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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Poesia in giardino

Arbutus thuretiana

Sempre segnalate da Sonia Sbolzani

Nell’antichità classica uno dei massimi cantori delle piante fu il famoso poeta latino Publio Virgilio Marone, che dedicò il secondo libro delle “Georgiche” all’arboricoltura (coltivazione degli alberi da frutto, della vite, dell’ulivo e delle altre piante), elogiando la vita campestre.

Gli alberi 

Alcuni crescono spontaneamente

senza che l’uomo se ne occupi…

Ma ve ne sono altri

che solo l’esperienza ha scoperto nel suo evolversi:

vi è chi, tagliando i germogli più teneri

dall’albero materno, li sistema in filari

e chi interra nei campi piantine di serra,

quattro pali in croce e pertiche acuminate.

Alcune piante attendono

che la loro cima venga infossata ad arco,

perché i propri virgulti

nascano dalla stessa terra;

ad altre non servono radici

e senza esitare il contadino recide,

affidandoli alla terra, i rami più alti…

(Da “Georgiche”, 37-30 a.C.)

Anche nella desolazione invernale un povero albero secco riesce ad ispirare sentimenti di gioia a questo sensibile poeta cinese, molto noto ed apprezzato da alcuni anni anche in Italia: Wang-Ya P’ing.

Albero spoglio

Un albero secco

fuori dalla mia finestra

solitario

leva nel cielo freddo

i suoi rami bruni.

Il vento rabbioso la neve e il gelo

non possono ferirlo.

Ogni giorno quell’albero

mi dà pensieri di gioia:

da quei rami secchi

indovino

il verde a venire.

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Giardini in viaggio Laura Pirovano