Uno dei viali alberati del Parco Segantini a Milano
In questo strano periodo di sospensione siamo portati a valorizzare i luoghi di prossimità e questo ci aiuta a riscoprire gli angoli di verde urbano che spesso trascuriamo.
Un esempio, di cui vi voglio parlare è il Parco Segantini, che avevo visitato solo al momento della sua inaugurazione e che rappresenta a mio parere uno degli esempi più interessanti e di successo nel panorama delle iniziative promosse da gruppi di cittadini consapevoli della necessità di collaborare con l’amministrazione comunale per migliorare la qualità della vita in città.
Due cenni di storia. Il parco attuale sorge dove un tempo si estendeva il parco del primo Istituto di ricerca medica sui vaccini in Italia , l’Istituto Sieroterapico Milanese, fondato nel 1894 dall’immunologo Serafino Belfanti. Sull’area, al tempo della Giunta Moratti (2006-2011) era stato realizzato un insediamento residenziale con l’impegno, siglato nel 2008, di consegnare al Comune, l’intera area bonificata e riportata a” verde primordiale” cioè un grande prato senza alcuna attrezzatura. Per mancanza di fondi, il progetto, firmato dall’arch Desvigne, era stato interrotto e l’area fu lasciata al degrado più totale.
A partire dal maggio 2012 un gruppo di cittadini di Zona 5 e 6 si era messo in contatto con il Municipio 6 e con l’Assessorato comunale al verde presentando proposte per la progettazione di un nuovo Parco, compatibili con le scarse risorse pubbliche disponibili. Il gruppo, prima costituitosi in Comitato Segantini, si è poi trasformato in Associazione Parco Segantini ONLUS (ASPo) nel 2013 e da allora è – in collaborazione con il Comune di Milano – il soggetto attivatore e manutentore del parco, inaugurato ufficialmente nel 2015. Un ottimo esempio di sinergia tra pubblico e privato.
Oggi si estende per 9 ettari e rappresenta uno straordinario polmone verde per la città e un esempio progettuale che ha saputo creare valore sociale, ambientale ed economico.
Nel parco si trovano viali alberati, un boschetto di bamboo (Phyllostachis bambusoides), aree gioco, orti comunitari, sia tradizionali che nella forma di orti-giardino, prati fioriti, un grande tappeto erboso che si estende verso nord fino all’area naturalistica lungo le sponde della roggia Boniforti, un’oasi naturalistica,‘OasIncittà’ , un habitat protettivo per la fauna avicola (una trentina di specie) e terrestre che si sta gradualmente reinsediando.
Molte le specie di alberi piantati nel corso degli anni, tra cui diverse specie di aceri, carpini, pioppi, prunus, querce.
Tra le tante attività promosse dall’Associazione – oltre ai momenti ludici e di lavoro collettivo sugli orti, i cui prodotti sono suddivisi tra i soci ma anche elargiti agli enti di beneficenza – progetti di educazione alla natura per i bambini, percorsi di integrazione corpo-mente, iniziative su cibo e salute e più di recente progetti digitali (tra cui l’attivazione di una centralina per la registrazione della qualità dell’aria).
La planimetria del parco Segantini
L’ingresso ad uno degli orti comunitari
Il boschetto-labirinto di bamboo: Phyllostachis bambusoides
Le giornate di studio della Fondazione Benetton sono per me un appuntamento prezioso, sia per la serietà con la quale vengono organizzati e il profilo dei relatori, ma anche perchè sono abitualmente l’occasione per rivedere cari amici in quella città bellissima che è Treviso. L’anno scorso a febbraio direi che l’evento è stato uno degli ultimi prima del lockdown.
Quindi è comunque una ottima notizia sapere che anche quest’anno, seppure a distanza e su piattoforma digitale, sono state organizzate e su untema davvero molto interessante come quello della relazione tra corpo e paesaggio.
Riporto qui di seguito la presentazione del comunicato stampa della Fondazione.
Corpi, paesaggi è il tema al centro della diciassettesima edizione delle giornate internazionali di studio sul paesaggio, progettate dal Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche, con il coordinamento di Luigi Latini e Simonetta Zanon, che si svolgeranno in modalità online, sulla piattaforma Zoom, neipomeriggi di giovedì e venerdì 18-19, 25-26 febbraio 2021.
È richiesta l’iscrizione attraverso l’apposito link che, con tutte le informazioni utili, sarà pubblicato nei canali social e nel sito della Fondazione entro la fine di gennaio.
Le giornate di studio proseguiranno anche nei mesi successivi, con altri incontri e iniziative.
La presenza corporea in un luogo e l’esperienza palpabile della realtà fisica costituiscono una delle ragioni del nostro senso di appartenenza a ciò che chiamiamo paesaggio.
In un momento storico nel quale la misura delle distanze fisiche e la forza delle rappresentazioni virtuali procedono in direzioni opposte, le giornate internazionali di studio sul paesaggio 2021 esplorano o ripercorrono momenti e pensieri nei quali la cultura e la pratica del paesaggio guardano, o hanno guardato, al nostro corpo come presenza attiva, soggetto imprescindibile di un mondo che si trasforma e si rivela grazie alla nostra fisicità. Il tutto sullo sfondo di un evidente desiderio di natura che pervade la nostra società.
Programma sintetico
> giovedì 18 febbraio Nell’immaginario
prima sessione con Marc Treib, Massimo Bartolini, Matteo Frittelli, Nicolas Vamvouklis. La sessione, introdotta da Luigi Latini e Simonetta Zanon, è preceduta dalla proiezione del cortometraggio di Marco Zuin Corpi, paesaggi sul tema delle giornate di studio.
> venerdì 19 febbraio Nello spazio urbano, nella casa
seconda sessione con Cristina Bianchetti, Francesco Careri, Luca Molinari.
> giovedì 25 febbraio Nel paesaggio
terza sessione con Cristina Barbiani, Matteo Meschiari, Marco Mulazzani. A seguire, proiezione online del film Breath made visible. Revolution in dance, di Ruedi Gerber (Svizzera, 2010, durata 100’).
> venerdì 26 febbraio Nel giardino
quarta sessione con Atelier Le Balto, Marcello Di Paola, Monique Mosser.
Informazioni
L’edizione 2021 delle giornate si svolge in modalità online, sulla piattaforma Zoom, con traduzione simultanea in italiano e in inglese.
È richiesta l’iscrizione attraverso l’apposito link che, con tutte le informazioni utili, sarà pubblicato nei canali social e nel sito della Fondazione entro la fine di gennaio.
Le ricette dei grandi giardini italiani, Edizione GGI, 2020, 221 pp., 22,50 euro
Un’idea molto felice quella di Judith Wade, la fondatrice della grande rete dei giardini italiani, di unire il cibo della tradizione ai tanti territori italiani nei quali hanno sede gli oltre 100 giardini affiliati al network.
Il volume è molto bello graficamente, corredato da stupende immagini dei luoghi e strutturato per portate, dagli antipasti fino ai dolci e non mancano accenni ai liquori e al pic nic.
Le ricette – da quelle più semplici a quelle più sofisticate – sono ben spiegate e non mancano, integrazione davvero molto utile e interessante, brevi cenni storici a ricette classiche di alcune zone, come la descrizione del pesto ligure, il peposo creato dai fornacini dell’Impruneta o ancora la garmugia di primavera della nobità toscana del XVII secolo.
Curiosa la ricetta delle pennette al guanciale in onore del Capitano McEacharn fondatore di Villa Taranto, delizioso il ricordo di Porcinai che a villa Ottolenghi venne conquistato dalla bella cuoca Delia e dal suo risotto.
Alcuni piatti, nella loro semplicità, hanno il potere di ricordarci la magia di certi luoghi come la spettacolare fioritura primaverile di aglio orsino all’Orto di Brera di Milano o ancora la stupenda collezione di rose in quel posto unico che è il Giardino delle rose a Ronzone, in val di Non.
Non manca un tocco orientale con alcune ricette della tradizione giapponese per Crespi bonsai oppure con l’aggiunta del bambù ad un piatto di merluzzo e asparagi al Labirinto della Masone.
La tradizionale ricetta a base di cacio e pepe è arricchita, a villa D’Este, da un grappolo di pizzutello bianco o, ancora dal profumo delle rose al giardino botanico di Stigliano.
Lady Walton dei giardini della Mortella è ricordata con un curioso piatto di pollo nel melone.
Infine mi ha molto intrigato la torta de’ becchi (una sorta di decorazione appuntita), una crostata con un cuore di bietole.
Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso di dedicare la trentunesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino a un luogo dell’Asia Minore che emerge dalla lunga vicenda storica e geografica della Cappadocia: due valli contigue scavate nella roccia vulcanica, la Valle delle Rose e la Valle Rossa, in lingua turca Güllüdere e Kızılçukur.
Al centro della penisola anatolica, da sempre ponte per culture diverse tra l’Asia e l’Europa, tra il Mediterraneo e il Mar Nero, la Cappadocia si estende con i suoi altipiani a mille metri di altitudine e circondata da vulcani imponenti. Il suolo è arido, scavato dall’acqua e dal vento; il clima difficile. Tutto questo forma lo scenario naturale di una regione che vede, fin dal primo secolo, l’arrivo del primo cristianesimo e dei padri della chiesa, e poi il diffondersi della cultura bizantina, che con i suoi innumerevoli insediamenti eremitici e monastici, chiese e santuari formerà una delle più importanti comunità cristiane del primo millennio.
A tutto questo corrispondono spazi che oggi si rivelano con cicli pittorici straordinari, edifici sacri e manufatti dispersi in un vasto territorio, che a partire dal secolo XIII, con la scomparsa della presenza bizantina, diventeranno stalle, abitazioni rurali e cisterne, e una moltitudine di piccionaie che procurano a chi coltiva la terra il guano necessario alla fertilità dei campi.
Le due valli emergono da questo contesto, e ci mostrano la misura e il valore profondo di un paesaggio nel quale le forme dell’insediamento umano e la dirompente natura geologica del suolo conservano le tracce di un’antica cultura dell’abitare prevalentemente rupestre, in condizioni di equilibrio tra le diverse manifestazioni della natura e delle culture che l’attraversano nel susseguirsi dei secoli.
In un contesto di rapidi cambiamenti, di evidente abbandono dei paesaggi tradizionali, di apparizione di nuovi usi e forme insediative connessi al turismo di massa, tra il fiorire di studi e scoperte di questo immenso patrimonio storico, si distingue la presenza di un gruppo di lavoro italiano che opera in particolare nella direzione del recupero dei preziosi cicli pittorici celati nelle chiese rupestri, instaurando importanti relazioni umane e culturali e restituendo con questo lavoro leggibilità e valore a un intero paesaggio. Un lavoro che incarna il senso di una cittadinanza, la misura dell’appartenenza e della cura nei confronti di un luogo che travalica ogni confine nazionale. Per queste ragioni il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso di affidare il “sigillo” disegnato da Carlo Scarpa, simbolo della trentunesima edizione del Premio, alla storica dell’arte Maria Andaloro, ideatrice e coordinatrice della missione di ricerca che fa capo all’Università della Tuscia, e che dal 2006, a cavallo tra l’Italia e la Cappadocia, sviluppa un lavoro capace di coniugare lo sviluppo e la trasmissione costante di attenzioni e saperi con la crescita di uno sguardo sul paesaggio in chiave di appartenenza e di responsabilità. (dal Comunicato stampa della Fondazione)
A questo evento la Fondazione ha dedicato una serie di incontri e proiezioni online dal titolo ‘Sulle tracce del luogo del Premio Carlo Scarpa 2020-2021’ che si concluderanno a maggio 2021. La prima conferenza dedicata al rapporto tra Pier Paolo Pasolini e la Cappadocia è stato tenuto da Maria Andaloro, storica dell’arte, direttrice della Missione dell’Università degli Studi della Tuscia in Cappadocia, il secondo ha visto la proiezione del documentario di Davide Gambino, il terzo Diario di un paesaggista in Cappadocia con Thilo Folkerts, architetto paesaggista, 100Landschaftsarchitektur, Berlino, dal 2019 membro del Comitato scientifico della Fondazione Benetton, e Luigi Latini, coordinatore delle attività del Premio Carlo Scarpa. La Fondazione ha poi pubblicato un libro a cura di Patrizia Boschiero e Luigi Latini; per info https://www.fbsr.it/edizioni/gulludere-kizilcukur-la-valle-delle-rose-la-valle-rossa-cappadocia/
Un albero in regalo. Puoi farlo per i benefici che è in grado di apportare, per la CO2 che può assorbire. Un contadino lo pianterà nella sua terra. Il tuo albero sarà fotografato, geolocalizzato ed avrà la sua pagina online dove seguirai la storia del progetto di cui farà parte. Vai su https://www.treedom.net/it/
Concorsi
Si è appena chiusa la call for ideas per partecipare alla terza edizione di Radicepura Garden Festival, la Biennale dedicata al garden design, che avrà per tema “GIARDINI PER IL FUTURO”, argomento scelto da Sarah Eberle, membro onorario della Royal Horticultural Society nonché madrina del festival, e da Mario Faro, ideatore della manifestazione. Tra questi molti sono i progetti arrivati da paesi diversi dall’Italia, come Francia, Sudafrica, Spagna e Svizzera. Nelle prossime settimane saranno individuati i 6 progetti under 36 vincitori del bando. Una novità della terza edizione, infatti, sarà la presenza della categoria over 36, dedicata ai professionisti. Tra questi ultimi sarà scelto uno dei progetti vincitori.
Il programma della biennale e i suoi protagonisti saranno disponibili nei prossimi mesi sul sito radicepurafestival.com.
Accademia Nazionale di Agricoltura e Image Line annunciano l’avvio della seconda edizione del “Premio Filippo Re – Ambiente, Economia, Territorio e Società”. Il premio, intitolato al famoso botanico e agronomo italiano, primo segretario dell’Accademia e uno dei suoi più illustri padri fondatori, del valore economico di 500 euro,quest’anno sarà assegnato alla pubblicazione scientifica che, con approccio multidisciplinare, originale e con sguardo d’insieme, indagherà l’impatto del settore agricolo sul sistema ambientale nazionale. La consegna del Premio avverà durante l’inaugurazione del 214° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. La domanda di partecipazione deve essere inoltrata entro il 15 gennaio 2021.
Per maggiori informazioni e l’invio delle candidature, gli interessati potranno scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica premiofilippore@accademia-agricoltura.it, consultare il sito www.accademia-agricoltura.it, contattare la segreteria dell’Accademia Nazionale di Agricoltura al numero (051-268809). Concorso-filippo-re-2020
Asilo Bianco lancia “Disegnare il giardino”, un nuovo concorso di idee a premi. Si tratta di una call rivolta ad architetti, agronomi, paesaggisti, artisti ambientali per ridisegnare tre aree verdi pubbliche sul lago d’Orta nei Comuni di Briga Novarese, Miasino e Orta San Giulio, in provincia di Novara. I progetti potranno essere inviati entro il 20 marzo 2021. La giuria internazionale è composta da Elisabetta Bianchessi, Elena Bertinotti, Federica Cornalba e Michael Jakob. Il concorso ha inoltre il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Novara e Verbano Cusio Ossola.
Il materiale completo e a disposizione di tutti i partecipanti si trova a questo indirizzo: https://www.asilobianco.it/2020/12/13/disegnare-il-giardino/
Fino al 20 dicembre saranno disponibili i contenuti del Milano Green Forum, tenutosi a novembre. Per accedere alla piattaforma https://milanogreenforum.vfairs.com/
Il prossimo 21 gennaio 2021 inizierà il XXXI corso 2021 del Gruppo Giardino storico dell’Università di Padova, dedicato a “Cammini di terra e di acqua. Il paesaggio lento sulla piattaforma zoom dell’Università di Padova. L’iscrizione al corso costa 30 euro. giardino storico PROGRAMMA XXXI CORSO 2021
Per ogni info http://www.giardinostoricounivpadova.it/
Apicultura_Cascina Merlata 2021-1 Corso di Apicoltura urbana alla Cascina Merlata, organizzato da Green Island e Alveari urbani da gennaio a marzo 2021.
Corsi della Scuola del verde del festival romano del paesaggio. Programmi consultabili sul sito https://www.scuoladelverde.it/
Sul sito di Orticolario, in “The Origin” numerose schede presentano un video, ognuno dei quali è un portale che si apre su paesaggi in Italia e nel mondo. Vivaisti, artisti, artigiani, paesaggisti, studiosi che raccontano le loro ispirazioni, attività e ricerche. Comunicato stampa
Per accedere http://www.orticolario.it
Febbraio 2021 nei giorni 18-19 e 25-26 si terranno le Giornate di studio della Fondazione benetton sul tema ‘Corpi, paesaggi’.L’edizione 2021 delle giornate si svolge in modalità online, sulla piattaforma Zoom, con traduzione simultanea in italiano e in inglese.È richiesta l’iscrizione attraverso il link che, con tutte le informazioni utili, sarà pubblicato nei canali social (Facebook, Instagram) e nel sito della Fondazione entro la fine di gennaio.
26-29 marzo 2021 seconda edizione di Cosmogarden, la Biennale del verde al Brixia Forum di Brescia. La manifestazione fieristica dedicata al mondo del giardinaggio e del garden design presenterà infatti Build Green Expo: una nuova area espositiva interamente orientata agli ambienti a impatto zero, dove sarà possibile entrare in contatto con tecnologie e soluzioni all’avanguardia per vivere in modo sostenibile. Per info Cosmogarden_201123_Cosmogarden2021
28-30 maggio 2021, Rose, orti e giardini alla villa Comunale di Ci sarà anche una Giuria Botanica presieduta dal famoso Architetto paesaggista Marco Bay e una Giuria Speciale che rilasceranno degli attestati nelle diverse categorie. A seguire Workshop di Decorazione Floreale, Conferenze e presentazione di libri. Per info https://www.facebook.com/Rose-Orti-Giardini-e-non-solo-111294020752465/
Un nuovo libri dei Grandi giardini italiani: “Le ricette dei grandi giardini italiani”, che racconta i giardini e i loro proprietari attraverso i piatti di casa, quelli della tradizione locale e quelli dettati da incontri con piante e persone.
Mino Petazzini, La poesia degli alberi. Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante, Luca Sossella Editore, 2020.
Ettore Selli, Labirinti vegetali. La guida completa alle architetture verdi dei cinque continenti. Sono stati catalogati oltre 400 labirinti e recensiti e illustrati 188, Pendragon, 2020
Milano
L’Associazione Grande Parco Forlanini ha inviato una lettera aperta al Sindaco Sala per chiedere il completamento di alcune opere strategiche che consentono la connessione di parti che in questo modo danno vita a un sistema, uno straordinario progetto che attiva e illumina, come il filamento di una lampadina, oltre 400 ettari di parco unitario, formato da un percorso ciclopedonale dal centro di Milano all’Idroscalo. Per saperne di più http://www.grandeparcoforlanini.org/
Questo Natale la Stazione Centrale di Milano ospita L’Albero dei Desideri illumina Stazione Centrale a Milano _ 07.12.2020_ davvero speciale fatto di desideri, sorrisi, speranze di tanti bimbi e ragazzi che si trovano ad affrontare la sfida più grande, quella della vita. A decorare questo meraviglioso albero sono stati i desideri e le opere di tanti “piccoli artisti”, ricoverati presso strutture ospedaliere della Lombardia e di tutta Italia che, durante i laboratori organizzati dalla Fondazione Lene Thun, hanno modellato l’argilla per esprimere il desiderio più grande, guarire.
“Green Square – Piazza Vecchia Bergamo”, a cura di Mario Bonicelli di Arketipos, editore da Corponove, 2020, 223 pp. Coordinamento editoriale | Adelaide Corbetta, Adicorbetta – consulenza scientifica | Lorenzo Crescini, Mauro Crescini, Lucia Nusiner
Molto bello e interessante ripercorre, attraverso le pagine di questo libro, le tante Green Square che hanno animato in questi dieci anni la piazza di Bergamo alta, con una iniziativa a mio parere molto importante, non solo per presentare le tante diverse sensibilità di prestigiosi paesaggisti ma anche per educare le persone al rapporto tra città e natura.
Dal 2011, nel mese di settembre infatti Piazza Vecchia a Bergamo si è trasformata in un giardino, grazie alla progettualità e all’estro di progettisti italiani e internazionali come: Lodewijk Baljon (2017), Michele De Lucchi (2020), Peter Fink (2014), Luciano Giubbilei (2019), Lucia Nusiner (2012 e 2013), Piet Oudolf (2018), Andy Sturgeon (2015) e Stefan Tischer (2016).
Il libro ci racconta – attraverso immagini, interviste e interventi dei tanti protagonisti -le dieci edizioni dii Green Square e le differenti riletture in chiave verde della meravigliosa piazza di Bergamo alta. I differenti disegni della piazza ci hanno restituito i tanti modi in cui si può declinare un paesaggio urbano: da quello più naturalistico, a quello più selvaggio, a quello più architettonico.
La prima edizione, firmata da Lucia Nusiner, ha visto il tema degli orti in città, ‘tipici dei Colli di Bergamo e del medievale e dell’Hortus conclusus che spesso si trova tra le mura della città vecchia’. Nel 2013, sempre a firma di Lucia Nusiner, è stata la volta del tema dell’acqua ‘che nella nostra pianura vediamo scorrere nelle rogge e nei canali’ con ‘una lunga vasca come asse centrale del progetto con piante acquatiche che si muovono nel fondale’.
L’anno successivo un registro completamente diverso, ludico e colorato, con la piazza disegnata dall’americano Peter Fink che ha voluto esplorare ‘liberamente il rapporto tra arte e paesaggio urbano come un dialogo di contrasti che stimolano i nostri sensi attraverso l’uso audace di colori, forme, odori e texture di piante’.
Nel 2015 l’inglese Andy Sturgeon ha voluto ‘catturare l’essenza e la magia del paesaggio coltivato per trasportarlo in questo spazio urbano’. Nel 2016 è stata la volta del Wild landscape con il tedesco Stefan Tischer che ha condensato nella piazza cinque differenti paesaggi: selvaggio urbano, alluvionale, submontano, montano e alpino.
Nel 2017 l’olandese Baljon ha creato un ‘cool landscape’ , una sorta di ricerca di soluzioni di progettazione per ‘prevenire lo stress derivante dall’innalzamento delle temperature nelle città’.
Nel 2018 è stata la volta del famoso garden designer Piet Oudolf che ha riportato al centro di Piazza vecchia le piante con un giardino molto naturale di perenni e graminacee.
Nel 2019 il talentuoso italo-inglese Giubbilei ha disegnato un ‘pioneer landscape’ molto semplice ed elegante con ‘gli alberi con le grandi radici rotonde esposte attorniati da isole di verde posate semplicemente sulla pavimentazione della piazza’.
L’ultima edizione, di questo anno tragico e speciale, ha visto il contributo dell’architetto De Lucchi che ha voluto portare la natura sul tavolo, ‘lo strumento che usiamo per mangiare, studiare e lavorare ma che è anche l’oggetto su cui appoggiamo le cose importanti, quelle da avere sott’occhio e non dimenticare’.
Vista d’insieme delle aiuole condominiali in via San Vittore a Milano
E’ sempre piacevole fare delle scoperte interessanti passeggiando per Milano. In un piccolo e stretto giardinetto condominiale a Milano da poco è stato creato questo allestimento di una serie di aiuole rialzate di differenti dimensioni, profondità e altezze in materiale metallico laccato in tonalità dal grigio chiaro al verde al blu. Un’anonima striscia di verde è stata così animata piacevolmente con un impianto vegetale di erbacee ed essenze arbustive da ombra: ho notato felci, aspidistra, ortensie, camelie invernali ora in piena fioritura e, credo mahonie della varietà Soft caress. Non so chi l’abbia progettata: ha fatto un ottimo lavoro!
Particolare di una delle aiuole
Particolari delle aiuole con felci e mahonie
Un altro scorcio del piccolo giardino condominiale
L’amica giornalista Laura Maggi, con la quale avevo condiviso un paio d’anni fa un breve viaggio in Normandia, mi segnala questa mostra in corso in Belgio in uno scenografico spazio ex industriale per la lavorazione del carbone al Centre d’innovation et de design, Grand-Hornu, località ad un’ora di macchina da Bruxelles. Non è escluso che arrivi anche in Italia, speriamo….
Plant Fever propone di guardare al futuro del design da una nuova prospettiva vegetale, passando da un design antropocentrico a un design fitocentrico. Spaziando dal design del prodotto e della moda a nuove ricerche sui materiali, fino a dispositivi open source e tecnologie emergenti, Plant Fever presenta circa 50 progetti – rappresentativi del lavoro di creativi di oltre 20 paesi – che esaminano nozioni come la plant-blindness, l’eco-femminismo, la silvicoltura, la biomimetica, l’upcycling, ma anche i concetti di postcolonialismo e paesaggio culturale.
Pensata dai due curatori – Laura Drouet (FR) e Olivier Lacrouts (IT/FR) fondatori nel 2014 di d-o-t-s con sede tra bruxelles e Milano -come un’esposizione militante, Plant Fever non rinuncia a prendere posizione, porre domande critiche e suggerire nuove prospettive radicali, coinvolgendo il pubblico in una conversazione positiva, stimolante e costruttiva. Parallelamente allo spazio fisico del museo, il discorso della mostra è ulteriormente sviluppato attraverso una piattaforma web dedicata, nonché un programma di conferenze e workshop.