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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Chelsea Flower Show: suggestioni di design

Molte le proposte interessanti per ospitare piccoli orti urbani

Contenitori di plastica su una struttura a scaletta

Un contenitore con una struttura per accogliere pomodori o piselli

Interessanti alcune strutture in zinco

Da copiare l’idea di semplici strutture in rete metallica per creare piccoli elementi di topiaria

Infine tante le idee per accogliere gli animali nel giardino

Casette per galline

L'hotel degli insetti!

Un nuovo sindaco per Milano: auguri a Giuliano Pisapia!

La gioia è grande e un piacevole clima di freschezza, di slancio, in cui si sentono liberarsi nuove energie da spendere per la nostra comunità.
Credo che anche noi appassionati e professionisti del verde dobbiamo avere un ruolo nel proporre alla nuova giunta idee e nel dare il nostro contributo.
Invito tutti coloro che visitano il mio blog e hanno suggerimenti a contattarmi

Laura

Campagna Pisapia: ultime istruzioni

Sul sito di Pisapiaxmilano trovate a questo link http://www.pisapiaxmilano.com/la-campagna-la-facciamo-tutti-noi/ tutte le istruzioni per partecipare alle prossime azioni in vista del ballottaggio il 29 e 30 maggio.
Importante:
– può partcipare al voto del ballottaggio anche chi non ha votato al primo turno
– per esprimere il voto fare una croce solo sul nome del candidato sindaco Giuliano Pisapia e assolutamente non contrassegnare i simboli dei partiti: il rischio è l’annullamento della scheda!

Orticola e dintorni

Prima di andare all’inaugurazione di Orticola ho fatto un salto a vedere la deliziosa installazione che Stefania Fanchini e Giovanna Greco di Archiland hanno realizzato con VerdeCrea al nuovo Sushi di Piazza Cavour: Green fish, dal divertente e irridente logo sotto forma di un pesciolino con un bel cavolo come cappellino. Sopra l’ingresso del ristorante una piccola parete vegetale (permanente) composta da rosmarino prostrato, edere e viburno tino e ai lati due inserti (effimeri, purtroppo) con tasche che accolgono aromatiche, fragoline e piccoli ortaggi. Nell’insieme una composizione molto ben assortita, vivace e assai piacevole.

Alla prima serata di Orticola tra le tante dame con cappellini fioriti di varie fatture e molti strati una signora più spiritosa esibiva un casco fiorito!

Come già nelle edizioni precedenti si può notare come molti vivaisti sappiano ormai presentare le piante con grande attenzione alle composizioni per forma e colore; tra questi l’Erbario della Gorra spicca sempre per la bellezza delle sue scenografie vegetali

Anche le composizioni di perenni di Didier Berruyer de Il Giardino vivace sono sempre molto affascinanti: in questa immagine un accostamento molto naturale ma prezioso di Geum, Stipa e Nepeta

Un vivaio assolutamente interessante per le sue collezioni di felci, restionacee ed erbacee da ombra è Central Park che presentava una scenografia molto riuscita di muschio, sassi grigi su un fondale nero; tra le piante esposte ho apprezzato un Thalictrum insolitamente grande della specie rockbrunianum.

Bellissima la collezione di pelargoni aromatici del vivaio catanese Malvarosa

Molto belle le clematidi del vivaio Valleversa

Il vivaio Coccetti di Lisanza ha presentato una interessante collezione di trachelospermum rustici per la quale ha ricevuto un premio dalla giuria

Molto riuscita la composizione presentata dal Susanna Magistretti per Cascina Bollate: una Rosa omeiensis dalle incredibili enormi spine rosse in un barile riconvertito a contenitore

 

Per gli amanti delle hosta da segnalare il vivaio Mauro Zanelli di Montichiari (BS) che propone una bella collezione di mini hosta

Ecco infine una piccola selezione di piante che ho trovato interessanti e da tenere presenti

Anemopsis californica

Nymphaea Black Princess

Cornus alternifolia argentea

Rosmarinus officinalis Cascade D'Orleans

Sysyrinchium angustifolium

Verbascum chaixii Gainsborough

Weigelia Ruby Red

Infine qualche piccola idea in tema di contenitori per piccoli orti, come le strutture di vimini intrecciato su supporto di ferro proposte da Celui qui tresse

O le ceste in castagno per mini orti

Sempre in tema di orti, tema di gran moda è stato esposto anche un complicato ingranaggio per orti rotanti!

Tra i contenitori molto belle le vasche  per acquatiche in corten proposte da Eta beta

Infine Ingegnoli ha esposto la nuova collezione di vasi Ehlo, tra cui una interessante soluzione per vasi in plastica disponibili in molti colori da inserire a cavallo delle ringhiere dei balconi 

Come costruire un piccolo giardino giapponese

A fine marzo ho partecipato a Sanremo a un interessante workshop dedicato alla composizione e realizzazione di un piccolo giardino secco (karesansui) all’interno del bel parco di Villa Ormond. Organizzatori del corso sul campo il Dipartimento di Agronomia dell’Università di Torino (Francesco Merlo) e il Comune di Sanremo. Un gruppetto di una ventina di professionisti (paesaggisti, giardinieri, agronomi) ha lavorato per tre giorni sotto la guida del maestro Kazuo Makioka, tra i massimi esperti dell’arte del giardino giapponese e del suo assistente Sachimine Masui. La cornice come dicevo il parco di Villa Ormond che ospita già un giardino giapponese realizzato nel 1991 da Claudia Aprosio del settore parchi e giardini  come frutto del gemellaggio tra Sanremo e la città giapponese di Atami (due cittadine accomunate dal festival della canzone, dalla posizione geografica e dalla tradizione di floricoltura). Il giardino di stile da passeggio, con cascata d’acqua e una collezione di specie botaniche originarie del Giappone, è stato recentemente recuperato dal suo stato di degrado con un progetto di riqualificazione condotto da Francesco Merlo e oggi si presenta in tutto il suo splendore con la cortina di bambù intrecciati ad una spettacolare Photinia (davvero bella se lasciata crescere in libertà e non costretta nelle forme delle orrende siepine che dilagano ormai dappertutto) che domina dall’alto la cascata che si tuffa nel laghetto incorniciato da  un ginepro potato a forma di cuscinetti che rievocano il carapace di una tartaruga, da pini d’aleppo, azalee e camelie.

 Il tassello mancante al disegno originario era proprio il giardino secco che si è deciso di donare alla città di Sanremo e che riempie lo spazio lasciato libero dalle vecchie voliere. A seguito della sciagura che ha inferto una così grande ferita al Giappone si è deciso di ampliare il progetto originario e di ospitare nel giardino un’isola della gru (tsurushima), animale che simboleggia l’ eternità.
Il maestro aveva preparato un piccolo schizzo del giardino che poi è stato parzialmente modificato in corso d’opera; in effetti il giardino si compone molto sul campo ed è stato interessante studiare le piccole e sapienti mosse del maestro che via via aggiustava il tiro dirigento con poche parole e gesti sicuri i lavori della squadra: ora scegliendo una diversa collocazione per una pietra, ora lo spostamento della bacinella d’acqua…

  

Divisi in tre squadre abbiamo iniziato il lavoro: una squadra si occupava di posizionare le grosse pietre per comporre la composizione sui bordi del laghetto e i lastroni per la pavimentazione del piccolo percorso dall’ingresso del giardino, una squadra lavorava la terra per formare la piccola collinetta dell’isola della gru e un’altra, di cui ho fatto parte, si dedicava alla composizione della macchia arbustiva composta da rosmarini, mirti, bossi, tuja e polygala.

Lavorando di vanga, zappa e rastrello a poco a poco il giardino ha preso forma: il maestro di volta in volta segnava con uno spray la collocazione di una pietra o faceva piccoli commenti prontamente tradotti per noi dal suo assistente, la terra era molto dura e argillosa grazie alle forti piogge dei giorni precedenti ed è stata una faticaccia… Nel correggere la posizione di una pietra il maestro la guardava da ogni angolatura e poi la soppesava e la gettava a terra: solo una posizione di stabilità era quella giusta, ma difficile catturare il segreto della disposizione così felice, armonica e giusta che le pietre e i massi assumevano sotto la sua direzione. Daltra parte secondo le indicazioni scritte nel Sakuteiki – il vecchio manoscritto risalente all’undicesimo secolo che detta le regole del giardino – “Non si devono mai sistemare le rocce a caso. Se si viola anche solo un tabù, il proprietario del giardino soffrirà inevitabilmente gravi conseguenze e breve sarà la prosperità della sua casa”. Ho capito che nella disposizione delle pietre è necessario evitare di mettere vicine due pietre grosse, che occorre ottenere un effetto di irregolare naturalezza. Gli arbusti destinati a formare una macchia mista (karikomi) sono stati disposti in modo da formare delle onde nelle quali rosmarini, mirti e bossi si mescolavano tra loro e in mezzo è stato costruito un piccolo corso d’acqua composto di pietre e sassi: alcune pietre sono state disposte per dare un effetto di controcorrente, fattore che procura energia. L’ isola della gru ha preso a poco a poco forma con il pino d’aleppo collocato in cima e intorno una cortina di pietre; poi è stata stesa la ghiaia scura di cava a comporre la spiaggia intorno al laghetto con i bordi leggermente rialzati e mescolati a un poco di cemento lungo le rive per delimitare più nettamente l’area dell’acqua che è stata riempita successivamente di ghiaia bianca, un macinato di Carrara di un calibro abbastanza grosso. L’area della spiaggia è stata successivamente delimitata da una cortina di pietre. Interessante la costruzione della recinzione di bambù che è stata disposta sul davanti e su un lato del giardino: tra due pali distanziati fra loro di circa due metri sono stati collocati a circa 20 cm dall’alto due file orizzontali di canne di bambù inchiodati ai pali, mentre piccoli bambù verticali sono stati piantati a intervalli regolari e ravvicinati dietro i due bambù e davanti e sfasati sono stati piantati altri bambù. Alla fine si è creata una recinzione molto fitta e tutte le intersezioni dei pali legati attraverso nodi molto particolari e difficili da copiare con rafia nera. La piccola isola è stata rivestita di prato a rotoli e cosi il piccolo bordo arrotondato d’ingresso che però è stato composto da una scacchiera di prato e terra, soluzione solo provvisoria per l’inaugurazione, ma che è risultata molto bella come effetto.

Ed ecco il risultato finale!

 

A proposito di Euroflora

Se uno pensa che Euroflora sia una manifestazione che, oltre al suo ovvio scopo commerciale, persegua un intento di sana e buona educazione all’utilizzo consapevole e attento delle piante, resterà profondamente deluso.
E viene da aggiungere che peccato che un evento tanto pubblicizzato
e con tanto pubblico si riduca in fondo ad essere una kermesse all’insegna
dello spreco, del kitch e della scenografia ad effetto.
Piante esposte spesso senza nessuna indicazione del nome botanico,
aiuole assolate con distese di ortensie iperpompate e con fioriture
del tutto fuori stagione, olivi secolari ridotti come attaccapanni ..e via dicendo.

Per fortuna ho potuto cogliere delle piacevoli eccezioni che vorrei
convididere con gli appassionati del mondo delle piante e del giardino.
Tra gli allestimenti proposti dai vivaisti ho trovato molto interessante
il giardino marino del Vivaio Tor San Lorenzo; tra l’altro le piccole
cabine di legno dipinte in una deliziosa tonalità di azzurro sono una
bella idea da copiare per strutture porta attrezzi da inserire nel giardino

Un’altra bella proposta, all’insegna della creatività e del riciclo irridente,
quella di “Rottam garden”, sponsorizzato dal Consorzio florovivaisti
lombardi  e ideato dai  paesaggisti Leonardo Magalli e Luca Nespoli.
Un bel messaggio su come rivitalizzare e rendere fruibili
con pochi quattrini  ma buone idee spazi abbandonati così tipici delle nostre città.

Tra gli orti-giardino in mostra nella sezione  progetti di giardini, qualche
buona idea,come un orto-supermercato composto da cestelli di plastica
a varie altezze,  oppure i piccoli orti componibili con le piantine ospitate
in contenitori del latte, gli orti in movimento, un giardino tutto blu e
rosa composto da pallet, oppure l’uso di tappi di bottiglia come
pacciamatura o ancora un piccolo giardino  selvaggio da scoprire
attraverso piccoli fori su una parete disegnata.

Infine davvero splendida la mostra di tillandsie e orchidee

Riciclo creativo con aiuole fiorite al Fuori Salone

Tra le diverse installazioni viste al Fuori salone forse l’idea più bella e intelligente è quella di “Da morto a orto”
di Peter Bottazzi e Denise Boanapace presso il Garden Ingegnoli: una serie di indovinate composizioni fiorite
ospitate in mobili e oggetti recuperati dalla discarica e resuscitati in una nuova veste inconsueta e molto
piacevole. Ora  pentole ridipinte e saldate fra loro, ora una poltrona di velluto, o  una vecchia sdraio, un
comodino o un vecchio infisso si trasformano in una serie di divertenti orti da camera.

Suggestioni dal Fuori salone di Milano

Trovo sempre divertente e intrigante curiosare tra le proposte del Fuori salone anche perchè
è una delle poche occasioni in cui Milano si anima in modo fresco e creativo, c’è tanta gente
che anima le diverse zone della città coinvolte e alcune, come la zona Ventura ci regala anche
una atmosfera non così modaiola come l’area Tortona e quindi qualche sorpresa più giovane
e irridente.
E’ naturale che le mie incursioni abbiano come tema il verde, il giardino ma non solo…
Ad esempio ho trovato curioso questo esperimento per un processo produttivo di scarpe
ricavate da borse di plastica

Oppure una lampada-vaso

Ho trovato molto bella “Ablaze Sentimento stravolgente”, l’installazione di Ingo
Maurer in un cortile dell’Università Statale di Milano: una casetta di legno tutta
rosso fuoco per rappresentare sia una casa in fiamme sul punto di cadere sia l’energia
del fuoco e della luce; all’interno della piccola costruzione un pendolo di acciaio
riflette in maniera curiosa le piccole finestre nel suo perpetuo movimento
su una vasca dipinta di verde

Sedus propone sotto il titolo “Ufficio giardino” una divertente scrivania che si è
trasformata in una aiuola fiorita con tanto di prato

Molto gradevole e fresca la rivisitazione del celebre Dejeneur sur l’herbe della
paesaggista Elisabetta Cereghini: una installazione all’insegna della semplicità
con un piccolo prato, qualche mela, due piccoli alberi da frutto…

Allo spazio Orlandi un bell’erbario firmato dalla stilista Colomba Leddi: una pianta
spontanea appoggiata appena colta su un tessuto in canvas e alcuni piccoli
contenutori di plastica con aromatiche

In Largo Treves per Grandi giardini italiani Marco Bay ha ideato
un piccolo giardino di bambù e tassi potati in differenti modi

Lettera del Consigliere Fedrighini

Cari Amici,

cerco di sintetizzare al massimo, le cose importanti da comunicare sono diverse, abbiate pazienza
Bosco in Città: qualcosa si muove. Non ho alcuna intenzione di alimentare illusioni, restiamo con i piedi saldamente piantati per terra. Ma arrivano segnali chiari che la mobilitazione del “popolo del Bosco” sta dando frutti importanti. Per questo, anziché fermarsi, occorre andare avanti e lanciare al più presto l’iniziativa sul territorio: l’idea è quella di trovarsi un pomeriggio di sabato al Bosco in Città (data ipotizzata 30 aprile: che ne pensate?), con possibili iniziative organizzate da gruppi di volontari sulla base di idee e proposte che voi stessi avete inviato (una caccia al tesoro, letture di poesie, musica acustica, itinerario ciclabile) e con aperitivo finale al tramonto in riva al laghetto e spuntini autoprodotti dai partecipanti.

Fatemi sapere che ne pensate; è indetto un concorso (senza premi) per chi trova il titolo più appropriato all’iniziativa. 

Documentarsi sul nucleare. Il Convegno “Energia per il pianeta: le alternative al nucleare” è andato molto bene, ora avete a vostra disposizione il materiale prodotto dai relatori, davvero interessante, cliccando sul sito http://www.enricofedrighini.it/nucleare_no_grazie.html . Alcune di questi dati, come quelli del Centro Aerospaziale Tedesco tradotti nella diapositiva a pagina 4 della relazione “La speranza rinnovabile”, andrebbero divulgati e studiati a scuola. 

Energie pulite per Milano: una proposta concreta. Per come la vedo io, gli slogan servono a poco. Indossare una mascherina e una tuta bianca con il simbolo della radioattività può essere utile per sensibilizzare, ma poi servono progetti e azioni concrete se si vuole davvero cambiare lo stato delle cose. Dire semplicemente “no” non basta. Per questo, oltre ad avviare una petizione per costringere A2A a disimpegnarsi da ogni legame societario e azionario con imprese coinvolte nel nucleare (http://www.enricofedrighini.it/files/milanononuke.pdf), abbiamo elaborato una proposta operativa per avviare anche a Milano la “cura del sole”: utilizzare i 700.000 mq. delle superfici dei tetti delle scuole comunali (nidi, materne, elementari e secondarie di primo grado) per installare pannelli fotovoltaici. Risultato: ridurremmo di 62 tonnellate/anno le emissioni di CO, risparmieremmo 40 milioni di euro/anno in gasolio e metano, in quindici anni avremmo ripagato l’investimento pubblico e il Comune inizierebbe a vendere energia pulita. Milano città ad emissioni zero. Un sogno? No, se iniziamo a fare le cose normali. Per approfondimenti: http://www.enricofedrighini..it/files/milanopannellisolari1.pdf
 http://www.enricofedrighini.it/files/milanoenergiapulita.pdf  

Non dimenticate i referendum per Milano! Ci sono ancora diversi cittadini che non conoscono i cinque quesiti referendari per cambiare l’ambiente a la qualità della vita a Milano, che voteremo il 12 e 13 giugno insieme ai referendum nazionali. I questi e le informazioni sui cinque referendum si possono trovare a questo indirizzo: http://www.enricofedrighini.it/cinque_referendum_per_una_rivoluzione_verde_a_mi.html 

Alcuni amministratori condominiali soffrono il freddo! Non si capisce altrimenti perché, come molti di voi mi segnalano in questi giorni, la temperatura all’interno di molti appartamenti arrivi a superare i 25 gradi. Evidentemente l’inaspettato rialzo delle temperature rischia di compromettere i proventi derivati dalla fornitura di combustibile: il risparmio per alcuni non sempre è un affare, anzi… Vi prego di segnalarmi via mail eventuali casi di ingiustificato eccessivo utilizzo degli impianti di riscaldamento, effettivamente documentabili: provvederò a mia volta a segnalare la cosa – come ho già fatto – al Settore Ambiente del Comune di Milano, per i doverosi controlli.

Vi ringrazio della paziente attenzione, a presto! E come sempre vi chiedo l’aiuto più importante: FATE GIRARE IL PIU’ POSSIBILE QUESTA COMUNICAZIONE!
Un caro saluto,
Enrico Fedrighini
Consigliere comunale di Milano
Capogruppo Verdi Ecologisti per Milano
www.enricofedrighini.it

Istruzioni per i referendum del 12 e 13 giugno

Ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno vota SI per dire NO.

1 – Vota SI per dire NO AL NUCLEARE.

2 – Vota SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA.

3 – Vota SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.

RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM… perché

non si faranno passare gli spot ne’ in Rai ne’ a Mediaset.

1 – Se passa il SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA,IL

GOVERNO NON POTRA’ FARE ARRICHIRE I SUOI AMICI IMPRENDITORI LUCRANDO

SU UN BENE COMUNE. si scrive ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA

2- Se passa il SI per dire NO AL NUCLEARE, RICONFERMIAMO IL DIRITTO

ALLA SALUTE

3 – Se passa il SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, IL GOVERNO NON POTRA’ PIU’ DIRE CHE HA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DALLA SUA PARTE.

Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E’necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.

1 – I cittadini si informano attraverso la Tv.

2 – Le Tv appartengono AL GOVERNO.

3 -IL GOVERNO, per i motivi sopra indicati, non vuole che il referendum passi.

4 – Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.

Giardini in viaggio Laura Pirovano