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Nonostante le suggestioni offerte dal paesaggio dei nostri laghi, di rado si assiste a interventi progettuali che sappiano coniugare la valorizzazione del contesto naturale con le esigenze di fruizione e di godimento del pubblico degli abitanti e dei turisti. Il neonato Parco delle chiatte inaugurato a fine luglio a Paratico, comune in provincia di Brescia, costituisce una felice eccezione e un modello di politica di gestione del territorio lacustre e di marketing culturale che può essere di esempio per altre amministrazioni.
Frutto del felice incontro di un amministratore locale lungimirante e appassionato, il Vicesindaco Carlo Tengattini con la paesaggista Cristina Mazzucchelli, il Parco si caratterizza come un originale tributo allo spendido paesaggio lacustre e alla memoria industriale del lago d’Iseo.
Suddiviso in stanze che si susseguono senza soluzione di continuità e che interpretano ciascuna una differente espressione delle tante anime del luogo, il parco è attraversato longitudinalmente da due camminamenti, composti da una originale combinazione di pietra luserna con porfido rosso, che ricalcano la traiettoria dei vecchi binari del treno.
Il progetto coniuga felicemente materiali semplici che rievocano le suggestive tracce di archeologia industriale con una composizione vegetale di stile informale e naturalistico che mescola graminacee dalle sagome fluttuanti, erbacee perenni dalle generose fioriture, filari di vite maritati con rose dal delicato profumo. La ricchezza delle scelte botaniche è ispirata dall’ esigenza di rendere interessante e prezioso lo spazio verde durante tutto l’anno con un’alternarsi di fioriture e di altri elementi ornamentali lungo il corso delle stagioni.
Il percorso, che si snoda attraversando lo spazio delle grandi vasche rialzate di ferro arrugginito ricche di essenze fiorite, il giardino di ghiaia dominato dalle graminacee, i pergolati di vite americana con le rose, si conclude nella stanza protagonista dove campeggiano due vasche bordate di pietra luserna popolate da ninfee bianche a riproporre in miniatura i quadri offerti dal lago lungo le sue sponde. A ombreggiare le diverse zone del parco, oltre all’unico grande platano esistente, sono state scelte alcune essenze arboree selezionate per il loro valore ornamentale (Magnolia soulangeana, Koelreuteria paniculata, Salix matsudana ‘Tortuosa aurea’, Acer griseum), il loro carattere naturale (piccoli meli da fiore, peri piramidali,Tilia cordata, Fraxinus ornus) e collocate in modo da non nascondere le viste sullo splendido panorama lacustre.
Per consentire una piacevole sosta nei diversi angoli del parco sono state collocate panche dal design contemporaneo: semplici parallelepipedi composti da legno lamellare e ferro che nello spazio centrale del parco sono accompagnate da un grosso tavolo circolare dello stesso materiale.
In molti giardini di stile campestre o informale è interessante puntare su composizioni di stile naturalistico che volutamente traggono ispirazione da ambienti naturali.
Un esempio molto diffuso in Inghilterra è quello dell’utilizzo di grandi macchie di Hyacinthoides non scripta (la cosiddetta english bluebell) che possono essere giocate abbinando, in un felice accostamento la varietà azzurra e quella rosea (Foto 1); un’altra combinazione interessante è quella di Campanula persicifolia bianca e blu con aquilegia e digitale (Foto 2, Knockcre garden, Dublino). Nella regione dei laghi in Inghilterra si trova una composizione spontanea molto bella costituita da grandi masse di felci punteggiate da alte digitali (Foto 3). Alle isole Azzorre si possono vedere, ormai naturalizzate, grandi distese di ortensie, che grazie alle caratteristiche del suolo sono di un blu brillante, associate con agapanti e crocosmie rosse (Foto 4).
A volte può essere interessante utilizzare, contenendole in alcuni spazi del giardino, delle erbacee infestanti e associarle con essenze di tipo molto naturale: è il caso di questa composizione di Phitolacca americana con Centranthus ruber vista nel giardino di Somerleyton Hall nel Norfolk (Foto 5). Le graminacee sono una essenza che si presta in modo particolare a dare un accento informale e naturalistico alle composizioni: un accostamento molto riuscito è quello di Pennisetum alopecuroides e sedum (Foto 6) oppure di Miscanthus e Verbena bonariense (Foto 7), o ancora quello proposto dal vivaista-paesaggista Piet Oudolf davanti alla sua abitazione con ciuffi di Stipa tenuissima e Verbascum che spuntano in maniera volutamente casuale dalla pavimentazione (Foto 8). Anche l’euforbia ha la caratteristica di dare un tocco di naturalezza e può essere interessante associarla con Verbena bonariense, come in una composizione vista in un giardino privato nel Norfolk (Foto 9).
Salutiamo un nuovo spazio espositivo milanese dedicato all’arte contemporanea, ma in prospettiva anche a cinema, teatro e danza, che, nella sua nuova veste attrezzato con bistrò e libreria, è stato inaugurato il 24 giugno scorso.
A fare da cornice, sobria ed elegante, alla stupenda scultura di Fausto Melotti intitolata “La sequenza”, che si presenta nella sua monumetalità (alta 7, lunga 22 e profonda 11 metri) come un maestoso vibrafono cosmico tutto giocato tra equilibri e ritmi, piani e luci, il bel giardino progettato dal paesaggista Marco Bay.
Diciamo subito che il confronto con un’opera così importante che modula e modella lo spazio in maniera molto forte, costituiva una bella sfida e che Bay è riuscito a ideare un giardino che, pur dotato di uno spiccato carattere e di un preciso segno stilistico, si presenta tuttavia come una cornice che valorizza l’opera in un sapiente dialogo con le sue forme geometriche e con le sue ondulazioni.
Lo spazio tutto attorno alla scultura è un grande rettangolo circondato da file di bossi in forma disposti su tre linee e disegnato con quinconce di graminacee (miscanthus, pennisetum e panicum) intervallate da delicati inserti di Verbena bonariense e da più decise inclusioni di Sedum ‘Matrona’ dal fogliame ramato. Il perimetro dello spazio è stato disegnato con aiuole dalle forme morbide e dalle curve sinuose in corrispondenza con le ondulazioni della scultura, che contengono boschetti di carpino (3500 esemplari di Carpinus betulus) di differenti altezze (dai 50 centimetri ai 4 metri). Tra i carpini spuntano maestose ed eleganti delle Sophora japonica.
Sarà interessante e piacevole ritornare a vedere il giardino in autunno con le graminacee più mature e alte e i sedum in fiore; ma anche durante l’inverno riteniamo che il giardino offrirà interessanti suggestioni.
Informazioni pratiche
Hangar Bicocca
Superficie 15.000 m² – Servizi: bistrò, libreria, spazio all’aperto per esposizioni
Opere permanenti
Indirizzo: Via Chiese 2 (M1 Sesto Marelli e 1 fermata bus 51) – tel. 02/66111573 – www.hangarbicocca.it
Pubblicato su Notiziario VerDiSegni
Un nuovo piccolo vivaio specializzato che sicuramente ha il know how e l’impostazione per crescere e affermarsi come un qualificato punto di riferimento per tutti coloro che cercano rampicanti anche un poco insoliti e una consulenza professionale per identificare la pianta giusta per le proprie esigenze specifiche.
Comiciamo a raccontare brevemente il profilo del giovane titolare e del suo progetto di vivaio: Fabio Giani è laureato in “Produzioni vegetali e florovivaismo” alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino; la sua idea di aprire un vivaio specializzato in piante rampicanti e sarmentose nasce dalla sua esperienza di giardiniere nei terrazzi e piccoli cortili torinesi in cui, sia la mancanza di spazio sia per la necessità di oscurare piacevolemente il contesto urbano circostante, ha suscitato l’interesse per questo tipo di vegetazione verticale. Anche la consapevolezza di una offerta scarsa sul mercato vivaistico italiano ha spinto Giani a specializzarsi sulle rampicanti. Ha poi collaborato con Anna Peyron e nella primavera 2008 ha partecipato per la prima volta alla mostra di Masino con una collezione di 24 cultivar di Wisteria (glicini sia cinesi che giapponesi che americani), a cui sono seguite quelle del genere Campsis (bignonie), Lonicera (caprifoglio), delle edere, della famiglia delle viti ornamentali e delle ortensie rampicanti.
Il vivaio per il momento è piccolo ma in crescita con idee e professionalità assolutamente solide.
Durante la visita di studio che l’associazione VerDisegni ha organizzato nello scorso mese di marzo, abbiamo potuto notare tra le altre:
Informazioni pratiche
Vivaio Giani, di Fabio Giani
10140 Moncucco Torinese (TO)
cell. 340-3427525; Fax 011-5882024
mail gianivivaio@gmail.com
Sito web in costruzione
Per la visita meglio telefonare prima