search

Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Verde in ringhiera: l’unione fa la forza!

Pubblico volentieri- con un piccolo corredo immagini – una simpatica cronaca scritta dall’amica agronomo-paesaggista Francesca Oggionni che l’altra sera è andata ad un “aperitivo di ballatoio” organizzato dalla paesaggista Giusi Rabotti che con il suo esempio ha coinvolto i vicini in una esperienza di giardinaggio che ha trasformato i ballatoi in un giardino comune molto piacevole e strumento di socializzione “verde”.

Anche su un ballatoio il verde serve per fare amicizia di Francesca Oggionni
Questa sera, un po’ per curiosità un po’ per ritrovare una cara amica ho partecipato a una iniziativa davvero carina: una festa sul ballatoio. Ero davvero incuriosita dai racconti che mi aveva fatto Giusi e ho voluto vedere di che si trattava.
In una vecchia casa di ringhiera della Milano dei Navigli, con tante persone che abitano proprio porta a porta, si è andata diffondendo la passione per il verde. Tanti anni fa, ricordo che solo Giusi aveva disposto ordinatamente, ma con un guizzo di fantasia, alcune piantine in vaso lungo la ringhiera del tratto di ballatoio di fronte al suo appartamento. Erano solo un paio di bossi a palla, la sua passione, e un paio di dafne, piantina piccola ma molto profumata che allevava, come dice oggi lei stessa, perché quello era il periodo “che ero impallinata con le dafne”. Oggi mi si è presentata una immagine completamente diversa: Rhyncospermum sui montanti delle ringhiere, sfere di bosso che si alternano ai grigi argentei di elicriso e di Convolvolus cneorum, agli azzurri dei fiori di Plumbago capensis, al verde allegro e deciso del mirto su cui risaltano le fioriture stagionali di cuscini di piccole violette o piccoli ciclamini o steli di lavande blu nella varietà Hidcote. A tutti i piani sono presenti , un po’ qua un po’ là vasi che nel loro complesso però costituiscono una sistemazione unica: sembra quasi che ci sia stata la mano di un regista comune. Tutti i piani si sono arricchiti di un simpatico put pourri di fiori, piante annuali e perenni, coloratissimi plumbago e lucide gardenie, Hybiscus, Mandevilla, edere ricadenti. Con le piante si sono costruite cornici alle finestre, mascheramenti sottili, archetti leggeri che attraversano la balconata: ognuno con piante diverse ha saputo interpretare il suo giardino.
E poi un filo teso fra due ferri della ringhiera reggono una viticella o un glicine facendoci ripensare tutto quanto diciamo sulla necessità di spazio per le piante!
I ragazzi presenti alla festa mi hanno raccontato di storie buffe come quella del signore anziano che dopo aver visto qualcuno iniziare a disporre delle piante lungo la ringhiera ha piantato in due vasetti piantine piccole e quasi patetiche , ma il segnale era chiaro: anche lui ci stava a questo gioco.
Sul ballatoio ci sono tanti esperimenti, ci si confronta e si sentono discorsi tipo: “questa qui all’ombra non viene bene dovrei spostarla , tienila tu che hai più sole durante il giorno”.
Anche al piano terra, forse in modo ancora un po’ naif, c’è del verde comune contenuto in fioriere a costituire piccole stecche di allori ben potati che sono i separè necessari a dare una delimitazione agli onnipresenti bidoni della spazzatura e alle numerose biciclette depositate.
E in questo clima di simpatica e semplice allegria ci siamo ritrovati a sbocconcellare splendide polpettine, delle ottime trofie al pesto e a gustare le pesche con menta e limone. E i vari partecipanti hanno riferito del loro nuovo hobby, nato un po’ per caso un po’ grazie a qualche consiglio del vicino. “Dapprima avevo piantato dei gerani ma mi hanno sconsigliato e sono così passato a perenni più carine anche durante la stagione invernale” mi ha detto Massimo. “ Le piantine ce le siamo passati l’uno con l’altro e oggi sono davvero tante , c’è persino questa serie di vasetti di aromatiche, la mia passione “ mi riferisce Rossella, avvocato e grande amante, con Paola di rose e artefici dell’uso di falsi gelsomini ai diversi piani dell’edificio.
“Un disordine ordinato tra panni stesi e arbusti composti perché lo spazio non è tanto e altrimenti ce li fanno togliere”, mi dice Luca.
E così una piantina regalata o un vaso ormai in disuso sono diventati elementi per creare un’ allegra amicizia.
Mi è piaciuto questo clima conviviale di aperto confronto senza gara e senza mai dire questo è il mio giardino , perché coscienti che ciascuno è una parte del tutto e che il tutto è più bello se ciascuno mette il proprio in gioco.
Giusi ha forse ceduto il primato per numero di vasi ma credo abbia raggiunto in modo “naturale” il suo obiettivo e mi confessa “ quando torno a casa mi sembra tutto un unico giardino”.

 

Commenti (2)

  • Avatar

    Sonia

    |

    Che meraviglioso ballatoio! Iniziativa sublime, da imitare ovunque.

    Rispondi

  • Avatar

    eleonora

    |

    cari, verrò a trovarvi perchè amo le piante… e pensare che abito solo al 3 di san Gottardo e il mio vicino mi ha appena scritto una mail che nel suo “andirivieni frenetico” i miei due vasi (un gelosmino e una bouganville) posti a terra sul ballatoio lo intralciano e gli occludono in passaggio (vasi di soli 20 cm di diametro con rami disciplinati e attaccati tramite fascette ai montanti della ringhiera perchè non sporgano verso l’interno). Eppure lui nella sua parte (è l’estremintà terminale del ballatoio) si è messo 3 vasi ben più grandi con squallide edere. ;(

    Rispondi

Lascia un commento

Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.

Giardini in viaggio Laura Pirovano