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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Winter gardens tour in East Anglia: Ritratti di giardini. Febbraio 2023

Uno dei passaggi molto suggestivi di Brassingham Hall Gardens

Finalmente, a fine febbraio, ho coronato il mio sogno di visitare i famosi winter gardens che in Inghilterra trovano esempi magnifici, sia per la vastità, sia per la ricchezza botanica.
Cominciamo dall’inizio: il piccolo tour, che si è articolato in alcune contee della regione dell’East Anglia (Norfolk, Suffolk, Cambridgeshire), è stato organizzato dalla bravissima Erica Vaccari di Viaggi floreali .

La base di soggiorno e di partenza per le visite il maniero di Bressingham Hall che ospita il grande giardino (oltre 7 ettari) fondato dal famoso orticoltore, vivaista e ibridatore Alan Bloom che qui ha progettato per la prima volta aiuole ‘self standing’, cioè non addossate a muri o siepi in modo da dare luce e aria ai bordi di perenni e continuato dal figlio Adrian e dal nipote Matt che si occupano oggi dei giardini. All’interno del grande parco si trova poi il delizioso giardino di Adrian ‘Foggy Bottom’ al quale lui ha appena dedicato un bellissimo libro.

Bressingham ha al suo interno un winter garden davvero stupendo per la ricchezza delle sue piante e anche per la maestria con la quale sono valorizzati i folgoranti colori dei cornus accostati alle tante conifere, alle betulle e ad altri alberi dalle cortecce scenografiche. E poi tantissimi bucaneve, eriche, sarcococche, dafne, lonicere, rubus ornamentali, hamamelis…
Foggy Bottom, il capolavoro di tutta una vita di Adrian, ci regala ampie prospettive e candide pennellate di bucaneve che sembrano cresciuti naturalmente e questo è il grande pregio di un buon plant design, far sembrare naturali realizzazioni artificiali.

Poi Hyde Hall gardens, uno dei tanti giardini del National Trust, che oltre all’winter garden ha un dry garden e una zona dedicata alle piante australiane con bellissime prospettive sul paesaggio.

Molto interessante, oltre alle sue altre parti che ho visitato nel periodo estivo alcuni anni fa, la zona invernale di Cambridge Botanic Garden (https://www.botanic.cam.ac.uk/), che ha una bella collezione di differenti specie e varietà di betulle dalle cortecce bianco argentate e un grande arboretum; tra le serre mi è piaciuta in modo particolare quella dedicata alle piante alpine con alcuni stupendi ciclamini e con tanti Erodium.

In un post successivo vi illusterò alcune delle piante che ho trovato più interessanti e in un altro vi mostrerò immagini dei paesaggi costieri e di brughiera.

Ecco una galleria di immagini dei giardini

Winter garden Bressingham

Winter garden Bressingham: le conifere fanno da background ai conrus e poi tante graminacee

Winter garden Bressingham: eriche ed ellebori in mezzo a ciuffi di Ophiopogon planiscapus Niger

Winter garden Bressingham: bellissima la scenografia a più piani dalle conifere, ai cornus fino alla distesa di eriche bianche

Winter garden Bressingham: un passaggio tra le grandi aiuole

 

 

 

 

 

Foggy Bottom con le pennelate di Galanthus nivalis

Foggy Bottom: una vista delle grandi aiuole

Foggy Bottom: colori bruniti con i fiori ormai seccati delle ortensie e i ciuffi dei carex

Foggy Bottom: il percorso nel bosco

Foggy Bottom: la casetta sull’albero da cui godere la vista del giardino, costruita da Matt Bloom

Foggy Bottom: un delicato contrasto tra le spighe argentee dei Miscanthus e i fiori rosa degli ellebori

Hyde Hall gardens

Hyde Hall gardens il bosco di betulle

Hyde Hall gardens: le belle prospettive sul paesaggio

Hyde Hall gardens

Cambridge Botanic Garden

 

Cambridge Botanic Garden

Cambridge Botanic Garden le aiuole sinuose di winter garden

Cambridge Botanic Garden: lonicere, bucaneve e stipe

Cambridge Botanic Garden: una sinfonia di rossi e gialli

Cambridge Botanic Garden: la serra delle piante alpine

 

Winter gardens tour in East Anglia: alcune piante. Febbraio 2023

Muehlenbeckia. Cambridge Botanic garden

Nel mio tour per giardini invernali in Inghilterra ho trovato alcune piante interessanti. Ve le mostro in una piccola galleria di immagini

CORNUS ALBA KESSERLINGII HYDE HALL

CORNUS MAGIC FLAME BRESSINGHAM HALL GARDENS

CORNUS MIDWINTER FIRE BRESSINGHAM HALL GARDENS

CORNUS SANGUINEA ANNYS WINTER ORANGE HYDE HALL

UN BELLL’ABBINAMENTO CON CORNUS BERGENIA E BUCANEVE. BRESSINGHAM HALL GARDENS

GALANTHUS NIVALIS S. ARNOTT: UNO DEI PIU PROFUMATI E ALTI CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

ERICA DARLEYENSIS CON BERGENIA E BUCANEVE BRESSINGHAM HALL GARDENS

BERBERIS WILSONIAE CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

BERGENIA BRESSINGHAM RUBY CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

BERGENIA EMEIENSIS CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

CAMELLIA X WILLIAMSII BOW BELLS HYDE HALL

CEPHALOTAXUS HARRINGTONII KOREAN GOLD BRESSINGHAM HALL GARDENS

PINUS CONTORTA FRISIAN GOLD BRESSINGHAM HALL GARDENS

PINUS THUNBERGII E CORNUS BRESSINGHAM HALL GARDENS

CRYPTOMERIA JAPONICA ELEGANS COMPACTA CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

VIBURNUM FARRERI CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

LONICERA PURPUSII CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

RUBUS TIBETANUS SILVER FERN CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

SALIX GRACILISTYLA MOUNT ASO CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

Winter gardens tour: paesaggi. Febbraio 2023

SOUTHWOLD

Nel mio tour inglese ho scoperto anche alcuni paesaggi che mi hanno colpito anche in questa stagione di fine inverno. Dalle coste del Norfolk alla brughiera che d’estate si tinge di rosa per la fioritura delle tante eriche e che in questa stagione ha un fascino particolare nelle tonalità bronzeo-aranciate delle felci fino al giro sul fiume a Cambridge.

Ecco alcune immagini:

La brughiera di Dunwich, che si estende fino alla costa: riserva naturale del National Trust: boschi di betulle e distese di felci (aquiline?)

DUNWICH ULEX EUROPEA

Dunwich sulla spiaggia

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD: paludi e graminacee vicino al mare

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD: reti da pesca e tanti piccoli ristorantini di pesce

SOUTHWOLD: le caratteristiche ‘beach hots’, cabine attrezzate che vengono affittate annualmente

Cambridge dal fiume

Cambridge dal fiume

Cambridge dal fiume

 

Riflessioni dalla foresta amazzonica, di Michele Maino. Marzo 2023

FOTO MICHELE MAINO

Ospito con piacere queste riflessioni di Michele Maino dalla foresta peruviana accompagnate dalle sue bellissime immagini fotografiche.

La dieta di piante maestre 

La “dieta” è una pratica dello sciamanesimo vegetalista dell’Amazzonia che consiste in un ritiro di vari mesi, seguendo restrizioni alimentari, comportamentali e sociali, durante il quale si assume una pianta per integrarne lo spirito affinché porti guarigione, fisica, mentale e spirituale, insegnamento e guida.

Giorno dopo giorno, via via che il mio ospite, lo spirito della pianta, si acclimata dentro di me e condivide con me i suoi affinati sensi di vegetale, la mia sensibilità si acuisce, il mio sguardo penetra sempre più a fondo negli stratificati veli arborei di cui è tessuta la selva come se fossi sempre più in risonanza con la natura, vibrando, per simpatia, alla sua stessa frequenza. Laddove il giorno prima, con la medesima attenzione, non vedevo altro che una spessa e amorfa massa di vegetazione, oggi riesco a scorgere, negli interstizi tra le foglie, nelle cavità dei tronchi, nelle increspature dei petali, nelle grinze della corteccia, negli anfratti del suolo, ora qui una gemma, ora là un germoglio, ora qui un minuscolo seme, ora là l’iridescente filamento d’un fungo, e più oltre ancora fino all’occulto reame degli insetti e delle muffe, come se progressivamente sempre nuove cortine si levassero e nuovi mondi emergessero dall’indistinta matrice del terriccio, dischiudendosi alla vista.

I sensi che si espandono permettendomi di notare dettagli sempre più minuti e imperscrutabili nella natura sono l’eco di un parallelo fenomeno che, sempre grazie al mio ospite, ha luogo dentro di me e cioè l’acuirsi della percezione che mi consente di auscultare con sempre maggiore precisione i recessi della mente e di scandagliare sempre più in profondità gli enigmi dell’universo.

Come le recondite forme che affiorano dall’arcano cuore della selva, la sagoma dentellata di un minuscolo petalo, la curva di un turione di felce, il ritorto merletto del viticcio d’una liana o la simmetria stellare di un fiore in boccio, compongono, come altrettanti misteriosi glifi, solenni iscrizioni nella primordiale lingua della foresta, così i reperti portati in superficie dallo scavo interiore, ricordi, emozioni, pensieri, e il precipitato dei vagabondaggio extracorporei, rivelazioni, simboli, intuizioni, ricompongono dentro di me l’ancestrale codice di quella filosofia perenne che i filosofi rinascimentali chiamavano prisca teologia, e cioè la primordiale e universale sapienza regalata agli uomini in epoche antichissime dal mondo celeste e che contiene le regole del vivere semplicemente e in accordo con la natura e con il divino.

Michele Maino, che trascorre ogni anno lunghi periodi nella foresta pluviale del Perù, pratica e divulga lo sciamanesimo vegetalista amazzonico. È autore del libro La Foresta interiore, viaggio iniziatico tra le piante e gli spiriti dell’Amazzonia. https://www.youtube.com/watch?v=0XHSS4fIHKY

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

 

News in tema di corsi, fiere, libri e altro ancora. Febbraio 2023

Concorsi e premi

  • 24 febbraio dalle 9.30 alle 13 Cerimonia di consegna del premio Città per il verde organizzato da Il verde Editoriale. Fiera Rho sala convegni Pad 20
  • Termine 17 aprile per la presentazione di progetti da pubblicare nel settimo annuario ‘European practice of landscape architecture’ promosso da LANDSCAPE ARCHITECTURE EUROPE (LAE). Mail entry@landscapearchitectureeurope.com Per fornire i dati www.landscapearchitectureeurope.com/entryform

Corsi e convegni

  • Il 1° febbraio è partito un nuovo modulo del corso “Operatore del Verde” presso la sede del Comune di Villa Lonati, in sinergia con il progetto Comunemente Verde, Area Verde.Il corso, organizzato dall’Area Lavoro e Formazione, prevede un primo modulo di 100 ore con frequenza giornaliera, le lezioni affronteranno argomenti teorici ed esercitazioni pratiche.
    Per informazioni e iscrizioni: fleming@comune.milano.it; 02/88441458
  • 12,18 e 26 febbraio Corso teorico-pratico di potatura Rose antiche al vivaio di Maurizio Feletig di Arignano. Per informazioni o per iscriversi vi preghiamo contattarci ai seguenti numeri di telefono: 011 9462377 – 349 5630513 o all’indirizzo di e-mail: info@rosebacche.it
  • 23-24 febbraio, tornano in presenza (ma anche in streaming) le Giornate di studio sul paesaggio della Fondazione Benetton di Treviso. Tema di questa edizione ‘Dalla parte del fuoco’: nello spazio di quattro sessioni, saranno messi a confronto e discussi contributi che si muovono intorno a quattro tematiche: Riti e rappresentazioni, Paradossi, Sotto il vulcano, Coltivazioni.  Le giornate saranno precedute venerdì 17 febbraio dalla conferenza online di anteprima Cultivated by Fire.
    Per info https://www.fbsr.it/paesaggio/giornate-di-studio/dalla-parte-del-fuoco/
  • Iscrizioni entro il 10 febbraio per il corso ‘Balconi in fiore, coltivare e gestire il balcone, Bosco in città. 4 incontri teorici 25 febbraio, 4,11 e 18 marzo e 1 visita guidata 1 aprile 2023. Costo 30 euro. Per info e iscrizioni info@cfu,it; tel 02/4522401

Festival

  • entro il 19 febbraio 2023 dovranno pervenire le candidature per partecipare come volontario alla costruzione del Radice pura Garden festival. Per info e contatti 095/964154; mail application@radicepurafestival.com

Libri

Milano

  • Domenica 26 febbraio, Passeggiata BAM: design, natura e architettura alla Biblioteca degli alberi. Per prenotare https://bam.milano.it/eventi/passeggiate-bam-design-architettura-e-natura-3/-

Giuseppe Barbera inaugura il ciclo di conferenze del gruppo Giardino storico di Padova


Il tema dell’edizione 2023 del ciclo di incontri del Gruppo giardino storico è il rapporto tra paesaggio ed energia (https://www.giardininviaggio.it/paesaggio-ed-energia-il-tema-del-xxxiii-corso-di-aggiornamento-sul-giardino-storico-e-sul-paesaggio-contemporaneo-del-gruppo-giardino-storico-universita-di-padova/).

Ad inaugurare il ciclo Giuseppe Barbera – docente all’Università di Palermo ed autore di molti libri, l’ultimo dei quali ‘Agrumi, una storia del mondo’, Saggiatore – che ha scelto come titolo della sua conferenza ‘Le risorse energetiche nella storia del paesaggio e i nuovi paesaggi delle energie rinnovabili’.

Come sempre il suo è stato un intervento molto ricco di spunti, di dati e di suggestioni, perciò non facile da sintetizzare.

Vi segnalo solo alcuni punti affrontati dal relatore.

Nel suo excursus storico sulle diverse fasi di trasformazione del paesaggio dovute al ruolo delle energie fossili, interssante la vicenda della coltivazione della canna da zucchero che era diffusa a Palermo nel 1500: per l’estrazione venivano usati mulini ad acqua ma per cuocere e condensare il succo della canna occorreva la legna con la conseguenza del disboscamento di intere montagne. Fine del legno e dell’industria della canna da zucchero!

Barbera fa notare come sottraendo aree agricole per collocare impianti di produzione energetica finiamo con l’approvigionarci da agricolture di altri paesi e quindi non facciamo che scaricare su altri un problema che non è locale, ma globale!

Un’ altra riflessione importante è la necessità di evitare slogan semplici. Un esempio è il suggerimento di  alcuni scienziati di piantare 1000 miliardi di alberi. In realtà occorono spazi adeguati, competenze e ricordarsi che per i primi 5 anni un albero è solo una spesa e non ancora una risorsa per l’assorbimento di CO2.

Barbera poi ha passato in rassegna i problemi e le possibili soluzioni per tutelare i paesaggi delle energie rinnovabili. Fondamentali sono una progettazione e una pianificazione adeguate, non si può lasciare mano libera alle industrie produttrici e agli agricoltori che hanno obiettivi problemi economici e che in questi interventi vedono una possibile soluzione.

– eolico, a parte gli obbrobri delle pale in Sicilia davanti al gretto di Burri e alle componenti malavitose dell’industria, ci sono alcuni esempi interessanti come quello a Rivoli veronese sul lago di Garda

– eolico offshore: si può pensare di collocarli a 25-30 km dalle coste, in modo che diventino quasi spilli all’orizzonte

Occorre poi indirizzare la ricerca sull’agrivoltaico che vede la coesistenza sulla stessa porzione di paesaggio di pannelli solari e di colture agricole.
Ecco alcune raccomandazioni

Un nuovo progetto di restauro a Venezia: gli Orti del Redentore alla Giudecca

Orti del redentore, foto laura Pirovano 2010

Parecchi anni fa avevo potuto visitare con un gruppo di appassionati gli Orti del Redentore alla Giudecca a Venezia: un luogo incantanto, dove potevi incontrare monaci operosi intenti a curare con amore gli spazi verdi. Sono molto contenta di apprendere del grande progetto di restauro affidato, come nel caso degli stupendi giardini Reali veneziani, all’architetto Paolo Pejrone.

Orti del redentore un monaco all’opera nei lavori di giardinaggio. Foto Laura Pirovano 2010

Riporto in sintesi quanto pubblicato su https://www.villegiardini.it/venice-gardens-foundation-orto-giardino-del-redentore-a-venezia/

Sono iniziati i lavori per il restauro e la riapertura al pubblico dell’Orto Giardino della Chiesa del SS. Redentore a Venezia. Il progetto è stato fortemente voluto da Adele Re Rebaudengo, presidente di Venice Gardens Foundation, la fondazione nata Venezia nel 2014 al fine di promuovere progetti per il restauro e la conservazione di parchi, giardini e beni di interesse storico e culturale.
Sostenibilità ed autosufficienza sono i principi-chiave che animano il progetto il cui restauro botanico è stato affidato a Paolo Pejrone, giardiniere e architetto paesaggista di fama internazionale, allievo di Russell Page e Roberto Burle Marx, autore, tra i tanti lavori, anche del ripristino dell’Orto di Santa Croce in Gerusalemme a Roma e, su incarico della Fondazione, i Giardini Reali di Venezia a San Marco. Il progetto di restauro architettonico è a cura di Alessandra Raso, architetto impegnato in restauri di importanti complessi storico-artistici e progetti per istituzioni culturali, tra cui la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.
Il restauro botanico – che ha ottenuto il finanziamento dell’Unione Europea NextGenerationEU con un contributo di 2 milioni di euro (PNRR Ministero della Cultura Restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici) – vede nel progetto dell’architetto Paolo Pejrone oltre 2.500 alberi e piante previste a dimora. 

I visitatori potranno trovare accoglienza e svago passeggiando fra gli ulivi, il frutteto i cipressi, la vasca delle ninfee (omaggio alla fascinazione per l’Oriente che da sempre anima la Serenissima), i 400 metri di pergolati in legno di castagno, tramandati negli orti veneziani e ricoperti da piante di uva, rose, glicini e bignonie, nel giardino dei pitosfori e rose affacciato sulla Laguna, nell’antica cappella di meditazione e nella biblioteca accanto al ristoro. Grande attenzione sarà dedicata al benessere delle api, con la presenza di arnie e con lo svolgimento dell’attività di smielatura in loco.

 

 

Letto per voi. Giardini all’ombra dell’Etna di Cristina Acrhinto


Cristina Archinto I giardini all’ombra dell’Etna, Terrimago edition, 2022, 107 pp.

Dopo Orti botanici d’Europa (https://www.giardininviaggio.it/letto-per-voi-orti-botanici-deuropa/), Cristina Archinto compie un altro viaggio nel mondo dei giardini con un racconto per immagini di alcune suggestive realtà siciliane in dialogo con l’Etna.Le fotografie di Archinto – molto suggestive e capaci di raccontarci sia il rapporto dei giardini con il paesaggio, sia angoli particolari – sono accmpagnate dai testi (anche in inglese) di Alessandra Valentinelli.

La rassegna illustra sette giardini siciliani, molti privati e creati e mantenuti da sapienti appassionati, alcuni dei quali visitabili, che hanno come filo rosso che li unisce la forte relazione con le antiche colate laviche del maestoso vulcano, una presenza forte e scura che accoglie stupende piante mediterranee ed esotiche. Ma il racconto si estende alla “storia e al paesaggio di questo luogo incantato”.

Il racconto comincia con il Parco Paternò del Toscano, la straordinaria creazione del botanico paesaggista Ettore Paternò che or è curato dalla nuora Barbara Notarbartolo con la figlia: “il legame con l’Etna vi è racchiuso tra i muschi amanti dell’umidità che convivono con le succulente degli ambienti aridi”. Poi prosegue con il Giardino Ciancio del quale la proprietaria Valeria “ha giocato con le mutue alleanze tra specie, poi domesticate alle proprie esiegenze e sensibilità” e con il Giardino di Giulia Gravina, con uno straordinario affaccio sul golfo di Catania e con una stupefacente parete lavica avvolta dalle tante agavi. Le stanze in fiore raccontano poi il giardino di Rossella Pezzino de Geronimo, un vero tripudio di fiori e di colori; il Giardino Crespi con il suo bel paesaggio dell’agrumeto. Concludono la rassegna Etna Botanic Garden, il progetto botanico e artistico del paesaggista-artista Salvatore Bonajuto e l’Orto Botanico di Catania, la via etnea della scienza.

Per acquistare il libro https://www.terrimago.com/giardinietna

Piccole news sulle mie attività. Febbraio 2023

A primavera uscirà, pubblicato da Libreria della natura, Giardini d’ombra, una versione completamente rivista e ampliata con nuovi contenuti e tantissime immagini .
Dopo più di 15 anni torno su questo tema che a mio parere, nel contesto dell’accelerazione dei cambiamenti climatici, diventa molto attuale e importante. Il giardino d’ombra può rappresentare un modello virtuoso di salvaguardia dell’ambiente in grado di offrire rifugio alle piante e di limitare la dispersione dell’acqua.

il 21 gennaio è andata in onda su Radio 24 – nella trasmissione “Il giardino segreto” condotta da Roberta Pellegatta – una puntata in cui racconto alcuni giardini medievali.

Semplici e magici: i giardini medioevali. Per riscoltare
https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/il-giardino-segreto/puntata/semplici-e-magici-giardini-medioevali-123601-AEIyyFYC

 

Fondazione Elpis: un nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea e un piccolo giardino

Istituto di ricovero per anziani oggi trasformato in grande progetto residenziale di Michele De Lucchi. Foto A. Ricci

Il passa parola è sempre molto utile per far circolare le informazioni. Ecco che l’amica architetta Anelisa Ricci mi ha segnalato una nuova fondazione dedicata all’arte contemporanea: la Fondazione Elpis che al suo interno ha un piccolo delizioso giardino.
“La nuova sede di Fondazione Elpis si trova in Via Orti 25 a Milano, nello storico quartiere di Porta Romana. Si tratta di 800 mq che nel 1885 vengono costruiti come lavanderia industriale, un servizio d’aiuto al vicino istituto di ricovero per anziani oggi trasformato in grande progetto residenziale di Michele De Lucchi. Nella ex lavanderia invece l’architetto milanese Giovanna Latis si è occupata della riqualificazione e del restauro dell’edificio. La galleria si sviluppa su tre piani espositivi e poi lo spazio esterno e il terrazzo al piano superiore che puntano a favorire lo scambio e il dialogo intorno ai temi dell’arte. Il carattere industriale dell’edificio, i mattoni a vista e le capriate ottocentesche sono stati preservati al fine di creare una stretta connessione tra la storia e la contemporaneità.”
La Fondazione, costituita nel 2020 dall’imprenditrice e appassionata d’arte Marina Nissim e diretta da Bruno Barsanti., è interamente dedicata all’arte contemporanea e alla promozione dei giovani artisti e intende ospitare mostre, laboratori interdisciplinari, installazioni site-specific e progetti curatoriali innovativi.
Ecco alcune immagini dell’edificio e del piccolo giardino (Foto A. Ricci).

APERTURA AL PUBBLICO
Giovedì 12:00 – 19:00
Venerdì 12:00 – 19:00
Sabato 12:00 – 19:00
Domenica 12:00 – 19:00

La facciata della ex lavanderia con di fronte il piccolo giardino, molto semplice e sobio, con alcuni agrumi a spalliera e al centro un quadrato composto da piccoli tronchetti di legno

Il giardino nel suo insieme

Partciolare del quadrato centrale e degli agrumi a spalliera lungo i muri laterali

 

Giardini in viaggio Laura Pirovano