Finalmente sono stata a visitare la mostra “Piante e animali perduti” che si tiene ormai da alcuni anni alla fine di settembre a Guastalla. Essendo stata chiamata a partecipare alla giuria con il compito di segnalare i vivai più interessanti, ho avuto modo, nonostante la pioggia incessante, di valutare con una certa attenzione gli stand dei vivaisti.
Ho trovato particolarmente innovative le scelte del vivaio Water nurserycon alcune nuove proposte di piante acquatiche e palustri; simpatici i quadri vegetali composti da sedum proposti da Rossi per il verde di Fabbrico – RE (tel 0522/660621); molto belli gli accostamenti di colori proposti dal vivaio Eta Beta e da Erbario della Gorra. Interessanti le colleziioni di magnolie di Peter Smithers proposte da Susanna Tavallini del vivaio La Montà (di Sant’Eusebio Roasio -VC, tel 016/387212). Tra i bulbi, molto particolari quelli presentati dal Vivaio L’insolito giardino di Solferino- MN. Da seganalare anche le collezioni di Echinacea e Rudbeckia del Vivaio Zanelli e quelle di Dianthus del vivaio Billo (di Merlara-PD-, email bieffe76@yahoo.it). Molto particolari le varietà di Sanseveria proposte dal vivaista appassionato Adriano Garonzi (cell 349/3306593) Ecco una piccola selezione di immagini di piante e accostamenti
Acalypha reptans califfa
Gomphrena globosa
Aster snow flurry
Baumea rubiginosa Vivaio Eta beta
Nymphaea pygmea Water nursery
Ruellia mexicana palustre Water nursery
Stenotaphum secundatum palustre Water nursery
Bulbi Insolito giardino
Clerodendrum bungeii variegato Vivaio zanelli
Rudbeckia subtomentosa Henri Eilers Vivaio Zanelli
Persicaria philiphormis, Vivaio Il peccato vegetale
Vivaio Billo Collezione Dianthus
Vivaio La Montà Collezione Magnolie
Vivaio Zanelli Collezione di Echinacea
Una sinfonia di porpora con amaranto e dalie, Vivaio La Montà
Una cascata di astri, Erbario della Gorra
Una piccola composizione di acquatiche e palustri, Vivaio Eta beta
Ecco infine alcuni oggetti curiosi:
Vivaio Eta beta Sculture in fibra di vetro
Piccoli uccelli in ferro riciclato di Arrosoir e persil
Arrosoir e persil
Per oreservare la schiena nei lavori di giardinaggio!
Ecco una nuova preziosa firma sul mio blog: Marina Mondello è una cara amica paesaggista che ha una grande capacità creativa e artistica di recuperare materiali e oggetti. Ecco una sua interessante proposta per vasi davvero low cost.
Sono un architetto paesaggista , mi occupo di verde ormai da più di trent’anni e devo dire che il costo delle fioriere ha sempre inciso in modo considerevole nella realizzazione di un terrazzo.
Sento parlare tanto di low cost (ultimamente anche un po’ a sproposito, devo dire) e ne sono molto contenta perché finalmente, forse, si farà strada un metodo che io adoro e applico da sempre.
Poco importa se adesso si sta diffondendo per moda o indotto da questo periodo di crisi. Ci saranno comunque alcune persone che, d’ora in avanti, faranno del “non spreco” uno stile di vita, rendendosi conto che “buttiamo via” troppo e che i rifiuti possono costituire una grandissima risorsa.
Credo di avere il recupero nel DNA perché, fin da quando ero bambina, mi diverto moltissimo a riutilizzare ogni tipo di oggetto e di materiale destinato alla discarica.
Allo stesso modo mi piace cercare di usare i materiali più poveri per realizzare oggetti utili in alternativa ad altri che dovrei acquistare a caro prezzo.
Qualche anno fa ho risolto un’esigenza particolare realizzando una fioriera leggerissima a un costo bassissimo che poi ho continuato a riprodurre all’occorrenza ed ora si trova sparsa qua e là in tutte le dimensioni possibili e nelle situazioni più disparate, nei giardini e sui terrazzi di amici e di qualche cliente sensibile a queste argomentazioni.
I materiali usati sono poverissimi: rete e juta o altra stoffa disponibile e i pregi maggiori ovviamente sono il basso costo e la leggerezza, ma, come si può vedere dalle foto, nel tempo vengono letteralmente inglobate dalla vegetazione, che può crescere anche sulle pareti (edera, sedum, fragoline ecc.) e questo le rende anche più interessanti. Per questa peculiarità io le uso anche in giardino, senza sottovaso, appoggiate al terreno, quando voglio creare più movimento e lo spazio limitato non consente movimenti di terra.
La convenienza è chiaramente maggiore con il fai da te, ma chi non se la sentisse può ricorrere al mio aiuto: posso aiutarvi a organizzare il lavoro e seguirvi nella realizzazione o addirittura, per i più pigri, posso realizzarle io stessa. E’ ovvio che, se al costo della materia prima si aggiunge il mio lavoro il prezzo aumenta, ma credo che possa comunque risultare competitivo rispetto alla maggior parte della produzione attuale, fermo restando il vantaggio della leggerezza e l’originalità della forma, senza contare la versatilità del materiale che consente di creare contenitori delle dimensioni più disparate.
Con lo stesso sistema ho realizzato anche delle lampade…..ma questa è un’altra storia. Se ne può riparlare.
Federica Raggio torna sul tema dell’Islanda con un servizio su un piccolo giardino islandese all’insegna del riciclo creativo che sembra appunto la risposta dell’isola al giardino dei tarocchi!
Sembrerebbe così, o quasi, per lo meno a me.
In realtà non è un giardino aperto al pubblico, ma è una proprietà privata senza recinzioni di alcun genere.
A dire il vero, stando ai canoni classici con cui si identifica il luogo giardino, neppure può essere definito tale, giardino.
Non ci sono aiuole fiorite, arbusti e alberi non sono gli elementi che ne disegnano la struttura portante.
È un mondo a sé, un paesaggio onirico infestato da vagabonde e “rottami”.
Stavo camminando diretta al museo delle sculture di Sigurjón Ólafsson. Ormai avvezza ai controsensi islandesi, ho per un attimo creduto di essere arrivata alla meta, anche se dall’opuscolo del museo, che tenevo in mano per ricordare l’indirizzo, trovavo difficile confermare un legame tra l’immagine stampata e quella realtà che mi si parava di fronte.
Ad ogni modo, con incredibile disinvoltura (faccia tosta) comincio a girare tra queste folli architetture-sculture, fotografando, gustando pienamente l’estro generato da una buona dose di follia, mi diverto e non riesco a staccarmi da quel luogo, nonostante la pioggia in agguato (nonostante la ormai confermata consapevolezza di trovarmi su una proprietà privata).
È tutto un salire-scendere, terrazze e belvedere in successione sincopata, mostri marini e dell’immaginario più fantasioso, tutto prende forma da oggetti di metallo, legno, ogni sorta di materiale recuperato o portato dal mare.
Uno scultore proveniente da una comunità di trolls e posseduto dallo spirito di Mirò sembra aver dato forma ad alcune sculture che allestiscono alcune porzioni del giardino.
Angelica arcangelica è la vagabonda padrona, satura l’aria col suo profumo di tiglio e riempie gli spazi adattando la sua dimensione che può raggiungere anche i tre metri di altezza. Il suo colore è sempre perfettamente in contrasto con i colori del paesaggio islandese.
Posso solo immaginare a giugno i lupini (Lupinus nootkatensis) in fiore puntellare di viola le lamiere arrugginite a ridosso della roccia vulcanica.
Una rosa color Barbie (rosa gallica) a ridosso della casella delle lettere accoglie il gesto del postino e diffonde quel profumo quasi citrino, nota costante durante l’estate.
Archi e parchi è la sezione di Mercante in fiera – la mostra mercato di antiquariato e collezionismo di Parma – dedicata agli oggetti e mobili outdoor. Quest’anno questa sezione della fiera è stata disegnata dalla paesaggista Silvia Ghirelli che ha creato una serie di isole vegetali, molto leggere e soffici con tanti angoli per sedersi, mangiare e chiacchierare. Devo dire che rispetto agli altri padiglioni della fiera, un pò claustrofobici come in ogni manifestazione del genere, la sezione di Archi e parchi spiccava per la piacevolezza e la voglia di sostare.
Archi e parchi mercante in fiera
Archi e parchi mercante in fiera
Alcuni degli oggetti proposti da All’origine, di Imola
Lorenzo Crescini, titolare del vivaio Valfredda a Cazzago San Martino (BS), è un vivaista illuminato e ha una filosofia di gestione molto interessante tutta basata sull’accurata sperimentazione delle specie e varietà di erbacee perenni e graminacee che suggerisce con cognizione di causa a paesaggisti e giardinieri; con lui anche il figlio Mauro e il gentilissimo collaboratore Walter.
Sono tornata recentemente al vivaio con un gruppo di soci dell’associazione VerDiSegniper parlare di erbacee adatte a situazioni ombreggiate.
Ecco alcuni preziosi consigli con relative immagini:
Tra le graminacee consigliate per ombra:
Carex morrowii, che ha bisogno di poca acqua, è sempreverde, un’altezza di circa 40 cm
Carex morrowii Ice dance
Chasmanthium latifolium: per ombra leggera, spogliante, bel fiore estate-autunno, H 100 cm
Hakonechloa macra, adatta per alberi con chioma caducifoglia, fogliame verde (esistono anche forme variegate), fioritura estiva, altezza 60 cm.
Hakonechloa macra
Carex morrowii Silver sceptre
Carex plantaginea, sempreverde, fioritura tarda primavera-estate, altezza 30 cm
Carex plantaginea
Festuca scoparia (gautieri), sempreverde, ottima tappezzante che forma bei cuscinetti, non necessita di irrigazione, adatta sotto piante alte, fioritura tarda primavera, altezza 18 cm (con fiore 35)
In situazioni molto cruciali come sulle scarpate o sotto le conifere si suggeriscono:
Liriope graminifolia, che ha fogliame molto più sottile della specie muscari, non necessita di impianto di irrigazione, è sempreverde, con fiori a spiga blu in tarda estate, altezza 25 cm
Liriope graminifolia
Liriope spicata
Iris japonica, sempreverde, fioritura tarda primavera, altezza 35 (con fiore 50), anche in forma variegata
Iris japonica variegata
Bergenia, ha un’ottima adattabilità, sempreverde, bei fiori rosso o rosato o bianco in primavera, altezza 20 (con fiore 40) cm.
Bergenia cordifolia
Altre immagini di piante interessanti per l’ombra
Acorus gramineus Ogon
Luzula pilosa Igel, tappezzante, sempreverde, fiorisce in estate
Mazus reptans, tappezzante, sempreverde, fiorisce in estate
Ophiopogon japonicus Silver Mist, fiorisce di lilla in estate, altezza 20 cm
Rohdea japonica Marginata, pianta di struttura molto bella, da ombra anche difficile ma non da sotto gronda
Soleirolia soleirolii, sempreverde, adatta per un prato all’ombra
Torno sull’argomento delle aiuole pubbliche o sponsorizzate a Milano per segnalare:
La rotonda in Largo Medici(zona Paolo Sarpi): in primavera è tutta un trionfo di rosso con i papaveri, ora al centro ha Verbena bonariense e ai lati Lantana camara gialla e qualche tagete. Nell’insieme semplice e piacevole. PS Nel frattempo l’anno rasata a zero: peccato che i tempi della manutenzione non rispettino quelli della natura!
Aiuola Largo Medici con al centro un acero
Le aiuole sponsorizzate in Piazza Missori con un bell’assortimento di erbacee perenni e graminacee:
Tra le altre erbacee Verbena bonariense, Anemone giapponese e Pennisetum
Landscape urbanism, numero monografico di Lotus, N. 150, 2012, 129 pp., 27€
Michel Desvigne/Inside Outside/Francesco Repishti/West8/Latz Partner/Pieluigi Nicolin/Secchi+Viganò/Battle i Roig/Plasma Studio_Groundlab/James Corner Field Operations
Mimma Pallavicini, Il compostaggio in giardino, Vallardi, 2012, 80 pp., 7.90 €
Un piccolo libro di taglio pratico che ci fa riflettere sull’importanza del nostro contributo alla gestione dei rifiuti umidi. Tanti consigli su come realizzare un compost e sul modo di utilizzarlo per l’orto e il giardino
Costanza Lunardi, La verità dei luoghi, Edizioni Ponte Gobbo, 2011, 98 pp., 10€
Un itinerario tra scrittura e luoghi alla scoperta dei “paesaggi dell’anima” di scrittori e poeti: Erri De Luca, Mario Rigoni Stern, Dacia Maraini, Sebastano Vassalli, Francesco Biamonti, Luigi Malerba…
Anche quest’anno in occasione del convegno ” I maestri del paesaggio” organizzato da Arketipos, la Piazza vecchia di Bergano alta si è trasformata in un grande giardino con aiuole di perenni e graminacee, piccoli orti, arredi colorati. L’allestimento vegetale è stato curato dal Vivaio Valfredda e il progetto dallo studio GPT.
Ecco alcune immagini commentate
Vista dall’alto della piazza nel suo insieme
Una bella composizione con Verbena bonariense, Pennisetum; sullo sfondo spighe dorate di Calamagrostisxacutiflora e lastre di pietra nera
Un gallo su un bel tappeto di verbena
Una bella aiuola con pergola ricoperta da vite con una composizione di perenni e graminacee
Vista degli orti con piastrelle di ceramica con immagini di ortaggi e aromatiche
Interessante l’accostamento degli Agapanthus con i bei portasemi e Echinace purpurea
Una graminacea di origine californiana di grande impatto scenografico: Muhlenbergia rigens
Andropogon scoparius “Prairie blue” e Achillea “Weisser Wunder”
Festuca scoparia “Gautieri” che forma morbidi cuscini
I fiori candidi e profumati di Hosta plantaginea “Grandiflora”
Belle composizioni di aromatiche disposte in simpatiche strutture di legno
In occasione del convegno “I maestri del paesaggio” dei primi di settembre è stato inaugurato a Bergamo I.land, il campo agricolo ornamentale progettato dallo Studio GPT come complemento verde della splendida architettura progettata da Richard Meier per i.Lab, il centro di ricerca di Italcementi.
Ecco alcune immagini:
Particolare del giardino pensile dell’auditorium
Vista della scultura in cemento “Mutated panels” di Meier
Particolare del giardino acquatico che ospita la scultura di Meier
Pubblico la prima puntata di una srie di articoli che Federica Raggio dedica al suo viaggio in Islanda di questa estate
E la natura plasmò arte e architettura.
È già tutto sotto i nostri sguardi, alla portata di chiunque, senza costi aggiuntivi o corsi di specializzazione.
È solo questione di osservazione, ascolto e interpretazione dei messaggi che la natura ci manda.
La sensibilità, certo, è madre del buongusto.
In Islanda, però, parecchie eccezioni sono ammissibili. Non si può neppure più parlare di buon gusto contro folli eccessi di cattivo senso estetico.
Quando la nebbia, che spesso occulta il paesaggio, si alza, gli scenari che ci si parano davanti agli occhi sono tra i più incredibili.
Si fatica a percepire come reale lo stato di veglia. Ci si deve schiaffeggiare per rendersi conto di non essere in un sogno, a metà strada tra il surrealista e il metafisico, nella migliore delle ipotesi.
A livelli più estremi, si arriva a ipotizzare che i pasti serviti in quegli accoglienti caffè di cui l’intera Nazione è disseminata, vengano conditi con droghe psichedeliche a lento rilascio.
E se questa è la quasi immediata percezione per noi comuni mortali, per animi artistici e più sensibili a profonde empatie con le nature del pianeta, l’Islanda diventa il luogo dove è lecito perdere il senso della misura, della direzione, l’intero baricentro sensoriale.
Trovandosi di fronte a certe architetture e opere d’arte, i primi giorni di viaggio si ha ancora sulle spalle una buona dose di quel senso critico e giudizio, che presto si rivela totalmente inutile e quasi fuori luogo.
In breve tempo, chilometri di altrettanto strabilianti forme di paesaggio danno la chiave di lettura alle opere umane.
E non si vede l’ora di poterci tornare, mal d’Islanda è al pari di mal d’Africa, chi lo avrebbe mai detto?
Ecco alcune immagini davvero straordinarie
Stykkishólms Kirkja Anche per la Stykkishólms kirkja, la chiesa di Stykkishólmur nella penisola dello Snaefell, le ispirazioni al paesaggio sono, come dire, quasi scontate… Ma attenzione, solo in Islanda delle architetture così azzardate, sono, appunto, degli azzardi e non degli scempi ! (il lago glaciale si chiama Jökulsárlón)
Stykkishólms kirkja
Stykkishólms kirkja
Stykkishólms kirkja: lago glaciale Jökulsárlón
Stykkishólms kirkja: lago glaciale Jökulsárlón
I corpi organici in movimento di dissolvenza elastica di Tony Cragg (Liverpool, 1949; vive a Wuppertal), assomigliano ai profili enigmatici pietrificati sulle scogliere islandesi.
Tony Cragg
Sculture di Ásmundur Sveinsson Dai campi di lava sembrano uscire forme umane. Gli islandesi convivono con i trolls, esseri notturni che vivono tra le rocce; se all’arrivo della luce non rientrano alle loro dimore rischiano di essere trasformati loro stessi in rocce.
Ásmundur Sveinsson
Hallgrímskirkja e Harpa Concert Hall hanno nel dna la struttura delle formazioni basaltiche. La prima sembra generarsi dalla struttura di una cascata o di un geyser, la seconda è possente sul territorio come alcune formazioni rocciose.
Hallgrímskirkja
cascata Skaftafoss con la roccia basaltica, uno dei simboli di Islanda che ricorda un po’ la chiesa Hallgrims