A proposito del circuito dei Grandi giardini italiani
Venerdì 15 marzo si è svolto a Villa Erba il convegno “Grandi giardini italiani: un’arte minore?” che ha visto per l’intera giornata intervenire una trentina di proprietari o curatori di alcuni dei giardini rappresentati dal network creato nel 1997 da Judith Wade, che oggi annovera quasi un centinaio di associati.
Certamente se il turismo culturale legato al mondo dei giardini è così cresciuto negli ultimi anni (pensate che nel 2011 assolutamente in controtendenza sono stati oltre 8 milioni i visitatori paganti) molto si deve a questa associazione che ogni anno si arricchisce di new entries (tra le più recenti Arte Sella e Il Museo Giardino della rosa antica). Gli ingredienti di questo successo: tenacia, ottimo marketing, professionalità e grande spirito di iniziativa. Il sito di grandi giardini italiani www.grandigiardini.it è sicuramente assai ben strutturato, agile nella navigazione, accuratamente aggiornato e consente una selezione delle diverse realtà secondo molti parametri, dalla regione, alla stagione di interesse, all’architetto paesaggista. E questo spicca come una piacevole eccezione nel panorama non molto confortante dei siti che riguardano il settore dei parchi e giardini italiani.
Merita una segnalazione, tra i diversi interventi, la proposta che il direttore di Gardenia Emanuela Rosa-Clot ha lanciato assieme a Patrizia Pozzi per una legislazione che introduca una sorta di detassazione per gli interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria del verde. In fondo si tratterebbe di allargare il campo di azione o della legge 512 relativa ai beni di interesse culturale o la legge 488 che riguarda le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.
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