Alcune proposte di Fedrighini
Pubblico una recente lettera di Enrico Fedrighini che lancia alcune proposte interessanti sia sul dopo Expo sia sulle spese elettoriali
Cari Amici,
brevi spunti in libertà, con due proposte concrete.
Rinnovamento: una proposta. Dopo i ballottaggi alle elezioni amministrative, una delle giornaliste che apprezzo di più per lucidità e chiarezza, Concita De Gregorio, ha pubblicato un commento dal titolo eloquente: “L’Italia chiede facce nuove”. (http://video.repubblica.it/politica/de-gregorio-l-italia-chiede-facce-nuove/96098?video=&ref=HREA-1). L’avvio è promettente: la giornalista giudica il successo del Movimento 5 Stelle “un fatto molto positivo” per cambiare un sistema di partiti ormai decrepito. Alla fine, però, la ricetta proposta per rinnovare la classe dirigente di questo paese è la seguente: “fare entrare nei partiti della sinistra persone che siano in grado di incarnare il rinnovamento”. Mi sa che non ci siamo…
Per rinnovare non bastano volti nuovi, specie se appartengono a sedicenti innovatori o rottamatori in carriera (gente che fa politica di mestiere da sempre, e vuole continuare a farlo): servono regole nuove. Senza aspettare leggi e riforme parlamentari, i partiti potrebbero decidere di darsene una, molto semplice: “In occasione di elezioni amministrative nessun candidato può spendere per la propria campagna elettorale più di 800 euro”. Così facendo, il problema del finanziamento ai partiti (che poi significa finanziare le correnti di potere all’interno di ogni partito) si risolve alla fonte. Lo dico con cognizione di causa; durante l’ultima campagna elettorale per le comunali, ho speso molto meno di quella cifra, lavorando principalmente sul web e incasellando i miei volantini: la campagna elettorale è il momento del raccolto, conta quello che hai seminato prima, sul territorio. Altri candidati, anche molto giovani e con un reddito inferiore al mio, hanno speso in campagna elettorale diverse decine di migliaia di euro: come hanno fatto? Chi glieli ha dati? Ma soprattutto: in cambio di cosa?
Il web significa circolazione di idee e di persone in modo non controllabile. La perdita di controllo è il vero nodo dell’attuale sistema dei partiti. Per questo, temo che la soluzione del problema sia meno semplice di quella ipotizzata dalla brava De Gregorio.
Il futuro dell’area Expo dopo Expo 2015: una proposta. Archiviata l’approvazione definitiva del nuovo PGT, ci sono ancora due grandi partite aperte che riguardano il futuro assetto urbanistico di Milano: il riuso degli scali ferroviari e il destino dell’area Expo dopo Expo 2015. Mi fermo sulla seconda questione. L’area di Rho-Pero interclusa e collegata con tangenziale, autostrada e ferrovia TO-MI può rappresentare una straordinaria risorsa ambientale per Milano e l’hinterland. Non sto parlando di un parco: quello può nascere in zone anche un po’ più gradevoli. Si potrebbe realizzare, dopo Expo, un Distretto Logistico Sostenibile, concentrando in quel punto le attività di deposito e di distribuzione delle merci attualmente sparse e diffuse nelle zone dense della città e dell’hinterland. Malpensa è vicina, i valichi pure, il collegamento con il sistema autostradale e ferroviario è diretto. Con una serie di servizi integrati per gli operatori, da quel punto partirebbero i furgoni elettrici per la distribuzione finale. E il futuro parco, anziché concentrarsi in un solo triangolo di verde periferico intriso di diserbanti e intercluso dalle autostrade, potrebbe svilupparsi in modo diffuso nelle varie zone urbane liberate progressivamente dalla presenza di depositi e camion. Con un saldo finale decisamente positivo, sotto il profilo ambientale, grazie a una visione integrata di territorio, mobilità e qualità dell’ecosistema urbano.
Ancora sulle Fondazioni. L’ultima newsletter sull’esenzione delle Fondazioni Bancarie dal pagamento dell’IMU mi ha procurato una garbata ma ferma reprimenda del Presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. Che mi ha scritto, fornendo una serie di precisazioni che ritengo doveroso diffondere. A beneficiare dell’esenzione dal pagamento dell’IMU sono quelle Fondazioni che possiedono immobili destinati ad attività di carattere sociale. Su un totale di 88 Fondazioni esistenti in Italia (quasi tutte con carattere erogativo), prosegue Guzzetti, il pagamento dell’IMU ammonta a 3 milioni di euro, mentre le esenzioni IMU per immobili destinati ad attività sociali ammontano a 600.000 euro.
Un caro saluto a tutti e, come sempre per favore, FATE GIRARE!
Enrico FedrighiniPortavoce Comitato Promotore MilanoSiMuove
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