Dal comunicato sul blog urban file (https://blog.urbanfile.org/2024/10/02/milano-verde-pubblico-il-comune-affida-ad-mm-s-p-a-la-gestione-del-verde-della-citta/) apprendiamo che è appena entrato in vigore un cambiamento radicale nella gestione del ...
Fino al 19 gennaio 2025 è visitabile una mostra per me imperdibile al Museo delle culture di Lugano: ‘L’immagine dell’impresente Fosco Maraini una retrospettiva’.
Ho sempre amato Maraini e ritengo che il miglior racconto della cultura giapponese resti il suo ‘Ore giapponesi’. Personaggio multiforme e geniale, antropologo, grande viaggiatore, alpinista, scrittore e straordinario fotografo.
Il fascino delle sue immagini – in mostra 223 fotografie, alcune delle quali inedite, realizzate fra il 1928 e il 1971 organizzate per temi/luoghi – è dovuto oltre che alla sua tecnica soprattutto alla sua profonda curiosità e conoscenza delle culture, dei paesaggi e dei luoghi. Al suo amore direi per tutto ciò che cattura il suo sguardo
Particolare della grande stuttura all’ingresso della mostra: una sorta di galleria in catone ed elementi vegetali
Prorogata fino al 13 gennaio 2025 una bellissima mostra di un’artista che trova sempre nella natura la sua fonte di ispirazione con tante differenti e sorprendenti tecniche artigianali e l’uso di materiali poveri, come il cartone, fibre vegetali, parti metalliche e tessuti.
Ecco alcune immagini di questa mostra tanto sorprendente quanto fiabesca che si sposa perfettamente con gli ambienti e le collezioni del museo restaurato recentemente dopo i danni dell’acqua alta del 2019.
Ogni volta che torno a Parigi scopro angoli nuovi, stradine pittoresche avvolte nel verde, aiuole urbane interessanti.
Ecco alcune immagini
Una delle tante nuove aiuole parigine con un bell’assortimento di arbusti ed erbacee perenni. Molto usati Choisya ‘Atzec pearl’ e Pittosporum tenuifolia
bello l’accostamento dei bambù con la parete avvolta dai Parthenocissus
Una splendida Parrotia persica ai Jardins Luxembourg
Mi piace sempre tornare al Parc Buttes Chaumont, il mio parco preferito a Parigi. Con i colori autunnali è un vero spettacolo.
Il parco, ottocentesco, è uno dei primi progetti ad essere realizzato nel 1867 su un ex luogo industriale, una cava di gesso, con uno stile prettamente paesaggistico (su progetto di Jean-Charles Alphand, per una estensione di più di 20 ettari). Si incontrano tutti gli elementi tipici dei parchi paesaggistici, esemplari arborei notevoli (una preziosa Sophora sulle sponde del lago, un platano orientale del 1862, un cedro del Libano del 1880…) e viste splendide sulla città.
Per avere notizie sulla flora del parco https://www.paris.fr/pages/parcours-biodiversite-des-buttes-chaumont-6533
Ecco alcune immagini
Molto bello il cerchio di aceri che offre un angolo ombreggiato sulla collina
I rami della Sophora japonica (piantata nel 1873 e nominata ‘Arbre remarquable de France’) si allungano sul laghetto in un’atmosfera che ricorda la magia dei giardini giapponesi
Le finte rocce, il ponticello di ferro
Un gruppo di anatre in riva al laghetto
Molto bella la scalinata con le alzate in finto legno
Girovagando per i quartieri del 14° arrondissement parigino mi sono imbattuta in un nuovo intervento davvero notevole: al posto di una piazza trafficata, Place de Catalogne, una vera foresta urbana ancora molto giovane (le piante sono state piantate nell’inverno 2023-2024) ma già bella.
Il centro della piazza è destinato per una superficie di circa 4000 mq a foresta con un bel sottobosco di felci e tappezzanti e per 860 mq a prati e fiori, una zona di luce contrapposta all’ombra boschiva.
Ispirata alle foreste naturali dell’Ile de France, quella parigina contiene 470 alberi, di cui 270 grandi e i restanti giovani alberi di 2-4 anni: acero campestre, quercia, roverella, sorbo, Celtis australi, corniolo, Amelanchier, leccio. Tra una decina d’anni la foresta sarà matura.
I maggiori benefici ambientali di una foresta urbana
Rinfrescamento: l’umidità della vegetazione contribuisce all’abbassamento delle temperature del sito e dei dintornile rafraîchissement
Dopo il bellissimo intervento ai Giardini reali, Venice Gardens Foundation ha promosso e realizzato il restauro dell’Orto Giardino del Convento della Chiesa del Santissimo Redentore, con le sue Antiche Officine e la Serra. Per la realizzazione del progetto, la Fondazione ha incaricato l’architetto Paolo Pejrone per il restauro botanico e l’architetto Alessandra Raso per il restauro architettonico e il ripristino della Serra.
(il progetto di restauro è stato finanziato per 2 milioni di euro con i fondi del PNRR e per la quota restante di 3 milioni di euro grazie agli sponsor che la bravissima presidente Adele Re Rebaudengo è riuscita ad attivare). La manutenzione è affidata a 3 giardinieri a tempo pieno mentre alcune volontari sono a disposizione del pubblico per dare informazioni. Il tutto davvero ben organizzato!
Avevo visto gli orti alcuni anni fa e, nonostante l’evidente abbandono, li avevo trovati un luogo magico e di grandissima suggestione. Ĕ’ stato molto bello poterli vedere oggi a un mese dalla loro inaugurazione e finalmente aperti al pubblico (per info https://www.venicegardensfoundation.org/it/hortus-redemptoris
Il piccolo e il grande uliveto, le viti, i vecchi alberi da frutto, qualche inusuale erba aromatica, sono i punti fermi di un progetto che interviene sul sito con un intento volto a conferire unità attraverso un reticolo di percorsi che raccordano gli elementi esistenti. L’Orto Giardino è scandito da una serie di sentieri ortogonali che ripartiscono lo spazio dei coltivi in modo razionale, come si addice a un sito di lavoro e meditazione, lascia all’esuberanza della vegetazione e al carattere irresistibilmente mutevole dell’orto il compito di scombinare l’ordine e testimoniare la vitalità di un dialogo ininterrotto con la natura.
Anche ora in pieno inverno gli orti-giardino sono molto affascinanti: sono ancora in fiore i piccoli agapanti rifiorenti (Agapanthus x pitchoune), i nasturzi, i tageti e le foglie delle tante aromatiche e dei Farfugium japonicum tanto amati da Paolo Pejrone.
Al centro del giardino è stata ricostruita la vasca d’acqua con ninfee e giunchi. Tutto attorno a comporre un preciso disegno le pergole di legno scortecciato che ospitano glicini e Podranea ricasoliana
Macchie di farfugium japonicum molto amati da Pejrone
AGAPANTHUS X PITCHOUNE Blue, piccoli e riofiorenti
Nella bassa pianura padovana si trova il complesso Cittadella Vigodarzere, frutto di ripetuti interventi del veneziano Giuseppe Jappelli a partire dal 1816 e protrattisi fino agli ultimi anni di attività dell’architetto morto nel 1852. Un esempio davvero affascinante di giardino paesaggistico con un itinerario molto interessante attraverso un bosco con leggere ondulazioni, tra le quali a sud-est sono visibili resti di colonne e statue a simulare rovine. A nord le leggere ondulazioni si fanno molto pronunciate e nel bosco si intravede la bocca rocciosa di un tunnel che conduce verso il laghetto dalla forma frastagliata: bellissimo, molto naturale nella sua forma e nelle sponde, mi ha richiamato alla mente i tanti laghetti dei giardini di passeggio giapponesi.
Ecco alcune immagini
La grande radura di prato circondata da alberi secolari
Percorso nel bosco
Il laghetto un angolo di grande fascino e suggestione
Sullo sfondo il piccolo chalet posto sulla penisola che sfocia nel lago
La cappella gotica
Molto affascinante il passaggio dalla cappella alle misteriose atmosfere del bosco
La lunga pergola nel giardino davanti all’edificio
Con la Scuola Arte&messaggio e l’Associazione VerDiSegni a fine ottobre ho fatto un bel giro verso il Delta del Po fermandoci poi a visitare un paio di giardini tra Vicenza e Padova.
Molto affascinanti i paesaggi anche o forse soprattutto con la pioggia e il cielo nuvoloso! Una sosta anche a Chioggia, piccola ma deliziosa.
Macchie di Salicornia alla stazione Foce di Comacchio
Uno dei casoni, edifici caratteristici per la pesca dell’anguilla. Stazione Foce Comacchio
Comacchio
Passeggiata sulla passerella nella pineta del Parco botanico di Porto Calleri, all’interno del Parco regionale del Delta, che ha lo scopo di conservare e far conoscere un ambiente naturale unico. Superficie di 44 ettari
Parco botanico Porto Caleri una delle aree con la vegetazione delle sabbie
Per approfondire Porto Caleri https://www.parcodeltapo.org/centri-visita-dettaglio.php?id=352
Anche questo ottobre ho partecipato alla Giuria della Tre giorni per il giardino al Castello di Masino. Il nostro gruppo ha premiato per l’esposizione più educativa I fiori della Barisella, per la cartellinatura particolarmente visibile ed esaustiva, la bellezza dell’esposizione e la ricerca botanica. Abbiamo poi segnalato come meritevoli per chiarezza espositiva altri vivai, come GUIDO AGNELLI, MAURIZIO FELETIG, VEIMARO. Abbiamo segnalato, in particolare, PAOLO POZZO per l’uso del QR Code, pratica da incentivare. Una menzione per l’Istituto Gae Aulenti, per l’installazione educativa realizzata con alberi da frutto destinati al macero, utilizzati per l’interessante corso di potatura svolto dagli stessi studenti.
Ecco alcune piccole scoperte
Actinidia arguta autoferile, piccolo kiwi molto fruttifero
Buddleja nana
Bellissimo e gigantesco Aster tataricus
Stuenda, a fioritura tardiva e più contenuta di dimensioni Hydrangea paniculata Framboisine
Ceanothus Tuxedo, da Nifantani che aveva moltissime piante insolite
Mahonia ‘Volcano’ da Nifantani
euphorbia miners meriot
Amsonia ed heuchera
Straordinaria collezione di pomodori del vivaista tedesco Michael Schick (oltre 930 varietà!)
‘Giardinieri per un giorno’: sabato 30 novembre dalle 9 alle 13. Argomento: Le potature. L’argomento piace fin troppo: pare che più della pianta interessi sapere come e quando potarla. Messa così, non depone a favore del futuro del pianeta. E una mattinata non sarà certamente sufficiente per imparare a potare ma noi speriamo che basti almeno per dissuadervi dal farlo se non sapete perché lo fate.
E’ necessario iscriversi con una mail a info@cascinabollate.org Numero massimo: 30 persone. La visita è aperta a tutti, tranne cani e bambini/ragazzi sotto i 18 anni (ci spiace, sono le regole d’ingresso in galera). Per arrivare con i mezzi o in auto, le istruzioni: https://www.cascinabollate.org/dove-siamo/
E’ un carcere: occorre portare un documento. E lasciare il telefono a casa o in auto. Se arrivate con qualche minuto di anticipo, meglio: le procedure per l’ingresso saranno più fluide per tutti. Grazie!
Di qui a Natale, i primi 10 che sceglieranno sul catalogo on line una delle nostre nuove piante avranno in regalo una seconda pianta (dello stesso prezzo) a loro scelta. Si intuisce facilmente quali sono: sulla foto hanno l’etichetta arancione NUOVA… Non ci sarà una graduatoria ufficiale né un notaio a certificare i primi 10: la fiducia reciproca migliora la vita, soprattutto in tempi in cui la diffidenza è sovrana.
Grazie al PNRR
E’ stato possibile il resturo del bochetto romantico di Villa La Rotonda a Vicenza, capolavoro del Palladio e patrimonio Unesco del 1994.
Il progetto di restauro è stato concepito da Filippo Giustiniani, ingegnere esecutore del progetto, Annachiara Vendramin, agronoma che lo ha affiancato per la mappatura, conservazione e restauro della parte legata alla botanica e alla biodiversità. Il progetto di restauro paesaggistico del giardino della Rotonda è un progetto conservativo, filologico, che consentirà la fruibilità del parco in sicurezza e con un’attenzione particolare all’inclusività. In particolare, gli interventi sono stati rivolti al ripristino delle viste, per ricomporre i cannocchiali prospettici, occultati dal boschetto ad ovest e dal viale di faggi ad est che ha interrotto il rapporto visivo tra la villa e il paesaggio agricolo. A tal fine il boschetto, di origine fine ottocentesca, con un’estensione di oltre un ettaro, è stato censito (circa 250 alberi) e classificato dal punto di vista botanico dei suoi esemplari arborei. Ne è emerso che numerose sono le specie esotiche quali il Bagolaro americano (Celtis occidentalis), la Gledischia triacantos e al Dyospiros virginiana, molto apprezzate nei parchi di fine Ottocento. Ad accompagnare queste specie un boschetto naturalizzato di Acero campestre, Tiglio, Olmo, Frassino e Robinia, cresciuti spontaneamente accanto agli esemplari del giardino: alcuni Platanus x hispanica, di quasi 6 m di circonferenza, e il grande Cedro deodara, che il progetto di restauro cercherà di valorizzare con oculate potature, sostegni, e creazione di opportuni punti sosta.
“Mitch Epstein. American Nature” in mostra a Torino ale Gallerie d’Italia fino al 2 marzo 2025. L’esposizione, curata da Brian Wallis (CPW – Center for Photography at Woodstock), presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni di Mitch Epstein in cui esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale: American Power, Property Rights e Old Growth.
In American Powerl’artista si concentra su come le nazioni e gli interessi privati sfruttano la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti. Dal 2003 al 2008 Epstein ha viaggiato per il Paese per fotografare i siti di produzione di combustibili fossili e di energia nucleare, nonché le comunità che vivono accanto ad essi.
Nella serie fotografica Property Rights, Mitch Epstein si domanda a chi appartenga la terra e chi ha il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse. Queste fotografie indagano le complesse dinamiche della proprietà terriera in un paese basato sull’espansione coloniale e sullo sviluppo industriale.
L’ultima opera di Epstein, Old Growth– di cui si presenta in anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo – celebra le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti. La quasi totalità delle antiche foreste americane, circa il 95%, è stato infatti distrutto nel secolo scorso. Epstein ha deciso di fotografare singoli alberi e biosistemi interdipendenti che sono sopravvissuti per secoli, molti per millenni.
Il convegno, di carattere nazionale, vedrà la partecipazione di medici specialisti, ortoterapeuti, architetti, professori e ricercatori universitari che presenteranno i loro studi e le ricerche sperimentali sugli effetti del verde terapeutico nella cura e, soprattutto, nella gestione di particolari patologie, oltre a dimostrare i benefici della natura per la salute dell’uomo e del pianeta. Saranno presentati progetti riabilitativi nel verde, modelli di ortoterapia, concept di giardini per la riconnessione con la natura, benefici ed efficacia della attività riabilitativa rivolta ad anziani, disabili, bambini e persone con disagi psichici e sociali.
Aperto il bando per il Concorso Internazionale Spazi Creativi e lanciata l’open call a tutti coloro che, cogliendo le suggestioni del luogo e la peculiare atmosfera dell’evento, desiderano partecipare in qualità di progettisti, artisti, designer, espositori o proponendo workshop, esperienze, incontri e performance. Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione sono disponibili sul sito https://www.orticolario.it/it/
BANDO DI CONCORSO INTERNAZIONALE SPAZI CREATIVI, DECIMA EDIZIONE – Rivolto a progettisti, garden designer, architetti del paesaggio e giardinieri, riguarda la progettazione e la realizzazione di giardini e installazioni che, ispirati al tema dell’anno, verranno selezionati per essere allestiti nel parco storico di Villa Erba in occasione della quindicesima edizione: l’apposita commissione valuterà i progetti di spazi originali, giardini vivibili e fruibili che rispettino i criteri estetici e tecnici richiesti da Orticolario. Ogni proposta deve essere il risultato di un percorso in cui la tecnica si trasforma in messaggio in grado di dialogare con lo spazio circostante, rispettarlo e valorizzarlo.L’iscrizione al concorso è gratuita e deve essere inviata in forma scritta entro e non oltre il 15 gennaio 2025.