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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Premio Scarpa 2022: Natur-Park Schöneberger Südgelände e la natura urbana berlinese

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La XXXII edizione, 2022 del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino è dedicata al  Natur-Park Schöneberger Südgelände e al formarsi di una “natura urbana berlinese” che esso rappresenta.

Questo grande parco pubblico, situato nella parte sud-est del quartiere di Schöneberg, aperto ufficialmente per la prima volta nel 1999 ha una storia molto più lunga: il parco è frutto del lungo periodo di abbandono di un’immensa area ferroviaria e del successivo riconoscimento del luogo come espressione di una “natura urbana berlinese”, punto d’incontro tra le aspirazioni degli abitanti, la cultura contemporanea del paesaggio e l’affermazione di una profonda attenzione ecologica per la città.

Il Natur-Park Südgelände, con la sua lunghezza di 1,7 chilometri, fa parte di una più ampia successione di parchi pubblici che la città ha realizzato, da nord a sud, a partire da una costellazione di “vuoti” che si è saputo interpretare come un intero paesaggio. Un “brano di natura urbana” e un laboratorio nel quale s’incontrano le sperimentazioni dell’ecologia, vi si confrontano e convergono istanze sociali diverse, si mettono in atto nuovi metodi nella cura e nel governo dello spazio urbano.

I principali momenti pubblici del Premio Carlo Scarpa 2022 si svolgeranno nel mese di maggio:

venerdì 13 maggio alle 18 sarà aperta negli spazi Bomben di Treviso la mostra dedicata al Natur-Park Schöneberger Südgelände, nel cui contesto sarà anche proiettato il film documentario sul luogo, prodotto dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e diretto dal regista Davide Gambino.

Sabato 14 maggio, dalle 9.30 alle 13.30, si terrà nell’auditorium della Fondazione Benetton a Treviso un convegno pubblico internazionale dedicato al luogo e ai temi di questa edizione del Premio, che, coordinato da Patrizia Boschiero e Luigi Latini, vedrà la partecipazione di Klaus Duschat, Thilo Folkerts, Ingo Kowarik, Norbert Kühn, Anna Lambertini, Rita Suhrhoff.

Alle ore 17 di sabato 14 maggio si terrà, nel Teatro Comunale di Treviso, la cerimonia pubblica con la consegna del sigillo simbolo del Premio, che quest’anno sarà affidato alla paesaggista Rita Suhrhoff (Grün Berlin, responsabile del parco), allo scultore Klaus Duschat (collettivo artistico Odious) e all’ecologo e pianificatore Ingo Kowarik.

 

Annalisa Metta, Selva e città, 3 marzo 2022. Intervento al XXXII Corso di aggiornamento del giardino storico di Padova

Alcune pubblicazioni di Annalisa Metta

Selva e città costituiscono nella cultura occidentale una coppia oppostiva e il ‘selvatico’ viene interpretato come ‘ciò che precede la nascita della civiltà e della città’.
Annalisi Metta, nella sua interessante e originale relazione, individua 4 livelli di separazione:

1. ESPULSIONE: con la nascita dell’insediamento urbano la natura viene collocata fuori dal recinto

2. REDENZIONE: tenere la città fuori dal recinto con l’insediamento dei primi grandi parchi urbani; la città diventa il luogo pericoloso e la natura elemento di salvezza da salvaguardare.
Ma anche in questo caso non c’è nessuna ibridazione tra i due elementi.

3. PRESTAZIONE+CONTROLLO: la natura diventa prestazionale, cioè collegata alla prestazione di servizi come la purificazione dell’aria e fortemente controllata con una confusione tra natura e verde.

4. CATTIVITA’: la natura come santuario, non toccata dagli uomini. Un esempio l’isola sopraelevata nel Parc Matisse a Lille progettato da Gilles Clément. Questa visione è ancora una interpretazione del rapporto duale tra selvatico e urbano.

Negli ultimi anni si assiste ad una tendenza alla dissolvenza di questo dualismo e la città si fa selvatica. Le pecore a Glasgow durante il primo lockdown ne sono un esempio.

La parola alla relatrice ‘Negli anni recenti in maniera sempre più pervasiva, la selva è introdotta nella città non solo come scena eterotopica per le evasioni della socialità urbana, ma come spazio dell’incontro con esistenze, volontà, fenomeni, situazioni, accadimenti, non solo umani. La selva urbana non è solo un luogo o una tipologia di spazio aperto della città (il bosco urbano, per l’appunto), progettato per evocare ambientazioni scenografiche naturalistiche, ma è soprattutto un comportamento, un ethos che coinvolge la totalità delle forme di vita con cui co-abitiamo e che si produce per ibridazione tra gli inneschi intenzionali del progetto e l’autodeterminazione del vivente. Le sue qualità emanano dall’intrecciarsi tra l’esogeno e l’indigeno, dalle combinazioni non del tutto prevedibili tra processi ecologici e sociali, dallo status esitante di una natura ordinaria che s’indovina degna, ma che,giacché incolta e indomita, confina ancora con lo scarto. Attraversando alcune tappe chiave della cultura del progetto paesaggistico contemporaneo, in questo incontro ci interrogheremo sui modi con cui la selva urbana rappresenta oggi un filtro con cui guardare in modo rinnovato al rapporto tra natura e città e con cui riorientarsi, muovendosi dall’idea che “il paesaggio è in quanto è visto” all’evidenza che “il paesaggio è in quanto agisce”.

 

Daniel Boulens, Lione leader nella gestione ambientale. Intervento al XXXII Corso di aggiornamento del giardino storico di Padova

Davvero interessante l’intervento di Daniel Boulens che ha illustrato con una molteplicità di dati ed esempi la straordinaria gestione ambientale che la città di Lione persegue a partire dal 2000: davvero un modello da cui imparare molto!
A partire dal 2005 non viene usato più nessun prodotto chimico, sono stati estesi i prati fioriti (taglio solo 2 volte l’anno), tutti gli scarti vegetali vengono riutilizzati, recupero totale dell’acqua piovana per l’irrigazione degli spazi verdi, uso dell’olio di colza al posto del gasolio come carburante.

Intanto alcune cifre di base sul verde a Lione

A partire dal 2020 il progetto ‘Natura in città’ costituisce la seconda posta in bilancio

Gli esempi recenti di progetti:

Giardini di strada: un approccio partecipativo per abbellire spazi trascurati, marciapiedi, il piede degli alberi. Dal 2000 sono stati creati più di 1000 Microimpianti di fiori (MIF)
https://www.lyon.fr/cadre-de-vie/ville-nature/les-jardins-de-rue

Roses trémières et glycine_rue Chalopin ©Elsalaubez_VDL

Alberi della pioggia nel progetto ‘Life Artisan’: allargamento delle zone al piede degli alberi per facilitare l’infiltrazione dell’acqua piovana

Foreste ‘Miyawaki’: giovani piantine forestali a crescita accelleratadi diverse varietà e adatte all’ambiente urbano e alla siccità, sono messe a dimora molto vicini tra loro in modo da collaborare e proteggersi.

Frutteti urbani: senza recinzione in modo che il pubblico possa coglierne i frutti. Varietà molto resistenti

Conoscere e proteggere la biodiversità urbana.

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Un labirinto di camelie a Laveno Mombello

Labirinto delle camelie a cura di Enrico Gasparini, Laveno Mombello

Nei vasti terreni del vivaio a Laveno Mombello, al confine con l’antica torbaia, Enrico Gasparini ha creato un ampio labirinto tutto formato da diverse specie e varietà di camelie a fioritura primaverile. Lungo il percorso piccole panche per una sosta di riflessione e alcuni ‘pensieri’ apposti su cartelli. Non lontano lo stagno di acqua sorgiva tutto contornato da Kalmia e da cipressi calvi (Taxodium distichum) con i loro caratteristici pneumatofori, radici aeree che emergono dal terreno.

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

Labirinto delle camelie, Laveno Mombello

I pneumatofori dei cipressi calvi sulle rive del laghetto

Aponogeton distachyos perenne ancorata al fondo degli stagni con foglie e fiori galleggianti.

Mondrian dalla figurazione all’astrazione. Mudec 2022

P. Mondrian Oostzijde con cielo blu giallo e viola 1907-1098

Molto interessante la mostra milanese al MUDEC (chiusura 27 marrzo 2022) ‘Piet Mondrian dalla figurazione all’astrazione’ che ha raccolto molte opere del primo periodo dell’artista e che ci aiuta a comprendere il passaggio all’astrazione. La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è stata realizzata grazie alla collaborazione del Kunstmuseum Den Haag, detentore della più importante collezione di opere di Mondrian al mondo, e che ha prestato sessanta opere, scelte tra quelle di Mondrian, degli artisti della Scuola dell’Aja e dei designer De Stijl.
Inoltre in mostra un affondo curato dalla storica del design Domitilla Dardi presenta tre risvolti dell’ ‘Effetto Mondrian’ sul design.

Ecco alcune immagini

Mondrian 1902-1904

Mondrian Studio di due mucche 1904

Mondrian 1903

Mondrian 1908

Mondrian 1909

MONDRIAN COMPOSIZIONE N 3 1913

 

News in tema di corsi, convegni, fiere, libri e altro ancora…Marzo 2022

Un meraviglioso esemplare di Edgeworthia chrysantha nel giardino di Paola Mauri

Articoli

Concorsi e premi

  • Next-City-Lab (promotore) e l’Associazione Archiforum (sviluppo e gestione) – in collaborazione con l’Associazione Arketipos che organizza il Landscape Festival – dà vita alla prima edizione del Premio Internazionale per il Paesaggio. International LAND AWARD, riconoscimento con cadenza biennale nato per premiare l’eccellenza e il valore di progetti realizzati che rappresentano un contributo significativo nel dialogo tra natura e artificio. Scopo del premio è quello di far crescere la sensibilità nella trasformazione dei luoghi dell’abitare, incentivando un equilibrato rapporto tra natura e intervento dell’uomo per contribuire a una migliore qualità di vita per le persone.
    Le iscrizioni sono aperte fino al 30 marzi 2022. https://landaward.it/application/
  • A EUROFLORA 2022 MICROPAESAGGI, IN GARA DIECI PROPOSTE CREATIVE DI ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO. Il 22 aprile l’esame di una giuria di esperti. La premiazione venerdì 6 maggio alle 15. Micropaesaggi a Euroflora 2022 020322

Corsi e seminari

  • 16 marzo 2022, ore 17.30, Italia nostra sezione Milano organizza una conferenza di Edo Bricchetti, storico e architetto su ‘I borghi del naviglio piccolo’. Sulla piattaforma zoom. Per iscrizioni scrivere a milano@italianostra.org.
  • 12 marzo-9 aprile 2022, corso di pittura botanica “Le prime fioriture dell’anno” – Dipingere dal vero fiori e foglie primaverili all’Orto Botanico di Brera. Sabato pomeriggio sotto la guida della pittrice botanica Margherita Leoni.Il corso è rivolto a chi intende avvicinarsi alla pittura botanica, in 4 lezioni con il seguente calendario:sabato 12 marzo: osservazione, raccolta, disegno; sabato 19 marzo: prime stesure ad acquerello; sabato 2 aprile: dipingere fiori e foglie; sabato 9 aprile: dipingere fiori e foglie:
    Per info e iscrizioni scrivere a ortobotanicodibrera@unimi.it
  • metà aprile inizierà la nuova edizione del corso di ‘Green Visual Merchandising’, organizzato dalla scuola Arte&Messaggio di Milano e che si svolgerà il lunedì, martedì e giovedì dalle 18.00 alle 21.00. Ore totali : 100 —– Costo: 177,00€. Per info e iscrizioni:https://artemessaggio.comune.milano.it/corsi/garden-landscape-design/green-visual-merchandising 
  • 23 aprile 2022, nell’ambito della manifestazione Nel Segno del giglo alla Reggia di Colorno, Conversazioni su ‘I giardini perduti’: Massimo Venturi Ferriolo,  Giuseppe Baldi, Carla Benocci e Laura Pirovano
  • 8-14 maggio 2022, Stage di acquerello con l’artista Alessandra Bruno sul Lago di Bolsena. Invito Bolsena Maggio 2022
  • 1-2 settembre 2022, The Beth Chatto Symposium 2022 sul tema ‘Rewilding the mind’: Sarah Price, Professor Dave Goulson, Professor Alastair Driver, Dan Pearson, Fergus Garrett, Tom Stuart-Smith, Errol Reuben Fernandes, John Little, Dr Wei Yang and Ton Muller….University of Essex. Per info e iscrizioni https://www.bethchatto.co.uk/symposium-tickets/symposium-2022.htm

Fiere e vivai

Giardini e parchi

Libri

  • Nuove uscite
    – Valentino Mercati e Stefano benvenuti, Malerbe amiche. La biodiversità e il futuro del pianeta, Aboca edizioni, 2022
    – I Segni del paesaggio, la via Appia e i Castelli della Campania, Electa, marzo 2022
    – Grandi Giardini italiani. L’essenza del Paradiso, Franco Maria Ricci editore, aprile 2022. Con un saggio di Delfina Rattazzi
    – Marta McDowell, Emily Dickinson e i suoi giardini, Ippocampo, 2022
    – Marco Biraghi e Adriana Granato, L’architettura di Milano. La città scritta dagli architetti dal dopoguerra ad oggi, Hoepli, 2022
  • Novità dalla Libreria della Natura di Milano
    Libreria della natura marzo 2022
  • Viride Blog
    https://www.virideblog.it/i-molti-ritorni-alla-terra/

Milano

Radio 24 Il Giardino segreto

Viaggi e trekking

 

 

Michela De Poli: La soddisfazione dell’abbandono. Intervento alla 18° edizione delle Giornate di studio della Fondazione Benetton

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Per Michela De Poli – architetto del paesaggio e titolare con Adriano Marangon dello studio MADE associati (http://www.madeassociati.it/) – ‘Il paesaggio dell’abbandono si forma nel momento in cui viene a mancare la sua funzione per molteplici ragioni non sempre intenzionali, è un paesaggio che, per sua definizione, ha visto la presenza dell’uomo e delle sue azioni che l’hanno inevitabilmente modificato decretandone una alterazione irreversibile’.

‘L’elemento chiave di consapevole interpretazione richiede di avviare un passaggio che è soprattutto concettuale perché si muove dal tema del “trasformare” al concetto di “dare significato” fondamentale per riconoscere l’identità di quella nuova condizione. Da qui possiamo quindi iniziare ad immaginare che in un processo di maturazione dell’abbandono, esso diventa stimolatore di nuove pratiche e potenzialità per costituire un nuovo ritmo di funzionamento organico, in cui la sua gestione diventa la risposta ad esigenze propositive di necessarie nuove naturalità e possibile linea di intervento che si allinea alle contingenti richieste ambientali’.

L’abbandono del paesaggio può essere originato da varie cause: 1) abbandono come conseguenza di una tragedia ambientale (Chernobyl); 2) interruzione del progetto; 3) abbandono come volontà progettuale (Parc Matisse, Gilles Clément).

Alcuni esempi
– California City: il progetto abbandonato di un immobiliarista per costruire una città nel deserto di cui restano le tracce come un ‘geroglifico astratto’
– 300 Isole di Dubai: la sabbia che torna ai fondali con alterazioni biologiche del tratto di costa, dopo l’abbandono del progetto
– il progetto della casa-giardino dell’artista Martin Roth
– Beelitz Heilstalten, ex sanatorio nella zona sud-ovest di Berlino, dove è stata creata una lunga passerella alta 20 metri che racconta le trasformazioni delle architetture e della vegetazione

Per saperne di più

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Per ascoltare sula Canale Vimeo della Fondazione tutti gli interenti https://www.fbsr.it/paesaggio/giornate-di-studio/abbandoni/videoregistrazioni-delle-giornate-studio-sul-paesaggio-2022/

Franco Panzini: Boschi di città un itinerario storico tra i boschi urbani. Intervento al XXXII Corso di aggiornamento del giardino storico di Padova

Molto interessante l’intervento, assai articolato e approfondito, che il Prof. Franco Panzini, architetto e storico del paesaggio, ha svolto all’interno del Corso di aggiornamento sul giardino storico organizzato dal Gruppo Giardino storico dell’Università di Padova lo scorso 17 febbraio.
Il relatore ha analizzato, con un ricchissimo apparato iconografico, l’evoluzione del fenomeno dei boschi urbani a partire dall’inglobamento delle grandi riserve di caccia successivamente trasformate in grandi parchi urbani fino ai casi più recenti.

La trasformazione delle riserve di caccia reali rappresenta la prima tipologia di questo processo di inurbamento dei boschi. Tanti gli esempi, dai grandi parchi periferici di Parigi che a metà ‘800 nascono dalla grandi tenute di caccia: Bois de Boulogne (846 ettari, inaugurato nel 1853, dove sorgono le prime piste ciccalbili ‘Chalet des cycle’) e Bois de Vincennes, al Real Bosco di Capodimonte a Napoli, fino al Tiergarten di Berlino 210 ettari, aperto alla popolazione nel 1740 e divenuto parco pubblico dal 1881.
Questa prima tipologia accoglie attività legate alla vita urbana che non presentano ancora attinenza con il godimento della natura.

La seconda tipologia riguarda, in città di fondazione più recente, la protezione di brani di copertura boscata originaria spesso collocati su alture intorno alla realtà urbana. Un caso emblematico quello del Mont Réal a Montreal (280 ettari con oltre 32.000 alberi e parco pubblico dal 1876) successivamente trasformato nell’omonimo parco su disegno originario del grande Olmsted. Il più spettacolare esempio è poi costituito dalla Foresta da Tijuca a Rio de Janeiro; il disegno dei percorsi di visita e le nuove piantagioni (4000 ettari con piantagione di 130.000 alberi nella prima fase di riforestazione) sono opera del paesaggista Augusto Glaziou.

La terza tipologia riguarda esempi di brani forestali nuovi nelle città. Gli esempi più importanti a New York Central park (su disegno del progetto vincitore del concorso del 1858 di Olmsted-Vaux), ad Amsterdam Amsterdamse Bos (935 ettari su progetto di Cornelis van Eesteren e Jacoba Mulder, realizzato tra il 1934 e il 1970), un lavoro immenso che comportò un grandioso lavoro di drenaggio delle acque del polder per rendere il terreno adatto alle piantagioni. A Milano il Bosco in città nacque proprio su ispirazione del grande progetto olandese.

La quarta tipologia dei giorni nostri consiste nella creazione di nuovi boschi tra abbandono e rinaturalizzazione. Due gli esempi illustrati da Panzini: il Gasometro di Roma che ha visto la rinaturalizzazione spontanea lungo la riva del Tevere in un contesto altamente mineralizzazto e il Natur-Park alla periferia meridionale di Berlino che è sorto su un ex scalo ferroviario e aperto al pubblico come parco lineare di circa 18 ettari con una interessante percorrenza realizzata proprio per rispettare il processo di rinaturalizzazione spontanea.
Il parco è stato individuato dalla Fondazione Benetton per il Premio Scarpa del 2022.

 

 

Letto per voi. Giardini storici, verità e finzione a cura della Fondazione BenettonStudi e ricerche

Fondazione Benetton Studi e ricerche, Antiga, 2021, 316 pp., 30 euro

Una nuova iniziativa editoriale della Fondazione Benetton dedicata al tema del ‘giardino storico’, che raccoglie, integrandoli, i contributi presentati nel corso delle Giornate di studio del 2019.

L’obiettivo di questo importante lavoro di studio e riflessione è quello di restituire al tema del giardino storico le necessarie centralità e attenzione nel presupposto che i giardini xopiano, reinterpretano, sono influenzati e influenzano.
Come sottolineano i curatori nell’introduzione ‘i ritorni del passato sono stati realizzati in mille modi diversi: copie, ricreazioni, restauri fantasiosi, ripristini illusori, vecchi giardini tornati a uno stato originale che non era mai esistito, mode passeggere, tributi, fantasie…Non è un panorama di bianchi e neri, semmai un groviglio di trame e grigi, sensazioni e letture…’

In modo ironico e irriverente l’analisi parte dal fenomeno del secolo scorso delle repliche, quasi ‘autentiche copie’ di giardini del passato che annovera anche esempi convincenti che mostrano interesse verso la conoscenza e l’esercizio creativo di interpretazione critica della storia. Nella sezione finale vengono illustrate opere di artisti del paesaggio che in modo personale rileggono le tradizioni dell’arte dei giardini (Ritorno alla storia e modernitaà dei giardini in Francia (Monique Mosser); Jacques Gréber e la rilettura del giardino formale (Stéphanie de Courtois); Pietro Porcinai e villa Theobald a Colonia (Luigi Latini); Progetto contemporaneo e giardino storico nel lavoro di Pascal Cribier e Michel Van Gessel (Elena Antoniolli); Dieter Kienast e il senso della storia nei giardini contemporanei svizzeri (Simonetta Zanon).

Il volume si apre con una introduzione a firma dei curatori e si struttura in quattro parti: Letture e interpretazioni di modelli storici; La fortuna del giardino italiano: invenzioni, copie, influenze; Evoluzione e in invenzione nel paesaggio del nord-est d’Italia; La rilettura del giardino storico e i paesaggisti europei: alcuni esempi.

 

Una mostra da non perdere: Sorolla a Palazzo Reale a Milano

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 ISTANTANEA BIARRIZ

Ho trovato bellissima la mostra che Palazzo reale dedica al pittore valenciano Joaquìn Sorolla, maestro nelle vedute a schizzo dove trionfano le luminose tonalità di bianco accostate ai blu, violetti e verdi del mare, ritratti mobili e quasi sfuggenti e panorami mediterranei con sorprendenti giochi di riflessi. Belli anche i piccoli quadri dove il tema sono i giardini.

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 LA VASCA DELL’ALCAZAR DI SIVIGLIA

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 GIARDINO DI CASA SOROLLA

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 MARIA NEI GIARDINI DELLA GRANJA

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 MIA MOGLIE I MIEI FIGLI

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022 STUDIO DI MARE VALENCIA

MOSTRA SOROLLA PALAZZO REALE 2022BACINO DELL’ALCAZAR DI SIVIGLIA

Giardini in viaggio Laura Pirovano