Pubblico questo invito di Emilio Battisti per un incontro martedì 28 febbraio presso il suo studio a Milano per fare il punto sui problemi della mobilità a Milano a seguito dell’istituzione dell’area C
Care Amiche e cari Amici,
dopo i Navigli torniamo a interessarci dei cinque referendum consultivi prendendo il considerazione l’esito del primo di essi, a seguito del quale la nuova giunta ha varato Area C con i significativi effetti che sono sotto gli occhi di tutti.La congestione da mobilità individuale si è ridotta sia in centro che in altre aree, il trasporto collettivo migliora le sue prestazioni in termini di velocità commerciale e di frequenze e, cosa più importante da sottolineare, la città sembra prendere coscienza che vi è un altro modo di muoversi.I pregiudizi ideologici, strumentali e d’interessi non l’hanno fermata e la nuova amministrazione si è dichiarata disponibile ad esaminare ed affrontare le inevitabili contraddizioni che caratterizzano decisioni che coinvolgono abitudini consolidate dei cittadini della cui problematicità ci ha reso edotti Guido Martinotti con il suo interessante articolo del dicembre scorso (clicca qui).E’ quindi opportuno stimolare una riflessione su come perseguire in forma compiuta e innovativa una mobilità ancora più razionale in una città in grado di offrire a chi ci vive e lavora una maggiore qualità di vita e di servizi, anche in previsione di Expo 2015 che resta la nostra principale preoccupazione.Sollecitato da Arcipelago Milano, Club Porto Franco e Milano Civica, ho ritenuto opportuno avviare un confronto su come valorizzare i positivi effetti di Area C, declinando il tema della mobilità nei suoi vari aspetti per stimolare ed accrescere la condivisione, stimolando il contributo di idee, esperienze e professionalità mediante un ciclo di incontri che possano favorire l’ individuazione di affinamenti adottabili nel breve, medio e lungo periodo.
Nel primo incontro si confronteranno:
Davide Corritore Direttore generale del Comune di Milano e Vittorio Biondi Direttore del settore territorio di Assolombarda su ‘Razionalizzazione organizzativa nella società dei servizi: mobilità delle informazioni per una minore mobilità delle persone’.
Franco D’Alfonso Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo e Marketing territoriale e Simonpaolo Buongiardino Presidente di Meglio Milano, Associazione per la qualità della vita a Milano su ‘Razionalizzazione nei processi di approvvigionamento in una metropoli competitiva e ad alta vocazione terziaria’.Hanno annunciato la propria partecipazione all’incontro oltre a Pierfrancesco Maran Assessore a Mobilità, Ambiente, Arredo urbano e Verde, Marco Troglia di Quaeryon, Nicola Cattabeni del Network Agenzie Assicurazione Lombarde e Giorgio Spatti esperto di trasporti e logistica.
Io introdurrò brevemente l’incontro lasciando il coordinamento degli interventi a Mimmo Merlo
VI ASPETTO MARTEDI’ 28 FEBBRAIO ALLE 17,30 IN VIALE CALDARA, 13/7, Milano (ingresso da via della Braida, 1)
Inoltrate per favore questa mail a amici e conoscenti.
Grazie e cordiali saluti.
Emilio Battisti
Viale Caldara 13/7
20122 Milano – Italy
Tel +39.02.5461375
Fax +39.02.5466260
Mobile +39.328.8841254
embatt@tin.it
www.emiliobattisti.com
Razionalismo tra geometrie e paesaggio: visite guidate da maggio a settembre a Villa Leoni, un esempio di architettura razionalista perfettamente mantenuto, inserito in uno dei paesaggi più suggestivi del Lago di Como. La villa sorge all’interno di un parco ricco di piante secolari e di specie arboree pregiate, tra le quali gli ulivi (siamo infatti nella zona della Zoca de l’oli ricca di estesi oliveti. Per informazioni e prenotazioni tel. 031/301037; mail segreteria@villaleonilocation.it
Dal 28 agosto al 2 settembre si terrà la IV edizione della Summer School Emilio Sereni. Tema del corso di quest’anno le trasformazioni del paesaggio agrario italiano nel 1900. I docenti sono studiosi di diverse discipline, dalla storia, all’urbanistica, alla geografia, alla museologia. Bozza di programma.
Linaria organizza la prima edizione del concorso biennale Linaria Tesi a assegnare a tesi di laurea inedite sui temi: ambiente, natura e biodiversità; agricoltura e città; ecologia e sostenibilità; arte e architettura del paesaggio. L’obiettivo è quello di dare spazio al lavoro e alle proposte di giovani studiosi e ricercatori. Il premio sarà costituito dalla pubblicazione della tesi nella collana di Linaria. Per informazioni scrivere a info@linariarete.org
Un nuovo libro edito da Ponte alle Grazie su come cucinare le erbe selvatiche; l’autore è Davide Ciccarese, agronomo che si occupa di fattorie didattiche e di orti urbani, attivo nella nuova associazione Garden Club Cuccagna presso l’omonima cascina di Milano.
Giunto alla sua decima edizione Green Island di Claudia Zanfi ha invitato botanici, designer e paesaggisti a realizzare – per gli eventi del fuori salone che si terrà a Milano dal 17 al 22 aprile
tappeto fiorito nell’atrio della Stazione Garibaldi
una pubblicazione/libro quaderno sulle erbe spontanee presenti a Milano
Pubblico volentieri la lettera aperta di Enrico Fedrighini che commenta l’Area C di Milano e fa utili suggerimenti all’Amministrazione
Cari Amici,
ancora una volta grazie del fondamentale aiuto che state dando alla città, con segnalazioni, proposte e indicazioni su benefici e disagi da quando è stata avviata Area C: ogni vostro messaggio viene girato agli uffici responsabili. Gli ultimi avvenimenti dimostrano che sapere comunicare è importante quasi quanto sapere cosa comunicare.L’avvio della congestion charge a Milano è un sogno che si realizza: alcune regole vanno certamente modificate (come le deroghe senza regole concesse ai veicoli commerciali e l’assurda vertenza con i residenti del centro), ma in ogni caso questa scelta – frutto dei referendum cittadini del giugno 2011 – può imporre un cambio di marcia irreversibile in senso ecologista. Non mi riferisco certo al quadro politico, e nemmeno solo alla nostra città. Abbiamo gli occhi puntati addosso: se funziona a Milano, la scelta di liberare le città dalle auto verrà seguita da molti, per il bene di tutti. A determinate condizioni: comunicare in modo chiaro e trasparente gli obiettivi e i risultati conseguiti, in modo da estendere e consolidare il consenso fra i cittadini. E qui iniziano una serie di problemi, che vanno segnalati nella speranza che vengano risolti al più presto. Punto primo: trasparenza dei dati. Area C ha certamente prodotto una importante riduzione del traffico, soprattutto in centro; il sistema di trasporto pubblico ne sta beneficiando, soprattutto in centro. E’ un primo passo: occorre avviare molte altre misure per estenderne gradualmente gli effetti all’intera città. Leggiamo sui giornali commenti diversi: critiche pregiudiziali da parte di chi si oppone ad Area C; commenti positivi da parte dei suoi sostenitori. Manca però la materia prima per trasformare le polemiche da bar in qualcosa di più serio: la pubblicazione dei dati. Durante l’era Ecopass, sul sito del Comune venivano pubblicati (sin dal primo giorno, il 2 gennaio 2008) i report quotidiani, settimanali e mensili stilati da AMAT (l’Agenzia mobilità ambiente e territorio) su flussi di traffico, analisi del trasporto pubblico, impatto su trasporto privato e trasporto commerciale, ecc. Ne ho salvato diverse copie: erano uno strumento di informazione e di lavoro – non di propaganda – molto utile, accessibile a tutti: studiosi e comuni cittadini. Perché lo stesso non succede con Area C? Perché non esiste ancora uno straccio dei report AMAT disponibile e scaricabile da chiunque sul sito del Comune? Qual è il problema? Si parla spesso, talvolta anche a sproposito, di partecipazione e trasparenza. Perché negare uno strumento così importante per l’informazione e il coinvolgimento dei cittadini in una scelta strategica per il futuro della nostra città?Punto secondo: trasparenza economica. Non ho dubbi che l’Amministrazione comunale rispetterà l’impegno – previsto dal referendum – di devolvere le entrate di Area C al potenziamento di trasporto pubblico e ciclabilità. Analogo impegno era previsto anche nella delibera istitutiva di Ecopass: ma è rimasto sulla carta. Affinchè questo avvenga in modo effettivamente verificabile dal cittadino – e quindi promuovendo un coinvolgimento positivo della cittadinanza nel percorso avviato – esiste uno strumento semplice e a costo zero: creare un fondo vincolato, separato dalle altre voci del bilancio comunale, in modo che chiunque possa ottenere in tempo reale un rendiconto puntuale delle entrate e soprattutto delle uscite destinate a migliorare il sistema di trasporto pubblico nelle aree periferiche e semiperiferiche. Tutto questo ancora non esiste. Cosa aspettiamo? Punto terzo: trasparenza di obiettivi. “Area C serve a ridurre il traffico, non l’inquinamento”: me lo sono sentito ripetere più volte, durante un dibattito televisivo serale, da rappresentanti della maggioranza. La stanchezza può giocare brutti scherzi – ho pensato – ma sbagliavo: questa è davvero la linea ufficiale della Giunta. Incredibile. Il traffico veicolare privato in ambito urbano comporta crescenti costi di natura sia economica (tempi, code, spazi) che socio-sanitaria. Area C sta riducendo sensibilmente il traffico, mentre le centraline Arpa registrano livelli di concentrazione di PM10 ancora elevati. Cosa significa? “Significa che abbiamo finalmente avviato un primo passo verso un percorso di graduale riduzione del traffico e miglioramento della qualità dell’aria; significa che iniziare a ridurre il numero di auto in circolazione equivale anche a ridurre la tossicità del PM10, perché si riducono proporzionalmente le emissioni inquinanti più pericolose per la salute umana, quelle prodotte direttamente dai motori e che si mischiano al particolato che respiriamo in città; significa che tutelare la salute dei cittadini è un obiettivo prioritario di questa amministrazione: per questo dobbiamo andare avanti con tutte le altre misure previste dai referendum e chiediamo la collaborazione di tutti per costruire insieme un futuro migliore”. Questo direi ai cittadini: senza propagandare illusioni né svicolare dalle responsabilità. La cosa strana è che, mentre afferma che “Area C non serve a ridurre l’inquinamento”, la stessa Amministrazione incarica AMAT di eseguire un monitoraggio su un marcatore dell’inquinamento da traffico, il black carbon, che pare confermi (dico “pare” perché anche in questo caso i dati non vengono resi accessibili ai cittadini) una riduzione del 30% del carbonio organico legata alla riduzione del traffico privato. Attenzione: questo dato non può essere raffrontato con le concentrazioni medie giornaliere del particolato- PM10 registrate dalle centraline ARPA: è molto più importante e preciso sotto il profilo sanitario perché riguarda la qualità/quantità effettiva di veleni che, mescolati al particolato, inaliamo. In centro si sono ridotte le auto circolanti e si sono ridotti i veleni che i cittadini respirano in quella determinata zona.Perché questa apparente difficoltà a comunicare chiaramente quanto sta accadendo?Ci sono diverse risposte possibili. Non penso sia semplicemente un problema di cattiva comunicazione. Assumere la tutela della salute come prioritario criterio-guida delle scelte in materia di traffico impone una serie di scelte e responsabilità. Se Area C ha liberato il centro dal traffico e anche migliorato la qualità dell’aria che vi si respira, significa che bisogna andare avanti su questa strada. Significa che, come proposto dai referendum, occorre mettere in cantiere nuove misure con nuovi investimenti, progetti e risorse seguendo un preciso programma di estensione al resto della città la cura antitraffico e antismog, liberando spazi pubblici per costruire una città più sana e bella. Questo percorso ha costi e ostacoli che si possono affrontare e superare se il modello di una città più sana viene condiviso. Con coraggio e trasparenza. Senza tentennamenti. L’aria come bene comune. Non abbiamo voluto Area C per far viaggiare senza code i furgoni in centro. A Milano non ci sono Genitori Anticode. La lotta all’inquinamento dell’aria non possiamo delegarla alla neve invernale, alla pioggia primaverile e al sistema polmonare dei ciclisti nei restanti mesi dell’anno. Un caro saluto a tutti, per favore fate girare la comunicazione come al solito.
Enrico Fedrighini Portavoce Comitato Promotore MilanoSiMuove Verdi Ecologisti e Civici
Nasce Linaria, organizzazione non profit per laBIO e BIBLIO diversità.
Creata per promuovere la diffusione della cultura del giardino e del paesaggio, coniuga una forte finalità culturale e sociale a una competenza professionale e fonda le sue attività sul confronto e la partecipazione. Oltre a una rete di eventi e progetti, LINARIA propone una nuova collana di libri, che esplora gli sviluppi e le evoluzioni del concetto di paesaggio e giardino. Con l’obiettivo di sostenere in modo attivo la diffusione di libri che oggi, in Italia, non vengono proposti dall’editoria ufficiale.
La nuova pagina web, LINARIA, racconta tutte le nostre attività e idee.
Pronto il programma dei viaggi 2012 per visitare i giardini inglesi sotto la guida dello storico dei giardini e raffinato botanico Michaeljon Ashworth: il primo con meta la Cornovaglia è in calendario dal 15 al 21 aprile 2012. Per informazioni contattare la paesaggista Clare Littlewood alla sua mail clare.littlewood@libero.it
Corso per giardinieri specializzati in parchi e giardini storici
L’ Associazione Culturale “Paesaggi e Giardini” (via Corridoni, 97) propone la IV edizione del corso per “Giardinieri specializzati in giardini e parchi storici”. Diretto da Eleonora Pecchioli storica dell’arte ed esperta di giardini, e coordinato da Tiziana Grifoni, agronomo e architetto del paesaggio, il corso prevede 200 h e da quest’anno si avvarrà anche della consulenza dell’architetto Mariachiara Pozzana, autrice di numerosi importanti restauri nel campo dei giardini storici a livello internazionale, che ne presiederà il Comitato Scientifico.
L’obbiettivo è formare una figura altamente specializzata, in grado di affrontare con competenza le problematiche connesse alla manutenzione del verde, con particolare riguardo per il verde storico e di qualità.
Alla fine del corso sarà possibile effettuare uno stage pratico nei giardini della Soprintendenza speciale del Polo Museale Fiorentino (Boboli, Castello, Petraia, Corsini) oppure in alcuni importanti giardini inglesi.
Il corso è aperto a diplomati e laureati in materie tecnico-scientifiche e anche ad addetti del settore (con esperienza lavorativa nel campo del giardinaggio). Le lezioni saranno concentrate in un solo giorno alla settimana (di norma il venerdì) dalle h. 9.00 alle h. 18.00. Il costo è coperto per la maggior parte da un concorso di sponsor, e al corsista sarà richiesto solo un contributo pari a 950 euro, da versare al momento dell’iscrizione.
Per informazioni : www.paesaggiegiardini.it tel. 055 4487156
Corso di ikebana
Organizzato dal Garden Club di Milano ha preso l’avvio l’1 febbraio un nuovo corso per imparare a realizzare composizioni di Ikebana e avvicinarsi alla cultura e alle tradizioni giapponesi. Il corso si sviluppa secondo le direttive della Scuola Ohara di Tokyo, con insegnanti diplomati e riconosciuti dalla scuola madre giapponese. Alla base dell’insegnamento vi è lo studio dei valori culturali giapponesi e delle tecniche tradizionali.
Perugia Flower Show
Quest’anno la manifestazione dedicata alle piante rare e inconsuete avrà due edizioni, una primaverile dal 25 al 27 maggio e una autunnale dall’8 al 9 settembre
Siti
Un quadrato di giardino, forum di giardinaggio e tanti articoli e e-book da scaricare previa registrazione
Thinking gardens, una preziosa raccolta di articoli e saggi e molto altro sul mondo dei giardini
Morelli ė autore tra gli altri di ‘Mente e paesaggio’, Bollati e Boringhieri, 2011 e di ‘Mente e bellezza’, Allemandi, 2010, che affrontano da un punto di vista cognitivo il rapporto mente-paesaggio e l’esperienza estetica.
In questo approccio, molto suggestivo e stimolante, si tratta di affrontare non solo la fruizione ma la vivibilità nella relazione dell’animale uomo con il paesaggio.
Secondo gli studi della scienza cognitiva la cornice acquisita nella prima infanzia riguardo al modo di incorporare l’ambiente rimarrà il parametro fondamentale di riferimento per ogni altro paesaggio. Vale a dire che noi costruiamo il mondo in cui viviamo.
La bellezza non é un fatto esterno ma incarna il legame uomo-mondo (secondo l’etimologia greca aestesis significa sensazione). Citando Fausto Melotti (da Linee), l’arte non é una istanza mentalistica, che nasce da una mente isolata dal mondo, ma il risultato di una particolare competenza della specie umana che da un certo punto della sua evoluzione diventa simbolica: é per questo che possiamo parlare di giardino e di paesaggio, perché un insieme di piante e di fiori non sono solo una cosa in sé.
Secondo le nuove acquisizioni della scienza cognitiva la mente é ‘embodied’, cioè ‘incarnata’; ‘embedded’, cioè ‘situata nelle situazioni’; ‘extended’, cioè ‘estesa’. Vale a dire che la mente che condivide gli spazi del luogo che vive, non può che trasformare il contesto in cui vive (embedded). Occorre perciò interrompere la separatezza del modo in cui parliamo di paesaggio. Noi abbiamo una mente relazionale, incarnata e non esiste una scissione fra mente e corpo.
Uno dei risultati più importanti della ricerca é che l’esperienza estetica é esperienza sociale e responsabilità: stare bene o male in uno spazio non é mai solo un fatto individuale ma sono fatti nostri.
Non esistono paesaggi incontaminati perché la condizione per l’esistenza di un paesaggio é la presenza di un osservatore: quindi attenzione ai facili ecologismi e al rischio – isolando paesaggi naturali in artificiali – di preservare pezzi di mondo considerati autentici a detrimento di tutto il resto!
Noi costruiamo e cerchiamo bellezza e paesaggi come espressione della nostra evoluzione storica e naturale che ci ha fatto esseri dotati di una tensione rinviante, esseri cioè desideranti e capaci di tendere all’oltre non solo nell’arte, ma anche nella scienza, nella politica, nel sacro e nell’amore.
Un’altra riflessione importante di Morelli riguarda la differenza fra simbolico e immaginario: noi siamo sempre meno capaci di vivere esperienze simboliche, ma ci siamo consegnati all’immaginario depauperando le nostre esperienze estetiche della loro valenza simbolica e trasformandole così in cose seriali. Si assiste cioè sempre di più ad una colonizzazione da parte dell’immaginario dello spazio simbolico.
Il paesaggio emerge al punto di connessione fra mondo interno e mondo esterno come mediazione del principio del movimento (si impara camminando) e della immaginazione: attraverso il movimento e l’immaginazione noi trasformiamo lo spazio in paesaggio. Il problema di oggi é l vivibilità che sarà possibile solo con la natura e non più contro la natura e questo passaggio cruciale sarà molto difficile perché per l’essere umano cambiare idea è difficilissimo. Ci sono ostacoli sia affettivi che cognitivi che ci rendono difficile arrivare ad una concezione del paesaggio che sia vivibile essendo alleati con la natura. Infatti dobbiamo rifigurarci da sopra le parti a parte del tutto.
In questa concezione i paesaggi non sono quello che sta fuori di noi ma spazi di vita e arena della partecipazione responsabile e della negoziazione.
Per finire Morelli cita Rilke che dinanzi alle Dolomiti afferma che sono belle perché irripetibili, perché non ci saranno più!
Federica Raggio è un’amica architetto e giardiniera che ama viaggiare e fotografare giardini, piante e paesaggi. La sua sensibilità estetica e botanica la porta a cogliere dei fenomeni nella natura che sono tanto stupefacenti quanto bellissimi. Perciò ospito con piacere queste immagini di piante che lei ha intitolato “Affinità elettive”
“E coloro che trascorrono assieme tutta la vita sono individui, che non saprebbero neppure dire cosa vogliono ottenere l’uno dall’altro. Nessuno invero potrà credere che si tratti del contatto dei piaceri amorosi, ossia che in vista di ciò l’uno si rallegri di stare vicino all’altro, con uno slancio così grande: è evidente, al contrario, che l’anima di entrambi vuole qualcos’altro, che non è capace di esprimere; di ciò che vuole, piuttosto, essa ha un presentimento, e parla per enigmi. E se, mentre giacciono accostati, Efesto comparisse dinanzi a loro, con i suoi strumenti, e domandasse: “Che cos’è, (uomini), ciò che volete ottenere l’uno dall’altro?”, e se, di fronte al loro imbarazzo, di nuovo li interrogasse: “Forse è questo che desiderate, l’accostarvi quanto più è possibile l’uno all’altro, così da non rimanere staccati, né di notte né di giorno, l’uno dall’altro? Se desiderate questo, voglio fondervi e saldarvi in qualcosa di unico, in modo che, da due che siete, diventiate uno, e finchè rimarrete in vita, viviate entrambi in comunione, come un essere solo, e quando sarete morti, ancora laggiù, nella dimora di Ade, siate uno in luogo di due, in comunione anche da morti..”
Diaologo di Aristofane a Erissimaco – Simposio – Platone
È solo desiderio di noi umani la ricerca di legami stretti e indissolubili?
O è nella natura degli esseri viventi, anelare a compagnia nella perfetta affinità?
Sotto mentite spoglie ecco alcune affinità elettive del tutto sorprendenti e inaspettate, di chi sembra essersi finalmente trovato, andando oltre le apparenze e osando sfidare (quasi) l’impossibile.
Storie di amicizie vegetali, indissolubili e imprescindibili da genere, specie e varietà.Come sempre la natura ci manda messaggi celati, dai quali potremmo attingere spunti e lezioni di vita.
Segue galleria di immagini di Federica
Betula pendula e Picea abies, Inari, Lapponia
Cactacea e Aloe sp Jardin Exotique, Principato di Monaco
Crassula sp e cactacea Jardin Exotique, Principato di Monaco
Ficus carica e Phoenix canariensis Tangeri, Marocco
Ficus elastica e Washingtonia filifera, Jardins du Casino, Principato di Monaco
Neobuxbamia polylopha e Aloe sp Jardin Exotique, Montecarlo
Platano e Chamerops humilis, sulla strada che conduce al Museo d’Arte Orientale Chiossone a Genova
Mi viene da dire evviva gli incontri casuali che poi ci fanno scoprire i legami tra le cose che più ci hanno colpito. Mentre stavo scrivendo il mio libro sul giardino d’ombra Marco Bay mi parlò di un libro che non potevo non leggere, vista la mia passione per il Giappone e per l’ombra: è così che ho scoperto un libro che ritengo fra quelli miei più preziosi, “Libro d’ombra” di Junichiro Tanizaki, edito da Bompiani e che consiglio vivamente a tutti coloro che prediligono i mezzi toni, le cose imperfette, gli spazi vuoti e che alle superfici radiose preferiscono un universo avvolto da ombre.
Recentemente una cara amica paesaggista, Silvia Ghirelli, con la quale ho condiviso la gioiosa compagnia in alcuni viaggi, mi ha regalato un libro che mi ha preso tantissimo, “Spirito wabi” di Axel Vervoordt. Premetto che ignoravo sia lo wabi sia l’autore. Ma ho scoperto che l’autore, un personaggio poliedrico che spazia dall’architettura all’antiquariato, cita fra i suoi riferimenti più importanti, oltre a Lucio Fontana (che io amo tantissimo), il movimento zero, il movimento giapponese Gutai (che occupa la scena artistica giapponese del secondo dopoguerra dopo Hiroshima e Nagasaki), anche Tanizaki e il suo libro d’ombra. Ecco che allora tutto sembra tornare e io capisco anche meglio perchè sono così innamorata del Giappone, della sua cultura e dei suoi giardini.
Axel Vervoordt ha scoperto il concetto di Wabi-Sabi attraverso la lettura di “Wabi-Sabi per artisti, designer, poeti e filosofi” di Leonard Koren e attraverso il Libro d’ombra. In seguito collaborando con l’architetto giapponese Tatsuro Miki ha coniato il concetto di wabi applicandolo all’architettura. Il termine, preso in prestito dal giapponese, indica una cosa nel suo stato più austero e naturale, la bellezza che si ritrova in oggetti umili e senza pretese, dell’imperfezione e della incompletezza.
Qui di seguito riporto alcune immagini che ho tratto dal libro
Texture
Casa ristrutturata nel centro storico di Anversa
Casa di Jiro Yoshihara, creatore del movimento Gutai
Nell’incontro del 23 gennaio dei Lunedì sostenibili, dedicato al giardinaggio critico e ribelle, ho scoperto alcune realtà interessanti che vi segnalo
Duo Martmat – http://infomarmat.blogspot.com – che promuove piccoli progetti fantasiosi per diffondere il verde in città a costi ridotti: “L’abbracciapalo” il nome di queste installazioni in giro per Milano (sul blog c’è una mappa di quelle fino ad ora realizzate) per abbellire pali, ringhiere, semafori e altro ancora.
Ecco il piccolo opuscolo predisposto dal gruppo per seminare l’idea presso altri giardinieri ribelli
Piante volanti – http://piantevolanti.blogspot.com – il nome di un altro gruppo che si propone di conquistare minuscoli spazi verdi in luoghi impensati con contenitori appesi e fiori.
Atelier delle verdure – http://atelierdelleverdure.it – un gruppo di tre giovani paesaggisti che nei loro lavori cercano di coniugare coinvolgimento dei cittadini, disegno del paesaggio urbano e sensibilità dell’attività di progettazione. Tra i recenti progetti realizzati un piccolo giardino temporaneo in via Montello a Milano e Malerbario, un orto botanico itinerante esposto la prima volta a Sesto San Giovanni