Dal 5 al 6 novembre si è svolta a Villa Necchi di Milano la seconda edizione della manifestazione dedicata alle piante autunnali. Molte proposte interessanti tra gli altri dei vivai Quadrato di giardino, Peccato vegetale, Timi e Anna Peyron.
Ecco alcune immagini
CAMELLIA SASANQUA CLEOPATRA WHITE vivaio Timi
CAMELLIA SASANQUA HIME BOTAN vivaio Timi
CAMELLIA SASANQUA MAIDEN’S BLUSH vivaio Timi
HEPTACODIUM MICONIODES
SCHIZOSTYLIS COCCINEA ROSEA il peccato vegetale
Crysanthemum serie columbus Il Peccato vegetale
vivaio Il quadrato di giardino con una collezione di begonie
Il bel glicine su uuna delle pareti della villa avvolgendosi intorno ad una rete metallica
Ho partecipato in qualità di giurata a questa edizione di ‘Tre giorni per il giardino’ che festeggia il 30° anniversario: il nostro gruppo di giurati aveva il compito di premiare l’esposizione più educativa e senza esitazione abbiamo dato il primo premio ad una new entry davvero notevole, il vivaio Miretti che ha sede nel cuneese. L’esposizione era non solo molto bella ma soprattutto molto formativa, sia per il percorso didattico tra gli arbusti da bacca tutti con QRcode, sia per la presentazione delle foglie con colorazioni autunnali e le bacche sia ornamentali che eduli.
Una menzione per Olga Flower’s farm con tanti semi di piante semplici presentate in barattoli di vetro.
Ecco alcune immagini
La premiazione del concorso
Vivaio Miretti: esposizione di foglie autunnali
Vivaio Miretti
Callicarpa dichotoma Issai, Vivaio Miretti
Zantoxylum simulans, Vivaio Miretti
Viburnum wrightii, Vivaio Miretti
Renato Ronco ha ricevuto un premio per Diospyros armata, un caco particlare, con rami apuntiti, piccoli frutti rossi e sempreverde, fino a 2 metri di altezza
Sempre molto bello lo stand di Erbario della Gorra con tante Rabdosia longituba, una erbacea da ombra con bella fioritura autunnale violetta
Olga Flower’s farm
I frutti di Dennis Roero di Botanical collections
Lo stand del Peccato vegetale
Sorbus Harrowiana, vivaio Miretti
Vivaio Fessia con la sua collezione di aceri giapponesi
Una vista del giardino con il laghetto sullo sfondo
E’ sempre piacevole scoprire nuovi giardini e soprattutto nel periodo autunnale, uno dei miei preferiti.
Il giardino di Mario Spada a Malgesso (VA), socio della nostra associazione Piante guerriere (https://it-it.facebook.com/people/Associazione-Piante-guerriere/100064968600787/) raccoglie un piccolo arboreto di piante anche insolite che hanno belllissime colorazioni autunnali, arbusti da bacca, aiuole sinuose con erbacee perenni e tanti meli da fiore.
Ecco alcune immagini e scoperte
Acer polymorphum purpureum Giardino Spada
Acer Sango kaku Giardino Spada
Acer vitifolium Giardino Spada
Cercydiphyllum Katzura Giardino Spada
Cercydiphyllum Katzura Giardino Spada
Crataegus grigionensis Giardino Spada
Giardino Spada: la lunga aiuola con i meli da fiore
Giardino Spada: il laghetto con le ninfee
Malus Evereste Giardino Spada
Malus Red sentinel Giardino Spada
Nyssa sylvatica Giardino Spada
Oxydendrum fiori profumati bianchi estate Giardino Spada
Quercus palustris Giardino Spada
Viburnum dilatatum: occorono due esemplari per l’impollinazione. Giardino Spada
Fondazione RovatiUno dei fantastici interni progettati dall’arch. Mario Cucinella.
Ho trovato davvero straordinario il nuovo museo inaugurato recentemente a Milano. La Fondazione Rovati ospita una notevole collezione di arte etrusca e di capolavori dell’arte moderna. Il progetto di restauro del palazzo ottocentesco e degli interni è stato progettato e realizzato dallo studio dell’arch. Mario Cucinella.
L’ipogeo in particolare è davvero straordinario: avvolge le opere esposte in bacheche di vetro e sembra di entrare in un ambiente delle meraviglie.
E’ bello quando l’architettura contemporaneo sa dialogare con l’arte antica.
Molto piacevole anche il piccolo giardino.
Ecco alcune immagini
La scala sinuosa che porta agli ambienti dell’ipogeo
Ultimamente il mercato editoriale di libri per i bambini si è arricchito di titoli molto interessanti che, con meravigliose illustrazioni, costituiscono un prezioso strumento di introduzione ai misteri della natura. Il futuro dipende da loro ed è così importante che fin da piccoli comincino a conoscere tutti gli elementi che compongono il nostro fragile ecosistema e che attraverso questa processo di apprendimento imparino a rispettarlo e a tutelarlo.
Ecco due recenti pubblicazioni del gruppo Rizzoli.
Arboretum. Il grande libro degli alberi, Tony Kirkham e Katie Scott, Rizzoli, 2022, 96 pp., 26 euro
Si raccontano e descrivono, con le splendide illustrazioni di Katie Scott, le piante più importanti e significative della terra (oltre 150) per far compiere un meraviglioso viaggio intorno al mondo.
Si parte da una descrizione dei biomi del mondo, si racconta cosa è un albero, come comunicano tra loro e quali sono i primi alberi. Poi in vari capitoli si passano in rassegna, illustrandone i rispettivi habitat, le foreste di conifere, di latifoglie, le foreste mediterranee, quelle tropicali sia umide che secchee infine il mondo dei giardini.
‘Un libroche è un giardino botanico… sempre aperto!’
Avventure nella natura. Storie da 5 minuti per scoprire i piccoli miracoli intorno a noi, testi di Gabby Dawnay e illustrazioni di Mona K, Fabbri Editori, 2022, 91 pp., 19 euro
Tanti piccoli racconti, brevi e facili, che illustrano i molpeplici segreti della natura: da quello dei funghi, alla rete dei boschi, al canto dei cervi, al volo degli storni, alla metamorfosi delle rane, al banchetto del cervo volante, alla danza delle api, al leprotto fino alla falena e la luna. Ognuno dei 9 capitoli è corredato da una scheda che aiuta ad approfondire le letture.
Piccole storie da leggere in 5 minuti prima di dormire che rappresentano altrettante avventure poetiche che aiutano i bimbi a scoprire le meraviglie della natura.
Ora d’oro di Alessandra bruno. Foto di Eugenio Del Pero
Alessandra Bruno è un’artista di grande talento e sensibilità e con il suo prezioso aiuto da alcuni anni coltivo l’acquerello ammirando soprattutto i suoi stupendi, leggeri e ricchi di straordinarie sfumature cromatiche (Instagram: alessandrabruno.art e alessandrabruno.it).
Alessandra mi aveva raccontato della sua opera realizzata questa estate per Respirart, un parco d’arte in Val di Fiemme che ospita ogni estate nuove installazioni artistiche (www.respirart.com)
Ha conosciuto i fondatori Marco Nones e Beatrice Calamari in occasione della mostra di primavera a Ratilly nel 2015 www.chateauderatilly.fr . Ha poi collaborato con loro quello stesso autunno con delle sculture realizzate con materiale di spiaggia sia organico che non in Calabria vicino a Rosarno alla 4a manifestazione d’arte contemporanea Respirart Blu Gallery presso le Dune Blu resort a S.Ferdinando R.C. Nel Maggio 2021 è stata invitata a realizzare una installazione per Bolzano in fiore, la città ha invitato alcuni artisti coordinati da Respirart a creare delle opere inerenti al mondo della natura da posizionare in specifiche localizzazioni urbane. Nel vicolo della Pesa sospese alle catene dei lampioni che la illuminano di sera ho progettato delle camicie alate, realizzate con edera e piume ispirate alla favola dei Cigni selvatici dei fratelli Grimm. Questa estate ha realizzato ‘Ora d’oro’
Lascio la parola ad Alessandra per raccontarci questa nuova avventura artistica
Nell’estate 2022 la mia collaborazione con i fondatori di Respirart (Marco Nones artista e Beatrice Calamari giornalista e critica d’arte) è maturata nell'”Ora d’Oro“, la doratura di una serie decrescente di punte di una protezione paravalanghe in legno costeggiante il sentiero che dal rifugio Caserina porta al rifugio Agnello all’alpe di Pampeago. La scelta tecnica di realizzazione è stata quella dell’oro in sospensione, dato a pennello su quattro mani di primer impregnante. Il degradare della doratura imprime al paravalanghe una presenza che si prolunga oltre la neutralità del suo scopo funzionale, la curva d’oro entra visivamente in gioco con i declivi delle montagne affacciate sulla valle, evocando inoltre la forma di un flauto di pan che con luccicanza solare rimanda ad un tempo prezioso di consapevolezza vitale. Spero che l’accento dorato che il visitatore incontrerà lungo il suo cammino lo inviti a dare valore al lavoro di chi realizza anonimamente, faticosamente, con la forza di competenze eccellenti, opere destinate alla salvezza della vita umana nel contatto con il mondo naturale.
Il colore dell’oro evoca la luce senza tempo, l’eterno. Contemplare una superficie d’oro ha qualcosa di incantevole e benefico. Di rigenerante.
Durante il lavoro, appollaiata su scale di alluminio, ho avuto la fortuna di avere dei confronti calorosi con gruppi di camminatori, mi ha colpito la restituzione di due bambini in particolare, uno mentre parlavamo ha raccolto un filo d’erba e ha realizzato con delle piegature una scultura di grande equilibrio formale; l’altro ha espresso il desiderio di aiutarmi a dipingere. Gli ho passato il pennello invitandolo a raccogliere un sasso che gli piacesse e dorarlo, ho invitato la sua famiglia ad imitarlo. Ne è risultato un momento di ascolto profondo e complicità familiare. Ho nel cuore il senso di gratitudine negli occhi di questi due giovanissimi creatori e la gioia dell’operare di un desiderio di esprimersi che nasce da un incontro casuale.
Durante la settimana di lavoro ho avuto la fortuna di incontrare vari meravigliosi animali. Un ragno quadrato con la sua globulosità gialla dietro la borsa dei materiali, una lucertolina iridescente nascosta nelle pieghe dello zaino posato sull’erba, una vipera assopita in un ciuffo di verde poco a monte, in posizione relax per tutta la giornata. Il giorno seguente, sempre con lo stesso atteggiamento vacanziero su due ciuffi contigui le vipere sonnechianti erano due. Le persone che mi passavano vicine non mancavano di segnalarne la presenza divertiti.
Ho potuto osservare a lungo una marmotta entrare e uscire dalla sua tana per fare uno spuntino in piedi con movimenti rapidi a pochissima distanza da me. Un gufo reale è venuto a ispezionare il mio operato in pieno giorno, alle undici del mattino, mi ha lasciato fargli una fotografia ascoltando le mie parole di stupore e meraviglia con saggia e imperturbabile pazienza per qualche straordinario minuto prima di levarsi mollemente in volo e sparire fra le fronde verdissime di un gruppo di giovani cirmoli poco sopra.
Anche se posso visualizzarne le immagini mentalmente spero di riuscire a visitare “l’ora d’oro” nelle diverse stagioni,la immagino rilucere nei colori d’autunno,sul candore della neve,sul verde tenero della dolce primavera,alla luce delle stelle e della luna piena.Una parte di me vive con lei.
La mia prima volta nella capitale ungherese: avevo aspettative di una città meravigliosa. In realtà ho trovato Budapest una città a chiari e scuri, con alcuni luoghi affascinanti e suggestivi e altri tristi e trascurati; molte strade del centro sono come delle tangenziali iper trafficate, parecchi edifici pure molto belli sono estremamente deteriorati e con facciate scure che danno un tono triste a molti quartieri.
Bellissimo polmone verde al centro del Danubio la grande Isola Margherita (90 ettari di superficie e lunga 2.5 Km), con un parco all’inglese, tante zone di svago e relax e un piccolo giardino giapponese.
Molto bella Buda, la parte collinare antica con la bellissima chiesa di Mattia, le piccole strade con case antiche dai colori pastello e il Castello-Palazzo Reale.
Interessante e pieno di vita il quartiere ebraico che ospita la più grande sinagoga europea e tanti piccoli locali alternativi.
Infine bellissime le terme, vera passione degli abitanti.
L’orto botanico è unito allo zoo in una curiosa commistione e anche qui si trova un giardino giapponese.
Ecco alcune immagin
Scorcio del parco all’inglese sull’Isola Margherita
Grandi aiuole fiorite sull’Isola Margherita
Un angolo del giardino giapponese sull’Isola Margherita
Buda davanti al Palazzo reale, in corso di restauro
Buda sempre davanti al Palazzo Reale
Buda Case antiche nelle piccole strade sulla collina
Il giardino delle rimembranze accanto alla sinagoga
Uno scorcio del più grande complesso termale in stile neobarocco con tante piscine calde e una grande di acqua fredda.
Un piccolo sculpture garden a Buda
Uno scorcio del giardino giapponese all’interno dell’orto botanico-zoo
Giardino giapponese nell’orto botanico con una collezione di bonsai
Ritorno a Venezia dopo un paio d’anni per vedere alcune mostre ‘memorabili’, tra le quali quella di Anish Kapoor all’Accademia, di Anselm Kiefer nella sala dello scrutinio di Palazzo Ducale, di Noguchi nel bellissimo palazzo Querini Stampalia che include il giardino di Carlo Scarpa. E poi tante immagini catturate qua e là.
MOSTRA ANISH KAPOOR
MOSTRA ANISH KAPOOR
Uno dei grandi quadri di Kiefer che compongono il ciclo pittorico intitolato ‘Questi scritti, quando verranno bruciati daranno finalmente un pò di luce’, una frase ripresa dal filosofo Andrea Emo.
Una immagine di insieme del ciclo pittorico nella grande sala.
Un altro dipinto di Anselm Kiefer
Uno scorcio del giardino del Museo Guggenheim
Una delle sale di Querini Stampalia con le lampade di Noguchi. Sullo sfondo il giardino
Uno scorcio di un piccolo giardino d’ombra veneziano
Ho trovato davvero molto belli i Giardini reali di Venezia ridisegnati dall’architetto Paolo Pejrone. Molto interessante la lunga pergola avvolta da Podranea ricasoliana ‘Contessa Sara’ ancora in piena fioritura. Molto belle le macchie di Farfugium japonicum mescolate ad Agapanthus umbellatus e da imponenti Agapanthus “Queen Mum” e i tappeti di sempreverdi di Liriope muscari e Ruscus racemosus.
‘Il progetto di restauro si propone come un emblematico manifesto di sobrietà e di sostenibilità, il tutto però non a scapito né di originalità né di ricercatezza botanica: i Giardini sono stati ripensati per diventare un simbolo di abbondanza e rigoglio, un luogo ricco e lussureggiante, fatto anche di fiori ma soprattutto di foglie e di ombre, di lucentezze e di trasparenze. Giardini vitali, prosperosi ed esuberanti dunque, ma allo stesso tempo facili e morigerati, nei quali piante provenienti da varie parti del mondo diventano una testimonianza botanica di accoglienza e di apertura, in sintonia con quello che è sempre stato lo spirito di Venezia. La grande pergola, che costituisce l’elemento centrale della composizione ed è una presenza tipica nei giardini di matrice asburgica e in tutti quelli di Boemia e di Moravia da cui provenivano i giardinieri dell’Impero, viene rivestita con numerose varietà di Wisteria sinensis e di Wisteria floribunda e, all’intersecarsi della pergola con il viale ortogonale che porta al ponte levatoio e alle estremità della stessa, con folti cespi di Bignonia ricasoliana “Contessa Sara” a fioritura rosa tardo-estiva e autunnale.’
Per saperne di più http://www.venicegardensfoundation.org/il-restauro-botanico-progetto-di-paolo-pejrone
Ecco alcune immagini
Uno scorcio della pergola con Podranea ricasoliana
All’ombra di Sohora japonica macchie di farfugium e di Agapanthus
Un altro scorcio del giardino con le grandi foglie di Tetrapanax papyrifera, albero molto amato da Pejrone
Una bella macchia di Erigeron karvinskianus mescolato ad Agapanthus
Uno scorcio della pergola e in primo piano la macchia di Agapanthus
Moritz Mantero e bambu a Villa Carlotta_Ph_Luciano Movio
Dopo tre anni è tornato Orticolario nella stupenda cornice di Villa Erba. Molta affluenza e tanti eventi hanno caratterizzato questa dodicesima edizione che aveva come pianta dell’anno il bambù. Ospite d’onore Chantal Colleu-Dumond, direttrice del Domaine de Chaumont-sur-Loire e del famoso Festival International des Jardins, alla quale è stato conferito il Premio “Per un Giardinaggio Evoluto” 2022. Chantal Colleu-Dumond, visibilmente emozionata, ha manifestato contentezza per il premio ricevuto e ha definito Orticolario “un evento veramente interessante“.
Moritz Mantero e Chantal Colleu-Dumond
Molto interessanti alcuni dei giardini creativi, tra i quali ho apprezzato in modo particolare ‘Capitolo 7’ ideato daMario Mariani e Matteo Boccardo ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie, al quale è stato conferito il premio ‘Arte e Villa Carlotta’ e il labirinto di bambù intitolato alla ricerca di se stessi di Arianna Tomatis che si è aggiudicato il premio ‘La foglia d’oro del lago di Como’. Tra gli altri premiati “La meraviglia del non sapere” di Ilaria Menici per Mema Giardini, a cui sono stati consegnati i premi “Villa d’Este”, “Aiapp – Matilde Marazzi”, “Grandi Giardini Italiani” e “Stampa”.
Orticolario 2022_Spazi Creativi – Alla ricerca di sé stessi_PH LUCIANO MOVIO
CAPITOLO 7 MARIANI E BOCCARDO ORTICOLARIO 2022: le fronde delle felci arboree avvolgono lo spazio inframmezzate da Carex comans e Festuca glauca, mentre il giardino è cintato da legni carbonizzati secondo l’uso giapponese, materiale ripreso nella grande tavola del cappellaio matto, divisa a metà, per simboleggiare ogni rottura degli schemi.
Capitolo 7 di Mariani e Boccardo: gli stupendi esemplari di cipressocalvo entrano nel progetto con le suggestive epifite appese ai rami
Capitolo 7: il giardino incorniciato dal portale in legno carbonizzato
Molto bello e fresco il progetto dell’azienda agricola La Siepe
Ecco alcune immagini delle esposizioni di piante
Tante heuchera, Il Peccato vegetale
Salvia farinacea Alba, Il peccato vegetale
SALVIA SO COOL PALE BLUE: lunghissima fioritura dalla primavera all’autunno, Il Peccato vegetale
AMICIA ZYGOMERIS , una erbacea della famiglia delle Fabacee, alta fino a 3 metri con fiore giallo in novembre, portamento rampicante. Il peccato vegetale
ampelaster coralinianus, una rampicante con fiori simili a quelli dell’aster nel mese di novembre. Vivaio Giani