Il giardino non è mai un ambiente monotono grazie alle continue evoluzioni delle piante, che a volte causano dolorose perdite ma altre ci regalano nuove sorprese. Basta avere pazienza e saper osservare con attenzione. Questa estate è arrivata in grande stile la Popillia japonica di cui vi ho già parlato in un precedente post (https://www.giardininviaggio.it/popillia-japonica-una-minaccia-per-i-giardini-e-le-colture/).
Ho potuto osservare che questo terribile parassita è attivo come insetto nei mesi di giugno e luglio e con alcune superstiti nei primi giorni di agosto. Sembra non risparmiare nulla e dopo le rose si è gettata sulle foglie della vite che sono ormai devastate, non ha risparmiato i noccioli e di seguito le larve si scateneranno sulle radici del prato. Ho provato una trappola con feromoni per salvare le ultime foglie della vite ma bisogna stare attenti perchè in questo modo si rischia di attirarne di nuovi dall’ambiente circostante.
Effetto popillia sulle foglie della vite
Clematis Aljonushka: al secondo anno questa piccola clematide (alta circa 150 cm) ha prodotto da metà agosto una profusione di fiorellini azzurri
Da luglio fino ai primi geli la grande massa di anemoni giapponesi è una presenza festosa nel piccolo parcheggio
Hydrangea Ayesha con le bellissime astilbe con pannocchie rosa acceso
La grande aiuola che sul muro a secco ospita ortensie rampicanti
Rosa e porpora
I fiori quasi sfacciati di Hibiscus moscheutos
Ultimi a fiorire gli anemoni giapponesi della varietà ‘Prinz Heinrich’
Vista della villa e del giardino con sullo sfondo l’omaggio di Bob Wilson a Giuseppe Panza
Per me Villa Panza è un luogo davvero magico e ogni volta, con l’occasione di una nuova mostra, ci torno volentieri. Questa volta dopo una stagione di interruzione a causa del Covid ho trovato tutto al meglio: gli interni con qualche cambiamento nella disposizione delle opere e il giardino in forma stupenda.
Fino al 5 settembre è possibile visitare la mostra ‘Sudden time’ con opere di Chiara Dynys e Sean Shanahan, realizzate tra il 2018 e il 2021 ed esposte qui per la prima volta, in particolare negli spazi dei rustici della Villa al piano terra. (per info https://fondoambiente.it/il-fai/beni/villa-e-collezione-panza-sudden-time/)
Ecco alcune immagini del giardino e delle opere.
L’ingresso al carpinata
Il giardino formale negli spazi antistanti la villa
Una bella aiuola con masse di colorate e semplici Lavatera
Paolo Pejrone, I dubbi del giardiniere. A cura di Alberto Fusari, Einaudi, 2021, 176 pp., 17 euro
L’introduzione del libro – da leggere attentamente – costituisce una sorta di manifesto non solo delle buone pratiche del giardiniere lento e accorto, ma anche e soprattutto un invito a come affrontare i cambiamenti in atto nel nostro ambiente e a riconsiderare il modo di fare giardini.
Così ci avverte l’autore ‘Questi scritti vorrebbero essere nient’altro che un “concentrato” di dubbi, un generatore di interrogativi’. Dubbi per superare i dogmi perchè è lo stesso giardino che ci insegna a mettere tutto in discussione.
Quindi spazio alle buone pratiche contro le trovate strabilianti, le artificiosità del giardino-installazione, i proclami a piantare tanti alberi e le scenografie costruite a tavolino e non affidandosi alle conoscenze e alle esperienze sul campo.
Pejrone delinea il giardino del domani come una sfida a fare i conti con terre povere, poca acqua e pochissima manutenzione e soprattutto lavorando con lentezza.
Per affrontare il cambiamento climatico occorre piantare assecondandolo per trovare specie e tecniche che assicurino la sopravvivenza pur in un contesto così artificioso.
Il libro è organizzato intrno a tre “arcipelagh”‘: ‘Sconquassi’, cioè le tante anomalie che ci troviamo a dover affrontare, come le fioriture precoci o posticipate, le debolezze dei grandi alberi in città, i miti da sfatare (come quello della pericolosità degli invadenti ailanti, la scarsità di acqua…; ‘Buone pratiche e cattive retoriche’, la bella ghiaia di una volta, i muretti a secco, la morte inevitabile degli alberi, il giardino selvatico…; ‘Vecchi e nuovi cari amici’, capitolo nel quale ci racconta le sue preferenze e le sue sperimentazioni con piante consuete e meno consuete, come i cisti, le gaure (troppo spesso usate come riempitivo), la clematide a fioritura invernale, gli epimedi, la vite vergine…..
‘Da ottobre 2010 a maggio 2011 un gruppo di cittadini (architetti, paesaggisti e vivaisti) insieme alla stessa Piccola Scuola di Circo, con il sostegno di Milly Moratti e di Vivai Borromeo, si è volontariamente impegnato nel pensare e realizzare un intervento temporaneo per la riqualificazione dei giardini di Viale Montello – Bastioni di Porta Volta al fine di riaprire quello spazio e restituirlo alla città. Data l’assenza di significativi contributi economici e la forte incertezza nel destino dell’area di Viale Montello, si è scelto di cominciare da pochi elementi, riconoscibili ed indispensabili (passerella di legno e vasche per orticelli). Il giardino purtroppo è poi rimasto chiuso per molti mesi, fino a quando all’inizio del 2012, la neo-nata associazione Giardini in Transito è riuscita a farsi affidare l’area in comodato d’uso gratuito dal Comune di Milano.Il 19 ottobre 2013, grazie alla sinergia da tempo avviata con l’associazione Libera, il Giardino Comunitario di Viale Montello è stato dedicato a Lea Garofalo, testimone di giustizia torturata e uccisa il 24 novembre del 2009 dalla ‘ndrangheta’.
Per saperne di più https://giardiniintransito.wordpress.com/?fbclid=IwAR23ohlKSZxRy2Ni9Rqv2YKvoe_gc2Qc3DGFZWn87HmjuD6-7gbk_VeqXNI
L’accesso al giardino
Tanti angoli raccolti dove sostare, leggere e pensare
Un camminamento in legno attraverso gli arbusti fioriti
Un piccolo percorso alla scoperta di nuove architetture e mostre in questa Milano che ci riserva sempre nuove sorprese.
Molto interessante il nuovo museo del design dedicato ai vincitori del compasso d’oro: una sorta di percorso ideale per rivivere l’evoluzione del design a partire dagli anni cinquanta fino ai giorni nostri: il luogo una ex fabbrica dell’Enel bel ristrutturata con ampi spazi interni e la conservazione del passato industriale.
La faccita di ADi, in piazza del Compasso d’oro, vicino al cimitero Monumentale
Vista dell’interno del museo
Munari, 1971: Abitacolo, il progetto per lo spazio dedicato ad uno o due ragazzi nella casa dei genitori
Il passato industriale
Il nuovo Campus universitario nasce da un’idea di Renzo Piano donata al Politecnico di Milano e dalla valorizzazione e sviluppo dell’idea originale dello studio ODB-OTTAVIO DI BLASI & Partners. Il progetto propone un profondo ripensamento degli spazi del Campus di via Bonardi, modellato soprattutto sulle esigenze degli studenti, rendendolo aperto, internazionale, portatore di avanguardia, ruotando intorno a 3 punti cardine:
il verde: il nuovo campus sarà caratterizzato da una grande quantità di alberi e di spazi verdi
il rapporto con gli edifici storici, che saranno rispettati, ripristinandone l’aspetto originale
le terrazze praticabili: le coperture degli edifici bassi saranno utilizzabili per attività all’aperto ed eventi
La palazzina destinata d ospitare i diversi laboratori
Lo spazio verde di fornte allo storico edificio del Trifoglio progettato da Giò Ponti
Una mostra potente ed emozionante quella dedicata alle nuove opere di Cattelan all’Hangar della Bicocca: una riflessione profonda sulle sfide dell’umanità. Come un filo rosso unisce i tre momenti: ‘Breath’ sembra aprire uno spiraglio di speranza in questa condivisione del respiro fra uomo e un altro essere vivente; in ‘Ghosts’ i picconi ci scrutano dall’alto quasi come un monito e infine ‘Blind’ mostra tutta la nostra fragilità e cecità ad eventi incredibili che non sappiamo prevedere.
Il giardino dell’Hangar a luglio
‘Breath’, per il bellissimo gruppo scultore in candido marmo di Carrara a rappresentare il rapporto intimo tra uomo e cane che qui condivisono il respiro vitale
‘Ghosts’: una folla quasi surreale di piccioni in tassidermia appollaiati sulle travi e negli anfratti del grande hangar seguono gli spettatori suscitando una sensazione di ansia e smarrimento
‘Blind’. nel Cubo troneggia la gigantesca scultura in resina nera che rappresenta un monolite attraversato dalla sagoma di un aereo
Da giovedì 16 fino a domenica 19 settembre (giovedì 15-19 e gli altri giorni 9.30-19) torna per la prima volta in versione autunnale la manifestazione Orticola ai giardini pubblici di via Palestro a Milano.
Molte le novità interessanti di questa edizione.
New entries:
Il melo selvatico di Roberta Bechis e Luca Audisio di Albugnano, in provincia di Asti, specializzato in piante spontanee con utilizzi officinali e alimurgici di tipologia erbacea, arbustiva e ad alto fusto, che sono coltivate in vasi biodegradabili innovativi, in materiale plastico, ma riutilizzabile, di nuova generazione, chiamati tecnicamente Air-Pot. Azienda Agricola Tibi Cristiano, a Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli, specializzata in coltivazione di fiori “in piena aria”, presenta un’interessante collezione di acidofile, alcune delle quali ritrovate in antichi giardini e ville storiche sul Lago Maggiore e messe nuovamente in coltivazione, oltre a un particolare rododendro che fiorisce completamente in autunno creando una esplosione di colore, Rhododendron smirnowii ‘Weinlese’. Azienda agricola a tutti gli effetti, coltiva anche cereali, utilizzando antiche varietà di frumento tenero. Renato Ronco Vivai, il vivaio di Ciriè, in provincia di Torino, di cui è titolare Andrea Ronco, figlio di Renato, è specializzato nella riproduzione di piccole piante e presenta un’ampia collezione di aceri giapponesi, oltre 100, tra specie, varietà e cultivar della specie palmatum, inoltre notevoli esemplari di Cornus florida. Orto Strabilia, due ragazzi di Latina con una passione che li unisce da sempre: la Natura! Una start up innovativa seguita dall’università La Sapienza di Roma, presso il polo di Latina, che lavora alla ricerca di nuovi metodi per testare la germinabilità, garantendo le percentuali più alte presenti nel mercato
Nuove piante:
Liviana Nifantani, vivaista storica proveniente da Varallo Pombia (No) quest’anno presenta Oxydendrum arboreum, una pianta proprio unica perché è la sola specie di quel genere, un albero a foglia caduca alto fino a 6-9 metri che dà il meglio di sé in autunno quando le sue foglie si tingono di rosso-porpora e in estate profumati fiori simili a mughetti; Rhus chinensis, di origine asiatica, dove infatti cresce spontanea, un grande arbusto che raggiunge i 7,5 metri con foglie che in autunno possono tingersi di giallo, arancio, rosso e infiorescenze, botanicamente chiamate ‘pannocchie’.
Nothofagus betuloides, fotografato nel mio viaggio in Patagonia
Nella postazione del Vivaio Central Park, diverse specie del genere Nothofagus, tra cui l’albero più meridionale del mondo: Nothofagus betuloides, il faggio o coigüe di Magellano. La famiglia delle Nothofagaceae è originaria della Selva Valdiviana, zona che prende il nome dalla città di Valdivia nel sud del Cile il cui significato è “Giungla Valdiviana”. Questo albero cresce su un’isola a sud del Sud America, in uno dei luoghi più ventosi del mondo
Lespedeza bicolor, un bell’arbusto rustico e molto fiorifero in estate che raggiunge i 150 cm circa d’altezza, molto utilizzata nella tecnica dell’ikebana, sarà presentata a Orticola dalla Società Agricola Eredi di Carlo Consonni, insieme a Lespedeza thunbergii, la specie più nota, alta fino a tre metri dal fiore bianco, nella varietà ‘Avalanche’, oppure nel classico rosa-violetto, ma sempre con rami flessibili e ricadenti che oscillano al vento e Lespedeza thunbergii ‘Edo-shibori’ a fiore bicolore, rosa-fucsia e bianco, anch’essa dai rami arcuati, e ancora Lespedeza buergeri, anch’essa dalla prolungata fioritura, ma dal portamento più cespuglioso per esposizioni soleggiate e asciutte. Completano le collezioni di Consonni, ibridi di Buddleja non invasivi, specie le cui foglie a primavera sono
Orticola per Milano: I proventi derivanti dalla mostra-mercato sono stati destinati ai Giardini Pubblici Indro Montanelli per la sistemazione e cura dell’Aiuola dei Cerbiatti, al restauro della bacheche e alla fornitura delle nuove mappe e al Giardino Perego di via dei Giardini per il proseguimento delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria con la messa a dimora di nuovi arbusti Prosegue anche la crescita, la cura e la manutenzione de “L’Altra Pergola. Omaggio a Leonardo”, il pergolato di gelsi realizzato nel 2019 al Castello Sforzesco da Orticola di Lombardia nel 2019.Continua la manutenzione del Giardino di Palazzo Reale un’oasi per una piacevole sosta nel cuore della città e quella della Corte d’Ingresso della Galleria d’Arte Moderna. Sono sempre attivi in viale Eginardo gli Orti Fioriti di CityLife.
Prorogata al primo ottobre 2021 la scadenza per partecipare al premio ‘Città per il verde 2021’ del Verde editoriale. Per info https://www.ilpremiolacittaperilverde.com/
Futura Formazione, ente accreditato da Regione Lombardia per i servizi di formazione professionale, ha progettato, in partnership con Il Villaggio degli Orti, un corso che consente, con una preparazione professionale, di formare operatori in Terapia Orticolturale. Relazionarsi con il verde fa bene a tutti. La Terapia Orticolturale è un vero e proprio strumento terapeutico, in grado di curare attraverso attività legate all’orto e al giardinaggio. Il corso prevede anche delle sessioni pratiche, organizzate presso il Villaggio degli Orti di San Zeno. IL VILLAGGIO DEGLI ORTI_Terapia Orticolturale REV
Fiere e vivai
5-10 settembre SuperFuorisalone in Piazza San Marco, Milano. DOT-Design Outdoor Taset, un maxi-allestimento di 700mq ritmato da paesaggi che si alternano, dalla sabbia delle spiagge agli angoli country chic, dagli scorci montani alle terrazze cittadine, trasformerà il sagrato e il chiostro della basilica di San Marco a Brera in un’oasi di natura, bellezza e raffinata convivialità.
Dall’11 settembre fino a metà novembre gli Orti della Legnana a Bussero aprono le porte al pubblico: musica, fiori e ortaggi a km 0. ORTIDELLALEGNANA
16-19 settembre ritorna in versione autunnale Orticola ai Giardini di via Palestro a Milano. I biglietti quest’anno si possono già acquistare solo on line su www.midaticket.it e su www.orticola.org e costano 11,00 euro, 1 euro in meno del 2019. ORTICOLA 2021
25-26 settembre Floreka 2021, Parco della storica Villa Camozzi di Ranica (BG). Per informazione e aggiornamenti su calendario di appuntamenti e workshop: http://floreka.it/
25-26 settembre Borgo plantarum a Telarolo di Castellarano (RE). Per info https://www.borgoplantarum.com/
We tree: alle città (Milano, Palermo, Perugia e Torino) che hanno aderito al progetto si aggiunge Bari che ha scelto come area da riconvertire a verde Villa Giustiniani. Per info https://wetree.it/
Da sabato 17 luglio negli spazi sotterranei di via Solari 35 la Fondazione Arnaldo Pomdoro accompagna il pubblico dai 12 ai 99 anni alla scoperta di una delle opere più affascinanti ed enigmatiche del Maestro: il Labirinto, opera di arte ambientale. Via Solari 35, Milano info e prenotazioni https://www.fondazionearnaldopomodoro.it/prodotto/il-labirinto-visita/
Forme Tentative e Terzo Paesaggio, organizzazione non profit che si occupa di rigenerazione urbana a base culturale, in collaborazione con SoulFood Forestfarms, hanno inaugurato il 17 luglio Octagon, un giardino in movimento per la transizione ecologica della città. Si tratta di un progetto che ha l’obiettivo di attivare e sensibilizzare i giovani sull’ampio tema dell’energie rinnovabili e a basso impatto ambientale, anche in preparazione di Pre-COP26, il summit sui cambiamenti climatici che si terrà a Milano il prossimo autunno. CS Octagon def
ENDGAME: una mostra di arte contemporanea a cielo aperto. Un percorso artistico, fruibile dal 17 luglio al 20 settembre 2021, che si snoda all’interno dell’Orto Botanico Corsini a Porto Ercle (GR). CS_Orto Botanico Corsini_Endgame-2
dall’11 settembre al 17 dicembre 2021, PROJECT ROOM #14 Rosa in mano Nevine Mahmoud, Margherita Raso, Derek MF Di Fabio a cura di Eva Fabbris Fondazione Pomodoro. Per info https://www.fondazionearnaldopomodoro.it/
Giardino Italiano, Paysage giungo 2021
39 esperienze di gardino dal giardino storico a quello contemporaneo passando attraverso tanti tipi di giardini: giardino per il turismo, pensile, giardino per la cura, giardino aziendale, residenziale, per l’acqua…..
Popillia japonica: bella da vedere ma terribile per i suoi effetti sulle nostre piante e sulle coltivazioni agricole.
Si tratta di un nuovo temibile parassita proveniente dal Giappone: un coleottero scarabeideche è stato rinvenuto per la prima volta nel luglio 2014 nel comune di Turbigo dal fotografo naturalista Giovanni Micheli e che in poche settimane si è diffuso in una zona più ampia attorno al fiume Ticino, in Lombardia e Piemonte. Nel 2017 è stata rinvenuta in Svizzera, proveniente dall’Italia. Nel luglio 2020 le trappole hanno raccolto alcuni insetti in provincia di Parma.
‘Gli adulti hanno una lunghezza media di circa 10 mm e sono verde metallico con riflessi bronzei sul dorso. Si contraddistinguono per 12 ciuffi di peli bianchi (5 ai lati dell’addome e 2 più ampi sulla parte terminale). La presenza di questi ciuffi bianchi permette di distinguere inconfondibilmente Popillia japonica dalla specie italiana Maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola) e dalle altre specie di rutelidi italiani. Popillia japonica ha tre età larvali dalla caratteristica forma a C. In Lombardia Popillia japonica ha una generazione all’anno e sverna come larva di terza età approfondendosi nel terreno per 10-20 cm per sfuggire alle basse temperature. Gli adulti escono dal terreno tra la fine di maggio e inizio di giugno e sono attivi fino a settembre. L’insetto si muove prevalentemente in gruppi numerosi e l’epoca di maggior presenza degli adulti è intorno a luglio. La larva infesta i prati nutrendosi delle radici. Gli adulti sono polifagi e attaccano piante spontanee, di pieno campo, ornamentali e forestali determinando defogliazioni e distruzione della pianta e dei fiori. Gli adulti possono alimentarsi su quasi 300 specie, ma i danni più gravi interessano un numero limitato di piante’ (Portale Regione Lombardia). Specie+sensibili+Popillia+japonica+2020
Il 18 giugno si è svolta su facebook ( questo il link per riascoltare la conferenza https://www.facebook.com/LibreriaDellaNatura/videos/187793286505495) un interessante dialogo tra Filippo Pizzoni e Giuseppe Barbera intorno al tema del Mediterraneo e di due importanti libri recenti (Giuseppe Barbera, Il giardino del Mediterraneo, Il Saggiatore e Olivier Filippi, Il Mediterraneo nel vostro giardino, edizione italiana a cura di Libreria della natura).
Vi consiglio di ascoltare la registrazione perchè sono stati affrontati temi molto interessanti che riguardano il futuro dei nostri paesaggi e qui di seguito vi segnalo – in una sorte di indice ragionato – solo alcune delle osservazioni che i due relatori hanno espresso.
Pizzoni sottolinea come i due libri, pur nelle differenze, hanno molti punti di contatto e in particolare sottolineano la necessità di cambiare il nostro punto di vista sul paesaggio, che deve essere interpretato come un equilibrio in costante cambiamento.
Per Barbera, infatti, il paesaggio si sedimenta con il tempo ed è oggetto di continue modifiche; il primo elemento è la natura e il secondo la cultura, senza la quale (il nostro sguardo) non ci sarebbe il paesaggio. Il Mediterraneo rappresenta il paesaggio che può meglio interpretare i cambiamenti in atto con la sua lezione sull’importanza dello scambio e della diversità biologica e culturale.
Fondamentale il valore della curiosità e il sapere di non sapere: un mondo di specialisti ignoranti non è più possibile!
Una sfida bellissima per chi si occupa di paesaggio è quella di immaginare e pianificare una crescita non più quantitativa (ormai impossibile) ma qualitativa.
Il mondo sarà salvato dalla nuova visione del paesaggio, specchio della civiltà.
Pizzoni sottolinea come una delle lezioni importanti di Filippi è l’utilizzo di piante spontanee o naturalizzate del clima mediterraneo come una nuova modalità di concepire il giardino, differente da quella tradizionale del ‘giardino forzato’. Quindi guardare con attenzione le piante che si devono adattare alla poca acqua per riprodurre nei nostri contesti artificiali i meccanismi naturali.
Per Barbera, Filippi ci fa vedere come la natura sia capace di adattarsi nella fisiologia e nelle forme (utilità+bellezza).
Bisogna superare l’antropocentrismo per incontrarci con gli altri esseri viventi, animali e piante, che tra l’altro possono sopravvivere anche senza di noi.
Nello stesso tempo Barbera ci mette in guardia dai rischi del neocolonialismo che ci porta a vedere troppo simili a noi le piante!
Pizzoni sottolinea la presenza di due paradossi: la natura è bella quando non c’è traccia dell’uomo e poi quando la natura è selvaggia la respingiamo per paura.