Villa Taranto dopo l’uragano
Sono tornata a rivedere i giardini di Villa Taranto alla loro riapertura dopo il tremendo uragano che li aveva profondamente feriti l’estate scorsa provocando la caduta e obbligando all’abbattimento di moltissimi degli alberi della collezione. Stupefacente la tempestività della riapertura e immagino il lavoro sovrumano che ci sia stato. Nel percorrere i giardini si vedono i segni del disastro ma sono convinta che il lavoro proseguirà e forse sarà anche l’occasione per ripensare alcune zone. In fondo i giardini sono per loro natura effimeri e soggetti a mutamenti continui.
Unico neo le aiuole, che qui come anche nei giardini delle isole Borromeo, sono un condensato di spettacolare cattivo gusto: mi chiedo davvero perchè non si inizi a sperimenare aiuole più naturali, più cangianti, utilizzando oltre alle solite ritrite annuali, perenni, graminacee e anche ortaggi ornamentali. Questo sarebbe un grande contributo educativo per mostrare ai tanti visitatori appassionati piante meno conosciute e un modo diverso di vivere il giardino, che non deve essere sempre assolutamente fatto di fiori sgargianti, ma anche di altri elementi, come il colore delle foglie, la loro tessitura, le bacche etc….
Ecco alcune immagini
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