A proposito di crudismo
Vi segnalo un piccolo libro appena pubblicato dedicato alla cucina crudista, scritto da due chef Michele Maino, che nel suo ristorante Osteria al 55 interpreta la cucina vegetariana in chiave fusion e Laura Cuccato, chef crudista. Editore Tecniche nuove, prezzo 9.90 euro.
I due chef propongono un assaggio di cucina crudista con una cena speciale lunedì 3 giugno all’Osteria al 55 in via Messina 55 a Milano. Prenotazione obbligatoria: tel 02/49752286 oppure mail a info@saltonelcrudo.it
II crudismo è una dieta che può interessare molto chi si occupa di piante in quanto utilizza solo cose vive, che germogliano, che fermentano.
Per saperne di più abbiamo intervistato Michele Maino
Dimmi in due parole che cosa è il crudismo
Si tratta di uno stile di alimentazione basato sul consumo di cibi crudi seguendo il principio di nutrirsi con alimenti che non siano stati esposti a temperature maggiori di 45°. Oltre questa soglia infatti i preziosi enzimi contenuti nei cibi vanno perduti.
Perché optare per il crudismo?
In primo luogo è un problema di salute perché la ratio è quella di mantenere intatto il più possibile il patrimonio enzimatico del cibo con la conseguenza di una digestione ottimale, come sostiene nel suo libro “Il fattore enzima” il chirurgo giapponese Hiromi Shinya.
Per evitare la fermentazione del cibo con il crudismo si seguono molte regole, ad esempio quella di non mescolare frutta acida e frutta grassa: mai banane con uva e kiwi.
In secondo luogo è una scelta di onestà intellettuale, perché con il crudismo non si può truccare la bontà dell’elemento di base.
In terzo luogo il crudismo è in linea con la filosofia della decrescita felice teorizzata dal filosofo francese Serge Latouche.
Infine l’alimentazione crudista può costituire un avvicinamento al digiuno terapeutico.
Che cosa ti intriga come chef del crudismo?
Utilizzando una serie di tecniche ormai consolidate posso interpretare il piatto come un’opera gastronomica e sfidare la mia creatività di chef fusion cercando soluzioni per rispondere alle tante limitazioni imposte dal crudismo: no fuoco, essenzialmente vegan, impossibilità di addensare le salse…
Per esempio per addensare a freddo ho scoperto che si può utilizzare il psyllium (Plantago ovata)oppure per i budini si può sfruttare la mucillagine creata da alcuni semi come il poontalai (Sterculia lychnophora, chiamata noce malese) o ancora per mangiare crudi i cereali si può farli germogliare.
Come chef io interpreto la cucina crudista in modo fusion facendo ricerca delle ricette tradizionali di tutto il mondo e contaminandole tra loro.
Tags: cucina crudista, Michele Maino, Osteria al 55
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anna
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e’ difficile trovare persone competenti su questo argomento, ma sembra proprio che voi sappiate davvero di cosa state parlando! Grazie
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federica
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Continuate così, bravi!
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