Bergamo Maestri del paesaggio 2016: International Meeting
Wild il tema di questa edizione che ha visto la partecipazione di alcuni straordinari paesaggisti che hanno presentato progetti davvero coerenti con l’argomento.
Pur non apprezzando molto il Bosco verticale di Boeri a Milano, in quanto sono convinta che altro è fare politica del verde urbano e che gli alberi vanno piantati in terra, ho trovato interessante la relazione di Laura Gatti che ci ha spiegato nel dettaglio il tipo di impianto vegetale che nel frattempo è diventato un rifugio ecologico per uccelli e insetti utili e la complessità della manutenzione con il contributo di coraggiosi tree climbers che una volta l’anno eseguono le deliate operazioni di potatura.
Qualche cifra: 12.000 mq la superficie totale in verticale dei due edifici; oltre 7000 tra alberi e arbusti di circa 60 specie; 66 specie di piante utili per insetti impollinatori, 59 per uccelli e 52 per farfalle.
Consumo idrico: 5700 metri cubi di acqua riciclata dal circuito di riscaldamento e refrigerazione. Manutenzione: oltre alle potature, tre interventi l’anno per cure antiparassitarie, pulizia e monitoraggi.
Molto interessanti i progetti dei coniugi James&Hellen Basson (studio Scape design Searl FR) inglesi ma da anni operativi in Francia. Architetto di esterni lui e laureata in civiltà classiche lei. Ricordo questo perchè sono sempre più convinta che l’interdisciplinarietà sia una delle chiavi di successo dei progetti di paesaggio. I Basson hanno un approccio che parte dallo studio e dalla esplorazione dei diversi paesaggi francesi, greci, croati, per tradurre gli elementi più significativi nei giardini artificiali. Molta attenzione danno alle rocce che creano movimento nel giardino e ovviamente all’acqua che in natura va e viene nel paesaggio mediterraneo. Nel complesso i loro sono giardini secchi, a bassa manutenzione con un aspetto molto naturale, spettinato.
Lisa Delplace del prestigioso studio Oehme/Van Sweden creatore del “New american garden’ ha illustrato alcuni dei primi progetti dello studio e alcuni dei più recenti.
Andrea Cochran dello studio statunitense omonimo ci ha presentato alcuni dei suoi lavori molto rigorosi e formali in armonia con architetture moderniste ma con una grande attenzione al ruolo della vegetazione. Progetti davvero stupendi.
Andy Sturgeon, vincitore del Chelsea Flower Show 2016 ha raccontato la genesi del suo progetto e illustrato alcuni dei suoi più recenti lavori. Interessante il processo di ispirazione che nel caso del giardino a Chelsea prende lo spunto dalla forma di un dinosauro.
Il convegno ha visto anche la partecipazione della norvegese Jenny Osuldsen dello studio Snohetta e una tavola rotonda presideuta da Emanuela Rosa-Clot.
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