webinar con la partecipazione di molti paesaggisti sia italiani che stranieri che nel corso degli anni hanno partecipato in qualità di relatori alla manifestazione.

Io ho seguito due conferenze, dell’11 e del 17 settembre di cui indico di seguito i relatori.

Venerdì 11settembre dalle ore 17 con Martin Rein-Cano (DE), Topotek 1; Fergus Garrett (UK), Great Dixter House and Gardens; Rainer Schmidt (DE), Rainer Schmidt; Charlotte Rowe (UK), Charlotte Rowe
Giovedì 17 settembre, dalle ore 17 con Giulio Senes (IT); Emanuele Bortolotti (IT), AG&P; Filippo Pizzoni (IT), aMAZING sTUDIO; Marco Bay (IT), Marco Bay

Vi parlerò brevemente di alcuni degli interventi

Fergus Garret di Great Dixter ha raccontato gli interessanti cambiamenti nella visione del giardino interpretato come riserva naturale, il sistema di audit della biodiversità condotto con Victoria Williams  ha censito la presenza a Great Dixter di oltre 2300 specie, tra api, falene, ragni…Ha poi parlato dei progetti di comunità e della manutenzione ormai del tutto biologica. Il giardino visto come insieme di selvatico e formale.
Rainer Schmidt ha presentato molti parchi davvro interessanti e in particolare Killesberg Park a Stoccarda dove ha giocato molto bene con i diversi livelli e ha inserito cuscini di prato che risultano ad una quota inferiore rispetto ai percorsi

Ho trovato molto interessante la sessione dedicata ai contributi dei paesaggisti italiani.

Giulio Senes ha illustrato i progetti di ricerca sulla frequentazione delle aree verdi prima e dopo il Covid, da cui si ricava come sia cresciuta l’esigenza di frequentare parchi e giardini per incontrare le persone. Ha poi presentato, tra gli altri, il recente progetto di Giardino del benessere ad Orzinovi (BS).

Marco Bay sostiene che progettare spazi verdi urbani gli consente una maggiore libertà nell’invenzione di tanti pezzi di natura in presenza di vincoli molteplici. Per un vero cambiamento occorre partire dai bambini introducendo l’insegnamento della botanica nelle scuole: solo così si può acquisire una conoscenza più intima della natura. Molto bello e poetico il cortometraggio ‘Wandering my gardens’ che ha partecipato al Milano Film festival e che racconta, attraverso bellissime immagini, i suoi progetti milanesi da piazza del Duomo fino all’Hangar della Bicocca.

Filippo Pizzoni è del parere che dopo la pandemia sia importante nella progettazione avere più attenzione alle istanze delle persone e come esempio di progetto ha illustrato quello degli orti di Citylife a Milano.  Inoltre sempre più persone cercano un maggiore contatto con la natura e rendono più stabile la loro permanenza nelle seconde case. La vita sociale si svolge sempre più all’aperto e per questo la progettazione necessita di avere equipe sempre più interdisciplinari per offrire una maggiore identità ai luoghi. Infine in ambito urbano sono sempre più interessanti i Rain gardens per favorire il drenaggio delle acque piovane in eccesso.

Emanuele Bortolotti ha intitolato il suo intervento ‘Investire in natura nel tessuto urbano’ e ha mostrato moltissimi esempi progettuali di trasformazione di piccoli ambiti spesso derelitti in polmoni verdi: cortili, patii, giardini pensili sopra i garage, tetti verdi, muri trasformati in verde verticale. Ha infine raccontato il progetto di giardino condiviso alla Barona alla quale il suo studio ha dato un prezioso contributo.

Editoria e giardini a Villa Giulia, Pallanza

La presentazione del mio libro ‘Giardini in viaggio’ con Carola Lodari e Filippo Pizzoni

Sempre interessante la manifestazione biennale che si tiene a villa Giulia di Pallanza dedicata ai libri, ai giardini e alle piante con tanti eventi che si snodano nel corso di dieci giorni e che quest’anno si è tenuta dal 12 al 20 settembre all’insegna del “Giardino immaginato”. Nella villa, con lo stupendo affaccio sul lago, la grande sala dedicata all’editoria specialistica e una mostra di fotografie; nel giardino mostra di piante dei vivai Coccetti e Nifantani.

Una delle opere della mostra fotografica Giardini disobbedienti

Illustrazione di Ribes e rose

Ecco alcune delle piante che mi sono sembrate particolarmente interessanti

ARTEMISIA-NANA-ATTRACTION-

Un astro molto piccolo: Aster sedifolius Nanus

FATSIA-POLICARPA-GREEN-FINGERS-

FREMODENDRON-GLORY- Una rampicante da coltivare vicino ad un muro ben esposto, che non tollera ristagni d’acqua e che ha una fiorotura continua

MAHONIA-CONFUSA-NAHIRA

Solidaster luteus

 

 

Letto per voi. Mosaicoltura di Carola Lodari

Carola Lodari, Mosaicoltura. Aiuole di fiori e di foglie, Tararà Edizioni, 2020, 157 pp., 19 euro

Carola Lodari – esperta di piante e giardini, in particolare giapponesi – affronta con grande serietà e competenza lo stile di plant design denominato ‘Mosaicoltura’, un modo molto particolare di allestire aiuole per lo più in forma geometrica decorandole fittamente con piante da fiore e  fogliame di piccole dimensioni.

Tale stile – già in auge da alcuni decenni in Europa – fu coniato alla fine dell’Ottocento in Francia.

Carola ripercorre la storia del giardino per raccontarci – con l’ausilio di bei disegni esplicativi da lei realizzati – la complessa evoluzione che ha portato alla decorazione a mosaico delle aiuole in tempi e luoghi diversi in Europa ma anche negli Stati Uniti e in Canada.

Va notato che per la prima volta in Italia viene affrontato questo tema che resta, pur in alcune cadute di gusto, un affascinante episodio della moderna storia del giardino.

In appendice un catalogo in cui vengono descritte assai bene le piante impiegate nella tecnica a mosaico.

 

Giardini in viaggio Laura Pirovano